Seleziona una pagina

Samrawit aveva 19 anni. O forse era persino più piccola, secondo alcuni testimoni aveva solo 17 anni. Samrawit è morta la notte del 12 luglio, investita da un’automobile mentre cercava di attraversare l’autostrada che circonda la città di Calais.
Non era un’incosciente Samrawit, non avrebbe mia attraversato di corsa – in piena notte – un’autostrada dove le vetture viaggiano a velocità sostenuta. Samrawit era in fuga e attraversare quell’autostrada di notte era l’unico modo per provare a raggiungere la salvezza. Samrawit era in fuga dall’Eritrea, piccolo Paese del Corno d’Africa dove la dittatura imposta da più di vent’anni da Isaias Afeworki costringe ragazzi e ragazze al servizio militare coatto a tempo indeterminato.
Si finisce sotto le armi a 16 anni e si continua a vivere da soldati (ma spesso sfruttati come manodopera a basso costo nella realizzazione di infrastrutture o nelle miniere). Per le ragazze, soprattutto per le più belle, il rischio di essere costrette a prostituirsi o a vendersi agli ufficiali è molto concreto.
Ogni mese, circa 5mila persone fuggono dall’Eritrea. Tra loro, anche Samrawit. Era arrivata a Calais da appena cinque settimane e voleva raggiungere l’Inghilterra. Era stata fortunata (se di fortuna si puù parlare): dopo lo sgombero della jungle, l’accampamento informale, di Steenvoorde era stata accolta in un centro di accoglienza per sole donne. A differenza di altre migliaia di persone, Samrawit poteva dormire in un luogo asciutto invece che sotto una tendina di plastica e in mezzo al fango.
“Samrawit era minorenne avrebbe dovuto essere sotto la tutela dell’ente per la protezione dell’infanzia. Avrebbe potuto ricongiungersi legalmente con il fratello in Gran Bretagna”, denunciano gli attivisti del gruppo francese “Passeurs d’hospitalites” (“Trafficanti di ospitalità”). E invece, per cercare di raggiungere l’Inghilterra non ha avuto alternativa se non quella di trascorrere ogni notte nelle ultime cinque settimane nel tentativo di salire di nascosto su un camion diretto in Inghilterra.
La notte del 12 luglio Samrawit è stata investita da un camion. È morta tre giorni dopo, in ospedale. A una manciata di chilometri dal suo obiettivo.
Le associazioni “Medicins du Monde”, “Help refugees” e “L’auberge aux migrants” vorrebbe rimpatriare il corpo di Samrawit in Eritrea per dare alla sua famiglia la possibilità di seppellirla e piangerla. Le spese però sono molto elevate (più di 6mila euro) e chi volesse contribuire può farlo a questo link.
*Il ritratto di Samrawit è stato realizzato da Anne Gorouben http://www.annegorouben.com/

Share This