i diritti dell'infanzia di fronte alla crisi climatica

i diritti dell’infanzia di fronte alla crisi climatica

I diritti dell’infanzia di fronte alla crisi climatica sono sempre più a rischio, Il comitato ONU per i diritti dei bambini e delle bambine sollecita l’azione degli Stati.

IL COMMENTO GENERALE N.26 PER IL DIRITTO DELL’INFANZIA AD UN AMBIENTE SICURO

Per la prima volta, il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia ha affermato esplicitamente il diritto dei bambini e delle bambine a un ambiente pulito, sano e sostenibile, attraverso la pubblicazione del Commento Generale N.26, che fornisce un’interpretazione completa degli obblighi degli Stati membri ai sensi della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia.

Il “Commento generale n. 26”, ora pubblicato, affronta esplicitamente l’emergenza climatica, il collasso della biodiversità e l’inquinamento dilagante, delineando contromisure per proteggere la vita e le prospettive di vita dei bambini. Philip Jaffé, membro del Comitato delle Nazioni Unite per i diritti dell’infanzia, afferma:

“I bambini e le bambine di tutto il mondo hanno guidato la lotta contro il cambiamento climatico, chiedendo ai loro governi e alle imprese di agire per proteggere il pianeta e il loro futuro. Con questo documento, il Comitato sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza non solo fa eco e amplifica le loro voci, ma definisce anche chiaramente i loro diritti in relazione all’ambiente che gli Stati parte dovrebbero rispettare, proteggere e realizzare con urgenza!”.

“Questo nuovo Commento Generale segna un passo avanti fondamentale nel riconoscimento che ogni bambino e ogni bambina sulla Terra ha il diritto di vivere in un ambiente pulito, sano e sostenibile. I governi devono ora agire con urgenza per affrontare la crisi ambientale globale e dare vita a queste parole ispiratrici”, afferma David Boyd, relatore speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani e l’ambiente.

La responsabilità degli stati per garantire un ambiente sicuro a bambini e bambine

Il Commento generale n. 26 specifica che:

  • gli Stati sono responsabili non solo della protezione dei diritti dei bambini dai danni immediati, ma anche delle prevedibili violazioni dei loro diritti in futuro, dovute agli atti – o alle mancate azioni – degli Stati di oggi.
  • gli Stati possono essere ritenuti responsabili non solo per i danni ambientali che si verificano all’interno dei loro confini, ma anche per gli impatti dannosi dei danni ambientali e dei cambiamenti climatici al di fuori dei loro confini.
  • Particolare attenzione deve essere prestata ai danni sproporzionati subiti dai bambini in situazioni svantaggiate.

I 196 Stati che hanno ratificato la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza sono esortati a intraprendere azioni immediate, tra cui:

  • l’organizzazione dell’eliminazione graduale di carbone, petrolio e gas naturale e il passaggio a fonti di energia rinnovabili,
  • il miglioramento della qualità dell’aria e la garanzia dell’accesso all’acqua potabile,
  • la trasformazione dell’agricoltura e della pesca industriali per produrre alimenti sani e sostenibili e
  • la protezione della biodiversità.

La partecipazione di ragazzi e ragazze per preparare il commento generale

Lo stesso Commento generale n. 26 è il risultato di un impegno globale e intergenerazionale, che comprende un’ampia consultazione con gli Stati membri, le organizzazioni internazionali e regionali, come le entità e gli organismi specializzati delle Nazioni Unite, le istituzioni nazionali per i diritti umani, le organizzazioni della società civile e i ragazzi e le ragazze stesse.

“I bambini e le bambine sono i meno responsabili della crisi climatica, ma soffrono maggiormente delle sue conseguenze: ogni anno 1,7 milioni di bambini sotto i cinque anni perdono la vita a causa di danni ambientali evitabili. Eppure, i bambini le bambine e i giovani sono sottorappresentati in quasi tutti i processi decisionali sulle politiche ambientali. Con il Commento generale n. 26 abbiamo cercato di cambiare questa situazione: con oltre 16.000 contributi di 121 Paesi, questo è stato uno dei processi di partecipazione giovanile più inclusivi a livello di Nazioni Unite. Come Terre des Hommes, siamo orgogliosi di aver coordinato questo straordinario processo”. Afferma Paolo Ferrara, Direttore Generale di Terre des Hommes Italia

La voce dei giovani attivisti coinvolti da Terre des Hommes 

Terre des Hommes – partner ufficiale del Comitato per lo sviluppo del Commento generale n. 26 – ha condotto un processo con stakeholder a più livelli, coinvolgendo e impegnando in modo significativo i bambini attraverso consultazioni online per informare la forma e la sostanza del testo.

L’organizzazione internazionale per diritti dell’infanziai  ha coordinato un comitato consultivo globale di esperti e un team di 12 giovani consulenti di età compresa tra gli 11 e i 17 anni per sostenere il Comitato. Il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF), in qualità di membro del Comitato consultivo, ha fornito ulteriori competenze tecniche e ha contribuito a raccogliere le opinioni dei bambini di tutto il mondo nell’ambito del processo di consultazione.

Una delle ragazze consulenti, Āniva, 17 anni, attivista per il clima e i diritti dell’infanzia delle isole del Pacifico, commenta: “Per me, il Commento generale significa un cambiamento a livello mondiale, necessario per progredire nella lotta ai problemi ambientali e per intraprendere un’azione globale volta a proteggere il nostro pianeta per la nostra generazione e per quelle a venire. Il documento fornisce ai bambini una base più solida nel diritto internazionale per far valere i nostri diritti a un ambiente sano. A livello globale, stiamo assistendo a una maggiore azione delle persone per proteggere l’ambiente attraverso i diritti umani e la CG26 costituisce una parte importante di questo processo”.

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