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Quello dei matrimoni precoci è un fenomeno che non riguarda solo i Paesi dell’Africa sub-sahariana, l’Asia o l’America Latina. Abbiamo già scritto diverse volte (qui e qui) della complessa situazione negli Stati Uniti o dell’allarme lanciato in Inghilterra sui matrimoni forzati. E nemmeno l’Italia è esente da questo fenomeno: la denuncia arriva dall’Associazione 21 luglio che ha condotto una ricerca in otto differenti realtà abitative (sette baraccopoli e un’occupazione) in cui vivono più di 3mila persone e prendendo in considerazione i matrimoni avvenuti negli ultimi due anni (2014-2016).
Il risultato di questo report (dal titolo evocativo: “Non ho l’età. I matrimoni precoci nelle baraccopoli della città di Roma”) mette in luce come i matrimoni celebrati tra il 2014 e il 2016 siano stati 71: su un totale di 142 neo-sposi, quasi il 50% ha pronunciato il fatidico “sì” prima di aver compiuto i 18 anni. Tra coloro che si sono sposati ancora minorenni, nel 72% dei casi all’altare sono arrivati ragazzi e soprattutto ragazze con un’età compresa tra i 16 e i 17 anni. Ma nel 30% dei casi i neo sposi avevano un’età compresa tra i 12 e i 15 anni.
Nelle baraccopoli romane, così come avviene nel resto del mondo, sono le ragazze a essere particolarmente penalizzate: una ragazza su due si sposa tra i 16 e i 17 anni (per i maschi la percentuale scende al 15%), una si cinque arriva al matrimonio con un’età compresa tra i 13 e i 15 anni (per i maschi la percentuale scende al 7%). Complessivamente, nel piccolo mondo delle baraccopoli romane il tasso dei matrimoni precoci è del 77%. Si tratta di un dato estremamente elevato, superiore persino rispetto a quello del Niger che, con un’incidenza del 76% detiene il triste primato mondiale.
Quali sono le ragioni che spingono i giovani abitanti delle baraccopoli verso il matrimonio? C’è innanzitutto una forte influenza sociale e una tradizione ormai consolidata che vede nella verginità un grande valore. “Il valore della verginità sembra imporsi come immutabile tra le generazioni, soprattutto tra le famiglie intervistate –si legge nel report-. Mentre le adolescenti esprimono posizioni che si collocano in discontinuità con quelle dei genitori rispetto all’età del matrimonio, (per cui desiderano sposarsi più tardi di quanto abbiano fatto i propri genitori e desiderano che elementi proprie figlie si sposino più tardi di quanto loro dovranno fare o hanno fatto), la loro opinioni circa la verginità sono affini a quelle dei genitori”.
Ma non è solo una questione di “tradizioni”. A favorire la diffusione del fenomeno, infatti, è lo “svantaggio socio-economico e il condizionamento della collettività di uno spazio generalmente ristretto e densamente abitato”. Dalle interviste svolte durante la ricerca è emerso come il contesto abitativo abbia un importante impatto sui matrimoni precoci. Inoltre, il fallimento dell’esperienza scolastica, contribuisce in maniera importante a orientare i giovani verso la scelta del matrimonio precoce. “L’esperienza scolastica, per i giovani provenienti dalle baraccopoli, può tradursi in un’esperienza di profonda sofferenza e frustrazione. Il matrimonio precoce rappresenta un’opportunità, un canale e un modo per investire le proprie energie e il proprio tempo”, si legge nel report.

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