15 importanti agenzie umanitarie, tra cui Terre des Hommes Italia, sono fortemente preoccupate per l’avvio delle operazioni militari nel Nord-Est della Siria e la possibilità che si apra una crisi umanitaria senza precedenti in quanto ogni assistenza alla popolazione civile potrebbe essere sospesa.
I rapporti dal campo riferiscono che i civili si stanno spostando e che alcuni servizi essenziali come la fornitura d’acqua e le cure mediche sono stati interrotti. Molti operatori locali delle agenzie umanitarie sono fuggiti con le loro famiglie, mentre altri sono rimasti isolati.
Circa 450.000 persone vivono sul confine con la Turchia, 90.000 dei quali sono sfollati provenienti da altre regioni della Siria e quindi si trovano in condizioni già molto precarie. La situazione si potrebbe ulteriormente deteriorare se le parti in conflitto non terranno in massima considerazione la loro incolumità.
Secondo l’agenzia dell’ONU Ocha nel Nord-Est della Siria vivono almeno 1.650.000 persone bisognose di assistenza umanitaria, che potrebbe essere sospesa se questa situazione d’instabilità costringerà le agenzie umanitarie a sospendere o trasferire i loro progetti e operatori, come in alcuni casi è già avvenuto.
L’assistenza umanitaria in Siria è già molto sotto pressione, con il prolungarsi del conflitto a Idlib e l’enorme numero di sfollati per tutto il Paese.
Le 15 agenzie che hanno sottoscritto l’appello chiedono alle parti in conflitto di rispettare il diritto umanitario internazionale e di non utilizzare armi ed esplosivi nelle aree popolate. Inoltre è necessario che siano prese tutte le misure possibili per proteggere i civili e facilitare un accesso sicuro e senza impedimenti degli aiuti umanitari. Gli abitanti delle aree toccate da questa azione militare hanno diritto alla libertà di movimento e non devono essere costretti a lasciare le loro case con la forza.
Ugualmente, i rifugiati siriani in Turchia non devono essere costretti a ritornare nel loro Paese, in quanto ciò potrebbe minacciare la loro sicurezza, costringerli a una situazione di ulteriore precarietà come sfollati interni, bisognosi di assistenza umanitaria che la comunità internazionale adesso non è in grado di garantire. Secondo il Governo Turco l’83% dei 3 milioni di siriani presenti sul suo territorio non proviene dal Nord-Est della Siria.
La comunità internazionale può avere un ruolo importante nella risoluzione di questa crisi. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU deve sottolineare alle parti in conflitto la necessità di moderare l’uso della forza e l’importanza della protezione dei civili e della facilitazione delle operazioni umanitarie.
In quelle aree la situazione è già molto critica, sono presenti centinaia di migliaia di combattenti e le loro famiglie in campi e centri di detenzione. Tutti i bambini devono essere protetti e ricevere assistenza adeguata. Nel Nord-Est della Siria sono presenti circa 9.000 bambini di almeno 40 diverse nazionalità, i cui paesi d’origine dovrebbero facilitare il rimpatrio.
Occorre adoperarsi con ogni mezzo affinché la situazione umanitaria non peggiori ulteriormente con drammatiche conseguenze per le famiglie e i bambini che ancora una volta si trovano intrappolati in un vortice di violenza.
I firmatari:
Action Against Hunger
Christian Aid
CARE International
DanChurchAid
Diakonie Katastrophenhilfe
Humanity & Inclusion
International Rescue Committee
Medecins du Monde
Mercy Corps
Norwegian Refugee Council
Oxfam
People in Need
Terre Des Hommes Italia
Un Ponte Per
World Vision
Per maggiori informazioni: Karl Schembri karl.schembri@nrc.no / +962 7902 20159, Caroline Anning caroline_anning@wvi.org / +962 778482439