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La bicicletta viene spesso definita “una macchina perfetta”. Il perché di questa definizione è presto detto: è economica, non consuma benzina o altri combustibili e la sua manutenzione è estremamente semplice. Inoltre, permette di percorrere in una manciata di minuti distanze che richiederebbero ore di cammino. La bicicletta, dunque, è sinonimo di autonomia e indipendenza. Nelle nostre città come nei villaggi di Paesi poveri come, ad esempio, il Guatemala.
Una bicicletta può anche cambiare la vita di una persona. Come è successo a Gladys, una ragazza guatemalteca che vive nel distretto rurale di Chisec e che è stata costretta ad abbandonare gli studi una volta conclusa la scuola primaria perché l’istituto distava ben otto chilometri da casa. Una distanza che la ragazza non poteva percorrere in sicurezza anche perché in alcuni casi avrebbe dovuto viaggiare dopo il tramonto. E in questa regione del Guatemala, il rischio di essere assalita per strada è molto concreto – soprattutto per una ragazza sola – e così molti genitori costringono le proprie figlie ad abbandonare gli studi. Per timore che lungo la strada possa accadere loro qualcosa di brutto.
L’abbandono scolastico però ha conseguenze altrettanto gravi. In questa regione del Guatemala, infatti, il tasso di matrimoni precoci per le ragazze è particolarmente elevato. Uno studio condotto nel 2015 ha evidenziato come nel distretto di Chisec nove ragazze su dieci si sposano o restano incinte dopo aver lasciato la scuola.
Per evitare che le ragazze come Gladys diventino baby spose e successivamente baby mamme è importante che restino sui banchi di scuola il più a lungo possibile. Per questo motivo il programma “Opening Opportunities” dell’Unfpa (il fondo delle Nazioni Unite per la popolazione) in collaborazione con la campagna “Girl up” ha distribuito circa 250 biciclette ad altrettante ragazze che avevano dovuto interrompere gli studi o a rischio di dispersione scolastica. Grazie alle loro nuove due ruote, le ragazze possono viaggiare più velocemente e soprattutto viaggiare in gruppo per una maggiore sicurezza.
“Una bicicletta ha il potere di cambiare vite – è il commento di Verónica Simán, rappresentante dell’Unfpa in Guatemala – più che un mezzo di trasporto, è un simbolo di libertà e autonomia. Una risorsa che permette a queste ragazze di continuare i propri studi e di non rinunciare ai propri progetti di vita”.
Per saperne di più, visita il sito Unfpa.

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