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Sedici anni dopo l’invasione americana dell’Afghanistan, due bambine su tre non possono frequentare la scuola a causa della crescente condizione di insicurezza e della povertà. Complessivamente sarebbero circa 3,5 milioni i bambini che non possono frequentare la scuola (ma il dato potrebbe essere ancora più elevato a causa della mancanza di dati attendibili da parte delle autorità afghane), di questi, l’85% sono femmine. La denuncia è contenuta in un report di Human Rights Watch.
“Il governo afghano e i donatori internazionali avevano fatto promesse coraggiose nel 2001, per garantire istruzione a tutte le ragazze. Ma l’insicurezza, la povertà e gli sfollamenti ora stanno portanto sempre più bambine e ragazze fuori dalla scuola”, ha denunciato Liesl Gerntholtz, referente per i diritti delle donne di Human Rights Watch, associazione che ha curato la ricerca.
Rispetto all’oppressivo regime dei Talebani (1996-2001) sono stati fatti importanti passi avanti: milioni di bambine e ragazze hanno potuto frequentare la scuola in questi anni. Ma recentemente la frequenza scolastica delle bambine ha iniziato a calare: solo il 37% delle adolescenti afghane è in grado di leggere e scrivere. Per la componente maschile, la percentuale è al 66%.

Insicurezza e povertà scoraggiano la frequenza scolastica

L’insicurezza, il conflitto strisciante che vede contrapposti in molte regioni i talebani e l’esercito regolare e la povertà sono le principali motivazioni che spingono bambine e ragazze ad abbandonare gli studi. Tuttavia, anche da parte del Governo -probabilmente- non è stato fatto tutto il necessario per incentivarne la frequenza scolastica: gli istituti femminili sono meno diffusi rispetto a quelli maschili. Inoltre nella metà delle province prese in analisi, solo il 20% degli insegnanti sono donne. Questo fatto rappresenta una barriera insormontabile: le famiglie di molte studentesse non accetterebbero mai un insegnante maschio per le proprie figlie femmine, soprattutto durante l’adolescenza.
Bisogna poi fare i conti con la mancanza di infrastrutture: le scuole femminili sono poche e per raggiungerle le bambine devono viaggiare per ore (con elevati rischi per la propria sicurezza). Inoltre il 41% degli istituti non ha muri, acqua corrente o bagni. Oggi i Talebani e altri gruppi ribelli (tra cui l’Isis) controllano o contendono al governo centrale il 40% dei distretti. Questa situazione di perenne insicurezza ha spinto migliaia di famiglie a lasciare le proprie case (circa un milione di afghani sono sfollati interni). Là dove sono i Talebani a comandare per le ragazze è ancora più difficile frequentare la scuola, mentre dove ancora si combatte chi si reca ogni giorno in classe per studiare lo fa a prezzo di gravi rischi. “Milizie e gang criminali hanno proliferato –denuncia HRW- e le ragazze affrontano minacce come sturpi, rapimenti e attacchi con acido, nonché attacchi mirati e minacce contro l’educazione delle ragazze. In questo contesto, l’istruzione è sempre più colpita e le ragazze subiscono danni sproporzionati”.

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