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“Ho scelto l’istruzione, non le mutilazioni genitali”. Cecilia (nome di fantasia) è scappata da casa per non subire quella che, all’interno di alcune comunità del Kenya, è una prassi comune per le ragazzine. Ora, si trova all’interno di una struttura protetta a Narok: “Se tornassi a casa, sarei costretta a subire il taglio e ovviamente sarei costretta a sposarmi”, spiega. Josephine ha subito il “taglio” a nove anni: “Quando avevo 12 anni, mio padre voleva farmi sposare”. La ragazza ha quindi deciso di fuggire di casa e ha trovato protezione in una struttura protetta. Dieci anni dopo, Josephine sta studiando per diventare avvocato: “Inizio a vedere i frutti del mio lavoro. Credo di essere nella posizione per poter fare attività di sensibilizzazione, soprattutto a favore delle ragazze. Alcune di loro non sono consapevoli dei loro diritti”.

I numeri della violenza sulle bambine e le ragazze

In base alle stime dell’Organizzazione mondiale per la salute, sono circa 200 milioni le donne e le ragazze che hanno subito una mutilazione genitale; vivono prevalentemente in 30 Paesi della fascia sub-sahariana e del Corno d’Africa. L’aspetto più preoccupante è che nella metà dei Paesi in cui è diffuso il fenomeno, la maggior parte delle bambine subiscono la mutilazione prima dei cinque anni. In Repubblica Centrafricana, Ciad, Egitto e Somalia, circa l’80% delle ragazze è stata mutilata tra i 5 e i 14 anni.
Rispetto ai loro coetanei maschi, bambine e ragazze hanno maggiori probabilità di abbandonare la scuola o di non essere nemmeno iscritte ai cicli di studio secondario e terziario. Il loro destino è quello di diventare spose bambine (circa 15 milioni ogni anno) o essere costrette a lavorare come domestiche: circa 11 milioni di bambine sfruttate, obbligate a lavorare anche 20 ore al giorno, spesso senza ricevere alcun compenso. Sottoposte a ogni tipo di abuso e psicologico.
Numeri di un’infanzia negata che crescono fino all’incredibile numero delle ragazze con meno di 20 anni che hanno subito “rapporti forzati o altri atti sessuali forzati”: circa 120 milioni, una su dieci a livello globale. Numeri che raccontiamo ogni anno nel dossier “InDifesa” che viene presentato in occasione della Giornata mondiale delle bambine e delle ragazze che si celebra il 10 ottobre.

I numeri della violenza in Italia

In Italia ogni giorno più di due bambini subiscono abusi e violenze sessuali: oltre 950 minori nel 2017. Un bilancio drammatico quello rilevato nel 2017 per il nostro Paese perché il numero di reati commessi su bambini e minori non è mai stato così alto da un decennio a questa parte, toccando la cifra di 5.383 minori e registrando un incremento del +6% rispetto al 2015. E le piccole vittime sono in prevalenza femmine. Le bambine sono l’83% delle vittime di violenze sessuali aggravate, l’82% dei minori entrati nel giro della produzione di materiale pornografico, il 78% delle vittime di corruzione di minorenne, ovvero bambine al di sotto dei 14 anni forzate ad assistere ad atti sessuali.
Terre des Hommes, con la Campagna Indifesa si impegna a tutelare milioni di baby spose, baby mamme, ragazze violate e vittime di tratta, mettendo fine a violenze e maltrattamenti, per garantire un futuro migliore a loro e a tutta l’Umanità. In particolare la raccolta fondi di questa edizione servirà a sostenere interventi di prevenzione delle violenza e degli stereotipi di genere nelle Scuole superiori italiane, a contrastare il fenomeno della schiavitù domestica delle bambine e delle ragazze in Perù e a combattere le mutilazioni genitali femminili in Mauritania.
Basta un SMS o chiamata al numero solidale 45549 per sostenere la Campagna di raccolta fondi “Indifesa”. Dal 26 febbraio all’8 marzo 2018.

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