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“Se i genitori non sanno quando finirà questa pandemia, non resteranno ad aspettare che si trovi una soluzione all’istruzione delle proprie figlie. Le faranno sposare subito”. L’allarme arriva dall’India, da un’attivista della rete internazionale “Girls Not Brides“. Per contenere la diffusione del Coronavirus, il governo indiano ha deciso di chiudere tutte le scuole del Paese: 320 milioni di studenti –di cui 158 milioni sono bambine e ragazze– da settimane non possono frequentare le lezioni. In tutto il mondo sono 189 i Paesi che hanno adottato lo stesso provvedimento. Il risultato: 1,5 miliardi di alunni e studenti (l’89% della popolazione studentesca a livello mondiale) non possono frequentare regolarmente le lezioni.
Le bambine e le ragazze che non possono andare a scuola (circa 743 milioni) sono particolarmente colpite da questi provvedimenti e per molte di loro le conseguenze potrebbero essere drammatiche avverte Unesco, l’agenzia delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura. L’allarme riguarda in modo particolare le oltre 111 milioni di bambine e ragazze che vivono nei Paesi meno sviluppati “dove già normalmente andare a scuola è una sfida“. In Mali, Niger e Sud Sudan (tre Paesi con i tassi di iscrizione e completamento dei cicli formativi più bassi tra le ragazze) la chiusura delle scuole ha costretto oltre quattro milioni di ragazze a interrompere gli studi.

Le conseguenze del Coronavirus sulle bambine

“Stiamo appena iniziando a scoprire gli impatti economici del Covid-19, ma ci si aspetta che saranno diffusi e devastanti, in particolare per le donne e le ragazze -sottolinea Unesco-. Nei Paesi del Sud del mondo, dove le misure di protezione sociale sono limitate, le difficoltà economiche causate dalla crisi avranno una ricaduta sulle ragazze, poiché le famiglie considerano i costi finanziari e i costi di opportunità per l’istruzione delle loro figlie”. Così, mentre una parte delle bambine e delle ragazze torneranno sui banchi una volta conclusa l’emergenza Coronavirus, molte altre non torneranno mai sui banchi di scuola. Matrimoni precoci, violenze, gravidanze non volute, lunghe ore di lavoro nei campi o nella cura dei fratelli minori impediranno loro di completare gli studi.

I matrimoni precoci

Il timore più diffuso è un aumento dei matrimoni precoci. “Sappiamo già che ci sono chiari legami tra la mancanza di accesso all’istruzione e l’aumento del tasso di matrimoni precoci –denuncia “Girls not brides”– e la diffusa chiusura delle scuole sta avendo un impatto diretto e negativo”. L’impatto della chiusura delle scuole è particolarmente pesante per le famiglie più povere che, ad esempio, contavano sui pasti scolastici per sfamare le proprie figlie e che ora devono affrontare un onere maggiore per sfamare tutti i propri figli.
Secondo le stime di UNFPA (l’agenzia delle Nazioni Unite per la popolazione) l’epidemia di Covid-19 costringerà ONG e governi a interrompere le proprie campagne contro il matrimonio precoce. “Con il risultato potenziale di oltre 13 milioni di matrimoni precoci tra il 2020 e il 2030 che altrimenti avrebbero potuto essere evitati”, si legge in un documento dell’agenzia.

Violenze e gravidanze precoci

In termini di dimensioni, la crisi innescata dal Coronavirus è sicuramente senza precedenti. Ma se andiamo a guardare a quello che è successo nei Paesi dell’Africa Occidentale colpiti dall’epidemia di Ebola tra il 2014 e il 2016, è possibile scorgere un inquietante precedent: circa 5 milioni di bambini furono interessati dalla chiusura delle scuole in Guinea, Liberia e Sierra Leone nel picco dell’epidemia.
Diversi studi -sottolinea Unesco- hanno evidenziato come la chiusura delle scuole avesse aumentato la vulnerabilità di bambine e ragazze esponendole a maggiori rischi di subire violenza fisica e sessuale. Sia da parte dei coetanei, sia da parte di adulti. Al tempo stesso, molte ragazze appartenenti agli strati sociali più poveri, sono state costrette a prostituirsi per contribuire al sostentamento delle famiglie. “In alcune comunità della Sierra Leone le gravidanze tra adolescenti sono aumentate del 65% durante la crisi di Ebola”, sottolinea Unesco. Prive dell’ambiente sicuro della scuola, le ragazze sono diventate “prede” ancora più facili.
Il lockdown, la chiusura dei servizi e l’impossibilità a uscire di casa, inoltre, impediscono a donne e ragazze di accedere ai consultori e ai mezzi di contraccezione moderni. Sempre secondo le stime di Unfpa questo potrebbe tradursi in oltre 7 milioni di gravidanze non volute nel caso in cui il lockdown si prolungasse per sei mesi.

Didattica a distanza, ma non per le ragazze

In Europa e negli Stati Uniti la risposta delle istituzioni alla chiusura della scuola è stata l’attivazione di sistemi (più o meno complessi) che permettono di svolgere le lezioni a distanza. Connessioni internet, tablet e personal computer, email e aule virtuali hanno sostituito banchi e cattedre. Ma non dappertutto. Nei Paesi meno sviluppato il 70% dei giovani non possono accedere alla rete, mentre il “gender gap” nell’accesso a internet -che penalizza la componente femminile- è di 17 punti percentuali. “Le ragazze, le donne e altri gruppi marginalizzati hanno meno possibilità di accedere a queste tecnologie. Ora che l’epidemia di Coronavirus ha cambiato così tanti aspetti della nostra vita quotidiana questa impossibilità a connettersi è diventata ancora più significativa. Senza accesso all’istruzione online, le ragazze rischiano una pericolosa esclusione”, commenta Phumzile Mlambo-Ngcuka, direttore esecutivo di UN Women.

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