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Lo scorso 24 agosto, il governo della Scozia ha annunciato un piano per fornire gratuitamente a tutte le studentesse -dalle scuole medie all’università- prodotti sanitari per gestire i giorni del ciclo. Il piano prevede lo stanziamento di 5.2 milioni di sterline (circa 5.7 milioni di euro). Si tratta del primo Paese europeo a prendere una decisione del genere, con un obiettivo ben preciso: combattere la cosiddetta “period poverty”. Ovvero l’impossibilità per molte donne e ragazze di acquistare gli assorbenti.
Secondo quanto riferisce il quotidiano The Guardian”, una ricerca condotta su un campione di oltre 2mila persone ha rivelato che un’intervistata su quattro ha avuto difficoltà ad acquistare gli assorbenti. Mentre una ricerca condotta dal gruppo “Women for independence” ha evidenziato come una donna su cinque abbia dovuto rinunciare almeno una volta nella vita ad acquistare gli assorbenti per motivi economici. Una su dieci ha dovuto dare la priorità ad altri prodotti essenziali, ad esempio il cibo, rispetto all’acquisto di assorbenti. “In un Paese ricco come la Scozia è inaccettabile che una persona debba rinunciare ad acquistare prodotti essenziali. Sono orgogliosa che la Scozia sia il primo Paese al mondo a intraprendere questa azione nella lotta contro la period poverty e accolgo con favore il sostegno delle autorità locali, dei collegi e delle università nell’attuazione di questa iniziativa”, ha dichiarato Aileen Campbell, segretario di gabinetto del governo scozzese.
Abbiamo raccontato diverse volte su questo blog e all’interno del dossier “InDifesa” delle difficoltà che molte donne e ragazze nei Paesi in via di sviluppo devono affrontare durante i giorni del ciclo. L’impossibilità di acquistare assorbenti – il cui costo in molti Paesi è troppo elevato – unito all’assenza di bagni adeguati nelle scuole impedisce a molte ragazze di frequentare la scuola. Facendo calare così la loro frequenza scolastica e aumentano il rischio di dispersione scolastica: nei Paesi dell’Africa sub-sahariana una ragazza su dieci perde giorni di lezione durante il ciclo.

In questi anni non sono mancate proposte concrete (ed efficaci) per affrontare questo problema: dalla distribuzione di coppette mestruali, alla promozione degli assorbenti riutilizzabili. “Afripads”, un’impresa sociale con sede in Uganda, in questi anni ha fornito a 2,5 milioni di donne e ragazze in 35 Paesi africani kit di assorbenti lavabili e riutilizzabili. Grazie alla collaborazione con la School of Oriental and African Studies di Londra, “Afripads” ha provato a misurare l’impatto che la disponibilità di assorbenti ha su un gruppo di mille ragazze che vivono in una regione rurale dell’Uganda. Il risultato è stato sorprendente: la distribuzione di mille kit ha aumentato la frequenza delle studentesse del 17%. Si tratta di 3,4 giorni ogni 20.
E’ significativo che pure in Paesi ricchi come quelli europei si possa iniziare a parlare di “period poverty” e dell’impossibilità per molte donne e ragazze di acquistare beni relativamente poco costosi come una confezione di assorbenti. “È vero che certi prodotti sono economici. Tuttavia è anche vero che non tutti i prodotti sono adatti o accessibili a tutti. Inoltre, per molte famiglie anche i prodotti più economici possono essere troppo costosi –scrive Gemma Abbot, coordinatrice volontaria di “Red Box”, un progetto che ha come obiettivo quello di fornire gratuitamente assorbenti alle ragazze per evitare che perdano giorni di scuola a causa del ciclo-. Ad Hackney, dove vivo, più del 40% dei bambini vive in povertà. La dipendenza dai banchi alimentari è aumentata del 24% lo scorso anno. È abbastanza semplice: se non puoi permetterti il cibo, non ti puoi permettere gli assorbenti”.
In Italia l’IVA applicata agli assorbenti e i tamponi è quella massima, al 22%, come se questi non fossero beni essenziali. C’è da scommettere che un’indagine analoga tra le studentesse e le donne italiane rivelerebbe difficoltà simili per il loro acquisto e metterebbe in luce la necessità di varare anche da noi misure per combattere la period poverty.

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