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La vita di Grace Achara avrebbe dovuto essere più semplice, dopo la sua fuga dalle fila del Lord’s Resistance Army (LRA), il gruppo ribelle ugandese guidato da Joseph Kony che ha insanguinato il Paese. Ma gli anni trascorsi nella boscaglia, a combattere e uccidere, sono solo metà della storia di questa ragazza.
Rapita da bambina, ha trascorso più della metà della sua vita nella guerriglia con i soldati del LRA. Anni durante i quali è stata violentata, abusata ed è stata costretta a uccidere. “La prima volta quando avevo 16 anni”, racconta in un lungo reportage pubblicato da Al Jazeera. Fu un’esecuzione, ricorda: “Ho coperto i suoi occhi co uno straccio sporco. E ho usato una mazza di legno per fare il lavoro. Ci ho messo solo un minuto”.
Vi proponiamo questo racconto in occasione della Giornata mondiale indetta dall’Unicef contro l’uso dei bambini soldato. Un tema di cui – da qualche anno a questa parte- si parla sempre meno. Sebbene tanti, troppi bambini, ragazzi e ragazze siano ancora costretti a imbracciare un fucile e a partecipare attivamente a un conflitto armato: circa 300mila, secondo le stime più accreditate. Di cui 4 su 10 sono bambine. Costrette non solo a imbracciare un fucile e a uccidere, ma anche a diventare “mogli” dei combattenti o a subire violenze e abusi.
Ma il ritorno a casa – spesso – non rappresenta la fine delle sofferenze. Grace ha abbandonato i campi di battaglia un anno fa e ad Al Jazeera racconta un presente fatto di povertà e stigmatizzazione da parte della comunità.
Nel corso degli anni, il Lord’s resistente armi ha rapito circa 30mila ragazzi, di cui circa un terzo femmine, per alimentare la propria guerra lunga vent’anni contro il governo di Yoweri Museveni. Grace venne data in sposa a un comandante (un uomo molto più vecchio di lei), venne addestrata a combattere.
Solo 16 anni dopo il rapimento Grace e i suoi figli riuscirono a lasciare la foresta e la guerra e a raggiungere un centro di riabilitazione per ex bambini soldato. Purtroppo, per la mancanza di risorse economiche, il supporto fornito dal governo e dalle Ong non è stato efficace per garantire a lei e ad altre migliaia di ragazzi e ragazze un efficace e positivo reinserimento sociale.
Grace si sente abbandonata. Racconta che lo staff della Ong aveva promesso di continuare a seguirla dopo avere lasciato il centro: è passato più di un anno, e ancora sta aspettando. Anche altre ex bambine soldato hanno detto di essere state abbandonate e che il loro programma di reinserimento era stato troppo corto a causa della mancanza di risorse economiche. 


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