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Il Bangladesh ha fatto un pericoloso passo indietro sui matrimoni precoci. Il parlamento di Dacca ha infatti accolto una proposta di modifica al “Child marriage restraint act” (varato nel 1929) Che permette alle ragazze con meno di 18 anni di sposarsi “in alcuni casi specifici”. Per le associazioni impegnate nella tutela dei diritti delle bambine, questa decisione rischia di cancellare i risultati ottenuti in questi anni per ridurre il numero dei matrimoni precoci e – di conseguenza – le gravidanze infantili.
Il Bangladesh ha uno dei tassi più elevati al mondo di matrimoni infantili, soprattutto tra le ragazzine con meno di 15 anni. I dati dell’Unicef evidenziano però come l’incidenza delle baby spose con meno di 18 anni sia passata dal 65% del 2000 al 52% del 2016. Mentre tra le under 15 si è passati dal 38% al 18%.
Il primo ministro Sheikh Hasina e gli altri rappresentanti del governo favorevoli alla riforma sostengono che sia necessaria per prevenire l’ostracismo sociale che subiscono le ragazze incinte e che non sono sposate. Ma in Bangladesh – replicano le associazioni – sono pochissime le bambine che restano incinte al di fuori del matrimonio.
Con questa nuova normativa, ogni matrimonio in cui la sposa ha meno di 18 anni verrà sottoposto da un comitato locale e approvato da un tribunale. Chi si oppone a questo decreto invece evidenzia come questi comitati siano collusi con i genitori che spingono le loro figlie a sposarsi prima dei 18 anni. Oppure falsificando i certificati di matrimonio per farle risultare più grandi.
La normativa precedente – sebbene non fosse perfetta – aveva una serie di strumenti che permettevano alle ragazze di far rispettare i propri diritti. Come ha fatto Sharmin Akter, studentessa diciassettenne di Jamalpur nel nord del Bangladesh. Quando aveva solo 13 anni avrebbe dovuto sposare un uomo molto più anziano di lei, ma la ragazza si è rivolta a un’associazione locale formata da adolescenti che hanno chiamato la polizia. “La mia vita è stata una lotta – racconta – ma alla fine ho vinto”. Adesso il suo obiettivo è convincere i suoi genitori a lasciarla studiare.

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