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La nostra cultura è ancora in gran parte intrisa di maschilismo, affondando le sue radici nel patriarcato, un sistema sociale in cui vige il “diritto paterno”.
Nel patriarcato il potere è posseduto dagli uomini e le donne non hanno diritti, ma devono essere protette e mantenute dai maschi (padri, mariti o fratelli), essendo in qualche modo considerate una loro proprietà.
A distanza di secoli la società si è evoluta, le istanze delle donne sono state portate avanti e in gran parte degli stati occidentali le donne hanno acquisito per legge i diritti fondamentali.
Tuttavia rimane ancora pervasivo il retaggio delle culture patriarcali tradizionali, perpetuando comportamenti e modus operandi maschilisti che spesso portano alla prevaricazione e alla violenza contro donne e ragazze.

Definizione di maschilismo

Secondo la Treccani questo termine indica l’adesione a comportamenti e atteggiamenti personali, sociali e culturali con cui gli uomini esprimono la convinzione di una loro superiorità nei confronti delle donne sul piano intellettuale, psicologico, biologico, ecc., occupando una posizione di privilegio nella società.
Un sinonimo di maschilismo è il machismo, che esalta le qualità di potenza e attrazione sessuale del maschio dominatore, a cui tutto è permesso.

Esempi di maschilismo nel contesto quotidiano

Con uno sguardo attento è possibile trovare molti esempi di maschilismo intorno a noi.
Dai talk show in cui la presenza di esperti di sesso maschile è predominante o assoluta rispetto a quelli di sesso femminile, alla rappresentazione stereotipata della donna nella pubblicità come oggetto sessuale oppure come casalinga e/o madre.

In molte famiglie è ancora in voga una rigida divisione dei compiti domestici, in cui la maggioranza del carico di lavoro è sulle spalle delle donne e le ragazze di casa, anche se queste lavorano o studiano esattamente come fanno i componenti maschili, a cui vengono risparmiate molte mansioni.

Nei rapporti affettivi la gelosia è ancora ritenuta un segno d’amore, facendo della possessività – soprattutto maschile – la cifra di molte relazioni, dove il dominio e il controllo sull’altra/o sono la regola. Fanno testo molte canzoni di successo dove traspaiono misoginia e violenza, che descrivono – e a volte esaltano – questo tipo di rapporti tossici.

Anche questo è maschilismo

Un comune atteggiamento maschilista è il cosiddetto mansplaining, ovvero l’abitudine degli uomini uomini di spiegare in maniera paternalistica (e a volte arrogante) alle donne questioni e fatti che loro conoscono bene, magari meglio di loro, dando per scontato che alcuni argomenti siano ad appannaggio esclusivamente maschile.
Negli USA da qualche anno è nata una campagna contro il manspreading, ovvero l’abitudine degli uomini di allargare le gambe quando si siedono sui mezzi pubblici invadendo lo spazio altrui (in generale quello delle donne a cui l’educazione ha insegnato a tenere le gambe chiuse).

Il maschilismo – e quindi la discriminazione delle donne – si insinua in ambiti poco noti, come per esempio la ricerca medica e industriale.
Come racconta Caroline Criado Perez in Invisible Women gran parte dei farmaci oggi in commercio sono stati testati prevalentemente sugli uomini, senza tener conto della complessità del corpo femminile, per cui spesso il dosaggio per le donne è sbagliato o addirittura il farmaco risulta nocivo.
Ugualmente, molti accessori e attrezzi anche specialistici (come caschi, guanti, scarpe, bisturi, ecc.) sono progettati partendo dal corpo maschile e vengono commercializzati in dimensione più piccola per le donne, anche se la donna chiaramente non è un uomo più piccolo.
Le conseguenze di questo tipo di discriminazioni possono essere molto gravi.

Il maschilismo e la parità di genere

Il potere maschile che ha dominato nella storia di gran parte delle società umane è stato rafforzato da varie teorie pseudoscientifiche che sostenevano (e a volte ancora sostengono) la diversità del cervello e del corpo femminile che lo rende inadatto a molti ruoli, lavori e compiti tradizionalmente maschili.

Ciò ha precluso per molto tempo il progresso verso la parità di genere, portando di fatto alla segregazione di bambine, donne e ragazze in ambito domestico, nel ruolo di mogli e madri.
Inoltre, ha condizionato fortemente anche la mentalità delle donne, che hanno interiorizzato un’immagine di sé come esseri di serie B al servizio degli uomini, con scarse capacità in ambiti al di fuori dei tradizionali compiti di cura, e hanno tramandato tramite l’educazione questi stereotipi di genere sia alle figlie che ai figli.

Nonostante la situazione sia cambiata e negli ultimi decenni abbiamo raggiunto importanti risultati in questo campo, il Global Gender Gap Index 2024 segnala come ai trend attuali ci vorranno ben 134 anni per raggiungere la completa parità di genere, anche se i Paesi firmatari dall’Agenda delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile si erano impegnati di centrare questo obiettivo entro il 2030.
In alcuni Paesi come l’Afghanistan regimi maschilisti mantengono la donna in posizione subordinata – se non in una vera e propria schiavitù – al servizio dell’uomo.

Movimenti contro il maschilismo

Il termine maschilismo è nato proprio sul modello della parola Femminismo, lo storico movimento di lotta per i diritti delle donne e la loro completa emancipazione sul piano economico, giuridico e politico. Ma anche privato: imponenti sono state le manifestazioni degli anni 60 e 70 per il divorzio, l’autodeterminazione della donna sul proprio corpo, il diritto alla contraccezione e all’aborto, scardinando di fatto i concetti maschilisti della donna come proprietà dell’uomo.

In tempi più recenti ricordiamo il movimento #MeToo, diventato dilagante sui social nel 2017, dopo la pubblicazione di un’inchiesta del New York Times sulle denunce di violenza sessuale da parte di numerose attrici di Hollywood al produttore cinematografico Harvey Weinstein.
Da allora si sono moltiplicate le testimonianze e le denunce di donne che hanno subito abusi e molestie sessuali dai loro superiori sul lavoro, senza avere la possibilità di sottrarsi perché avrebbero perso l’impiego.

Il cammino verso un futuro senza maschilismo

Un interessante progetto che vuole scardinare il maschilismo è “Maschi del Futuro di Francesca Cavallo, l’autrice del best-seller Fiabe della Buonanotte per Bambine Ribelli.
Si tratta di una riflessione sulla violenza maschile e le sue radici nell’educazione, nonché sulla possibilità di giungere a un tipo diverso di maschilità al di là degli stereotipi e creare un mondo post-patriarcale.

Il cambiamento culturale verso una società più giusta ed equa, dove le ragazze e bambine possano dispiegare tutto il loro potenziale senza essere fermate da maschilismo, disuguaglianze e violenza è l’obiettivo del Network Indifesa di Terre des Hommes.
Costituita da 13 web radio scolastiche e giovanili, è la prima rete italiana di giovani ambasciatori contro la discriminazione, gli stereotipi e la violenza di genere.
Attraverso il coinvolgimento attivo dei ragazzi e delle ragazze in tutte le fasi del progetto, il Network stimola gli studenti degli istituti secondari a realizzare programmi radio mirati alla conoscenza e alla riflessione su violenza e stereotipi di genere, bullismo e cyberbullismo.
È possibile contribuire al progetto Network Indifesa con una donazione online

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