Nel corso della stessa settimana in Colombia si è scatenata una polemica su una canzone che sessualizzava ragazze minorenni ed è stata approvata dal Senato in via definitiva la legge che mette fine ai matrimoni precoci, in cui anche solo una delle due parti in causa sia minorenne.
Si è trattato di un caso fortuito? Facciamo un passo indietro.
Otto star del reggaetón, genere musicale popolarissimo fra i giovani dei Paesi centro e sudamericani, hanno deciso di rendere omaggio alla Colombia con un brano dal titolo +57 (il prefisso telefonico nazionale), che ha avuto subito enorme successo.
Nella canzone si cantano i contrasti di Medellín, città che peraltro vorrebbe scrollarsi di dosso l’immagine che di lei conosce il mondo intero: capitale del narcotraffico e del turismo sessuale.
Peccato che il testo sia intriso di commenti sessualizzanti, di cui all’inizio era oggetto una minorenne.
La canzone narrava infatti di “una mamacita desde los fourteen” (una bella ragazza di quattordici anni) che scappa di casa per drogarsi e prostituirsi, in equilibrio molto instabile fra stereotipi machisti e tentativi di emancipazione femminile.
Un contesto problematico
In poco tempo si è scatenata una polemica rispetto ai temi della canzone, specie rispetto alla sessualizzazione delle adolescenti, poco più che bambine, proprio in un contesto problematico come quello di Medellín e, più in generale, della Colombia.
La società civile, ma anche molti esponenti politici arrivando fino al Presidente della Repubblica, hanno puntato il riflettore sulla responsabilità dell’autrice e degli autori nel contribuire ad alimentare un immaginario vittimizzante e degradante nei confronti delle minorenni.
Dopo qualche giorno, quindi, è uscita una nuova versione ufficiale della canzone dove a drogarsi e prostituirsi è “una mamacita desde los eighteen”. Maggiorenne, quindi.
Per quanto si possa considerare questo solo un piccolo passo avanti, in un contesto culturale specifico e che va comunque considerato, sappiate però che la canzone, o meglio il dibattito che ha scatenato, ha contribuito direttamente all’approvazione della legge di cui parlavamo sopra.
La nuova norma non solo mette fine al matrimonio precoce, ma tutela le ragazze e i ragazzi minorenni che già si trovino in un’unione di fatto o un matrimonio, permettendone l’annullamento.
A partire dal 2007 erano state presentate ben nove proposte di legge, bocciate una dopo l’altra, nell’unico Paese latinoamericano oltre all’Argentina in cui è ancora possibile sposarsi a 14 anni. Con il consenso dei genitori, ma comunque 4 anni prima della maggiore età.
Si attende ora la ratifica presidenziale: questo grande passo avanti garantirà maggiori diritti per migliaia di bambine e bambini, allineando la Colombia agli standard dell’Unicef, che plaude l’iniziativa.
L’agenzia delle Nazioni Unite ha registrato che nel Paese il 73,4% delle bambine e ragazze vittime di matrimoni precoci sono unite a uomini di almeno 20 anni più grandi di loro.
Non più tardi di 10 anni fa, il 28% delle ragazze colombiane si sposava prima di compiere 18 anni.
Ogni passo avanti, piccolo o grande, segna un cammino. Perché domani si canti di tutt’altra mamacita.