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Ha appena 16 anni, tanto coraggio e un obiettivo ambizioso: combattere la cultura machista del suo Paese, il Nicaragua. “Loro (gli uomini, ndr) non ci lasceranno mai vivere le nostre vite”, spiega la giovane Maria Fernanda Pineda Calero alla giornalista Kat Lister.
Maria crede che la cultura “machista” diffusa in Nicaragua ostacoli le donne, soprattutto le più giovani. Che vogliono dalla loro vita qualcosa di più rispetto al matrimonio e ai figli. In Nicaragua ci si aspetta che le donne “sfornino figli, che siano sottomesse, subordinate, compiacenti e deboli”, spiega nell’articolo. Sono semplicemente “caregivers” in una società che le vede come “oggetti per il piacere degli uomini”.
Maria ama ballare, giocare a calcio e si definisce orgogliosamente “femminista” in un Paese dove i diritti delle donne e delle bambine vengono regolarmente calpestati. La ragazza, infatti, fa parte di una piccola e combattiva associazione di donne (Women Constructors of Condega) che rifiuta di subire in silenzio violenze e abusi. Maria gestisce il programma “Born to fly” che organizza workshop a Condega, nel Nord-Ovest del Paese, in cui spiega alle ragazze i loro diritti di cittadinanza, di accesso ai servizi per la salute riproduttiva e sessuale.
La giovane Maria Callero è una delle migliaia di donne che in Nicaragua combattono per i propri diritti. E le sfide, nel Paese, sono tante. Nell’ottobre 2006 il governo ha vietato l’aborto in tutte le circostanze: persino quando è vittima di violenza o se la sua vita è in pericolo. Inoltre, secondo Plan International, solo nel 2013 sono stati registrati più di 6mila casi di stupro. Nell’88% dei casi, le vittime erano adolescenti.
Inoltre il Nicaragua ha il più alto tasso di gravidanze precoci dell’America Latina: il 28% delle ragazze nicaraguensi partoriscono prima dei 18 anni. L’educazione sessuale è tabù. Per Maria Calero promuovere progetti di educazione sessuale è il solo modo per fornire le conoscenze necessarie per avere pieno diritto sul proprio corpo. “La tutela della salute sessuale è importante per la responsabilizzazione delle donne. Che devono essere libere di decidere del proprio corpo. Noi donne non dobbiamo permettere agli uomini di manipolarci, controllarci o assoggettarci – spiega -. Come donne dobbiamo essere tutte concordi su questo. Dobbiamo essere concordi sul fatto che vogliamo il controllo sulla nostra mente, sul nostro corpo, sul fatto di avere figli”.

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