Essa prevede infatti non solo l’asportazione della clitoride ma anche la “chiusura” del canale vaginale mediante la creazione di un sigillo di copertura.
Chi opera l’infibulazione – conosciuta anche come “circoncisione faraonica” – crea il sigillo “tagliando e riposizionando le piccole o le grandi labbra, talvolta mediante cuciture, con o senza rimozione del prepuzio/cappuccio clitorideo e del glande”. Così si legge sul sito dell’Organizzazione mondiale per la Sanità.
In questo modo si lascia solo un piccolo foro per il passaggio dell’urina e del flusso mestruale.
Le ragioni culturali
Tradizionalmente l’infibulazione è associata a valori culturali importanti per le comunità dove si effettua, che si basano su ideali e pratiche legate alla verginità e alla virtù delle donne e alla virilità e al piacere sessuale degli uomini.
• Per la donna è associata alla femminilità, alla bellezza e alla pulizia.
• La chiusura fisica tramite infibulazione è considerata una forma di imene, destinata a creare, proteggere e dimostrare la verginità.
• Un’infibulazione intatta al momento del matrimonio è considerata una prova della verginità e della virtù di una donna e quindi dei suoi elevati standard morali.
• Al contrario, se l’infibulazione non è intatta questo è considerato una prova di incontri sessuali prematrimoniali e quindi di immoralità.
• Di conseguenza ciò può portare all’immediato annullamento del matrimonio, causando la massima vergogna per la donna e la sua famiglia.
• Per quel che riguarda l’uomo, l’infibulazione è associata a valori maschili come la virilità e la prestanza. Infatti ci si aspetta che gli uomini aprano il sigillo di pelle infibulato con il pene per consumare il matrimonio.
• Di conseguenza, l’infibulazione, o meglio l’apertura di un’infibulazione, è associata all’impegno sessuale e quindi alla fertilità.
Le ragioni religiose
Meno chiare sono le ragioni religiose che sottendono la pratica dell’infibulazione.
La maggior parte dei leader religiosi musulmani in Somalia e Sudan sostiene o accetta la pratica. Infatti si limita ad ammonire di non “tagliare troppo in profondità” o di non “esagerare“.
Tuttavia non esiste un chiaro legame tra le MGF e i dettami di Maometto e molte comunità islamiche non le praticano, mentre lo fanno altre comunità di fede cristiana, gli ebrei etiopi e i seguaci di religioni tradizionali africane.
I numeri: la diffusione dell’infibulazione femminile nel mondo
L’infibulazione riguarda circa il 10% dei 200 milioni di ragazze e donne che oggi vivono con una mutilazione genitale ed è diffusa soprattutto in Somalia, a Gibuti e nelle province settentrionali del Sudan.
In Somalia il 99% delle ragazze e donne sono state mutilate, ma solo il 64% ha subito l’infibulazione.
In Sudan questi numeri sono rispettivamente l’87% e il 77%.
Le conseguenze fisiche e psicologiche
Le ragazze e le donne infibulate patiscono tutta una serie di problemi di salute fisica e mentale a breve e a lungo termine.
• Eseguita spesso senza alcuna forma di anestesia in parti altamente sensibili, la pratica causa un forte shock psicologico a causa dell’intenso dolore.
• Le complicanze più comuni sono emorragie e infezioni, dovute alla scarsa igiene degli strumenti usati per l’infibulazione.
• Essendo ostruito il canale vaginale, la minzione e le mestruazioni sono rallentate e particolarmente dolorose.
• Ugualmente sono dolorosi l’iniziazione sessuale e il parto, dato che bisogna lacerare o tagliare il sigillo cutaneo infibulato.
• Anche gli stessi rapporti sessuali in queste condizioni risultano una sofferenza per la donna.
• L’asportazione della clitoride, poi, comporta l’impossibilità o quasi di provare piacere sessuale.
I progressi compiuti nella lotta contro l’infibulazione femminile
Purtroppo i progressi verso l’abolizione dell’infibulazione, come previsto dall’Agenda 2030 degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibili, non sono molti.
• Attualmente non esiste una legge nazionale che vieti le mutilazioni genitali in Somalia. Negli anni scorsi era stata proposta ma ancora l’approvazione non è arrivata.
• Meglio va nel Puntland, Stato semiautonomo della Somalia, dove nel 2021 il governo ha approvato un decreto che vieta le MGF. Questa decisione segue una serie di fatwa emessi dai leader religiosi del Puntland in tal senso
• Nel febbraio 2018 il ministero degli Affari religiosi del Somaliland (stato non riconosciuto dalla comunità internazionale che comprende le provincie più settentrionali della Somalia) ha emesso una fatwa che vieta il tipo più grave di mutilazioni genitali femminili, l’infibulazione appunto.
• Già nel 1995 il governo di Gibuti aveva approvato una legge che vietava le MGF e nel 2009 una nuova legge ha introdotto ulteriori modifiche, tra cui la criminalizzazione dell’omessa denuncia delle MGF alle autorità. Tuttavia, a causa dell’inefficace applicazione della legge, finora non c’è stata alcuna condanna.
• In Sudan ad aprile del 2020 i Consigli sovrani e ministeriali hanno finalmente approvato un emendamento alla legge penale federale che criminalizza e punisce le MGF con fino a 3 anni di carcere per chi le mette in atto. Ma l’infibulazione viene ancora praticata clandestinamente.
Finché non ci sarà un vero cambio culturale, per il quale non sarà più necessaria l’infibulazione perché le donne siano considerate adatte al matrimonio, la pratica verrà ancora eseguita sulle bambine e le ragazze.
Alternative alla infibulazione
Tra le comunità somale e sudanesi emigrate nei Paesi più industrializzati si sta discutendo di spostarsi verso tipi meno invasivi di MGF, come per esempio la circoncisione sunna (rimozione della punta del glande clitorideo) o altri rituali (come la puntura del clitoride per fare uscire qualche goccia di sangue).
Questo per evitare problemi medici e il divieto di praticare le mutilazioni nei Paesi in cui vivono.
Come contribuire a fermare l’infibulazione femminile
Come abbiamo detto uno dei mezzi più efficaci per combatterle è quello di investire sull’istruzione femminile.
Madri più istruite possono rifiutare di sottoporre le proprie figlie a questa pratica, potendo meglio argomentare questa scelta con la famiglia del possibile sposo.
In un contesto caratterizzato da instabilità e conflitti, com’è quello del Corno d’Africa e della Somalia in particolare, rafforzare l’istruzione delle bambine e delle ragazze e avviare progetti per il cambiamento culturale finalizzato all’abbandono dell’infibulazione è una grossa sfida.
Tuttavia è una sfida che la comunità internazionale ha il dovere di tentare e, nel tempo più rapido possibile, di vincere.