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Il Governo indiano ha deciso di creare una rete di agenzie governative, ONG e associazioni di base per combattere il fenomeno degli abusi sessuali sui bambini online. Il 16 gennaio il Ministero dello Sviluppo della Donna e del Bambino ha avviato una serie di consultazioni in tutta l’India con l’obiettivo di sviluppare un sistema esteso su scala nazionale che coinvolga genitori, scuole, comunità e governi locali, organizzazioni di base, forze di polizia e avvocati per assicurare una migliore implementazione delle esistenti leggi, politiche e strategie per la protezione e i diritti dei bambini. “Le violenze sessuali e lo sfruttamento dei bambini online amplificano le forme esistenti offline di bullismo, stalking e molestie sessuali”, ha dichiarato il ministro. “La diffusione dell’uso delle moderne tecnologie di comunicazione rende sempre più facile lo sfruttamento sessuale e il traffico dei bambini con la produzione e la diffusione di materiale pedopornografico nella rete. Gli abusi online purtroppo non hanno frontiere”. La coalizione indiana intende adottare un approccio su più piani d’intervento per affrontare il fenomeno, iniziando da una campagna nazionale di sensibilizzazione per il grande pubblico e l’istituzione di un numero verde per denunciare i casi di abusi online sui bambini.
Un caso che ha scosso le coscienze
In Malesia, il governo ha varato un disegno di legge che inserisce i cyberabusi sui bambini all’interno della definizione legale degli abusi sessuali sui bambini. Ciò è la conseguenza diretta del caso del pedofilo britannico Richard Huckle, colpevole di 71 violenze sessuali sui minori in Malesia e Cambogia, condannato da un tribunale londinese a 22 ergastoli lo scorso luglio. Il caso produsse un grosso shock sul pubblico malese e sui social network circolarono molte critiche sulla scarsa efficacia delle leggi nazionali di protezione dei bambini e della loro applicazione. Da qui la mossa del governo per rafforzare gli strumenti legislativi in merito. La proposta di legge verrà discussa in Parlamento a marzo.
Vittoria importante per Sweetie
A fine anno in Olanda la Camera dei Deputati ha approvato con una schiacciante maggioranza un emendamento per la stesura di una legge sul Cybercrimine che consenta l’utilizzo di operazioni sotto copertura e di avatar come “Sweetie” nelle indagini e nel perseguimento dei predatori di bambini online. Anche se gli ufficiali della polizia postale olandese durante alcune indagini si sono finti minori per monitorare gli adescatori, le informazioni raccolte non potevano essere portate in tribunale. La nuova proposta di legge corregerà questa lacuna e, grazie anche all’impegno i di Terre des Hommes, renderà possibile pure l’uso di bambini virtuali nelle indagini e le prove con essi raccolte nei procedimenti penali saranno valide. La proposta è ora passata al Senato per l’approvazione finale. Hans Guyt, responsabile del progetto Sweetie di Terre des Hommes Olanda, ha dichiarato: “Questa decisione costituisce un grande passo in avanti nella lotta agli abusi online sui bambini, avendo a disposizione un nuovo strumento contro questo allarmante fenomeno che si va sempre più estendendo in tutto il mondo”. In Italia questo tipo di strumento non può ancora essere utilizzato nelle indagini, né costituisce prova di reato.
Pur non essendoci dati precisi sul numero delle vittime a livello mondiale, è evidente la netta prevalenza delle bambine, come riscontrato dagli operatori che prestano assistenza ai bambini vittime del turismo sessuale via webcam nelle Filippine con il sostegno di Terre des Hommes.

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