Dopo i vari lockdown dovuti alla pandemia, in Libano gli studenti sono tornati in classe, ritrovando con gioia la possibilità di trascorrere del tempo con i più cari compagni. Purtroppo però sono anche tornati vecchi comportamenti negativi, come gli atti di bullismo e le conseguenti paure di coloro che sono più presi di mira. Per questo è importante che le scuole programmino specifici momenti di riflessione e consapevolezza su questo fenomeno, interazioni sociali e gestione delle emozioni per combatterlo.
Rayya, 15 anni, è una delle alunne e alunni che hanno frequentato gli incontri di sensibilizzazione sul bullismo organizzati da Terre des Hommes in collaborazione con HOOPs nell’ambito del progetto “Empowerment comunitario per rafforzare i meccanismi educativi e di protezione nelle aree colpite dall’esplosione del porto di Beirut”, sostenuto da AICS, l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo.
Uno degli educatori ha raccontato: “Al principio Rayya era molto timida e non interagiva molto, ma alla fine ha partecipato a uno spettacolo teatrale preparato e presentato dai bambini sul bullismo e ha persino aiutato a creare il copione“.
Rayya stessa adesso è in grado di agire per il contrasto del bullismo: “Se dovessi mai assistere ad atti di bullismo, per prima cosa parlerei con la vittima, la conforterei e la aiuterei ad aumentare la sua autostima. Poi parlerei con il bullo e gli spiegherei che quello che sta facendo è sbagliato e gli suggerirei modi alternativi per gestire la rabbia, attraverso le arti, lo sport e il dialogo, come ci hanno insegnato. Mi sembra che, grazie a questi incontri il bullismo all’interno del gruppo sia già diminuito.”
Quando le è stato chiesto quale fosse la soluzione al bullismo la risposta di Rayya è stata “empatia”: “Se le persone avessero più empatia questo tipo di violenza non esisterebbe, perché nessuno dovrebbe essere vittima di bullismo o giudicato per il suo aspetto o provenienza, perché anche se siamo diversi, siamo tutti belli“.
Anche la madre di Rayya è molto contenta di questo percorso: “Mia figlia è entusiasta di questi incontri e non vuole mai perdersene uno, dice che vuole aiutare tutti i bambini più piccoli della nostra zona a sconfiggere il bullismo“.