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Negli ultimi 25 anni, Giorgi Ugrekhelidze ha incontrato molte donne che avevano deciso di interrompere la gravidanza solo perché il bambino in arrivo era di sesso femminile. “In molti casi, sono i mariti a spingere le mogli a compiere questa decisione”, spiega Ugrekhelidze che è un membro influente della chiesa in Georgia. Nel piccolo Paese caucasico, gli aborti selettivi rappresentano un serio problema: ogni 100 bambine, infatti, vengono al mondo 108 maschietti. Il rapporto per un bilanciamento corretto tra i sessi dovrebbe essere di 100 bambine ogni 104-106 bambini.
In molti Paesi asiatici (ma non solo) milioni di bambine vengono uccise ancor prima di venire al mondo per il semplice fatto di essere di sesso femminile: in Cina e India (solo per indicare i Paesi dove il fenomeno è maggiormente diffuso) la preferenza dei genitori per i figli maschi ha già prodotto gravi squilibri nel rapporto tra i sessi. Al punto che per milioni di uomini sarà un problema trovare moglie, per non parlare dell’aumento del rischio di tratta e sfruttamento. Le donne mancanti, per effetto di questa selezione, sarebbero almeno 117 milioni.
Una situazione simile si verifica in Georgia e in molti altri Paesi dell’area caucasica. A differenza di molti uomini, Giorgi Ugrekhelidze è padre orgoglioso di tre figlie e nonno di due bambine: “Sono felice di avere così tante figlie”, spiega in un’intervista rilasciata a Unfpa (Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione). Ma sono in pochi a pensarla come lui: agli occhi di molti uomini le bambine hanno meno valore rispetto ai maschi.
Una discriminazione che si riflette su una normativa antiquata e iniqua che, ad esempio, impedisce alle figlie femmine di ereditare ma le obbliga a farsi carico dei genitori anziani. In questo contesto, i genitori preferiscono mettere al mondo figli maschi anziché femmine.
La sola soluzione per questa situazione – spiegano gli esperti – è migliorare lo status delle donne e delle ragazze. Occorre intervenire sulle radici profonde che determinano questi comportamenti. Ma per avviare serie politiche di intervento per contrastare il fenomeno degli aborti selettivi sono necessari dati accurati e uno studio sulle specifiche ragioni della preferenza per i figli maschi all’interno delle comunità.
Per questi motivi Unfpa sta per lanciare un ambizioso programma su scala globale, che andrò a contrastare il fenomeno in vari Paesi (Armenia, Azerbaijan, Bangladesh, Georgia, Nepal, Vietnam). “La preferenza per i figli maschi è innanzitutto una discriminazione di genere e una violazione dei diritti umani fondamentali delle donne e delle ragazze”, spiega Luis Mora, di Unfpa. “Con questo nuovo progetto di portata globale vogliamo sostenere i governi e la società civile per offrire una migliore conoscenza del fenomeno e supportarli nello sviluppo di politiche che aumentino il valore – all’interno delle società – delle bambine e delle ragazze”.

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