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“Uncut. La guerra delle donne contro le mutilazioni genitali femminili” è il titolo di un web-documentario che (attraverso testi, foto e video) racconta la diffusione del fenomeno delle mutilazioni genitali femminili e le storie di donne che si sono coalizzate per sradicare questa dannosa tradizione in tre Paesi africani: Kenya, Etiopia e Somaliland.
Oltre 200 milioni di donne nel mondo hanno subìto una forma di mutilazione genitale. Secondo l’Unicef e l’Organizzazione mondiale della sanità, le vittime si concentrano in 30 Paesi, 27 dei quali sono nel continente africano. Il Parlamento Europeo stima che nella UE vivano 500mila donne immigrate affette da un problema che comporta gravi conseguenze sanitarie e complessi percorsi d’integrazione.
Attraverso “Uncut” è possibile ascoltare la voce delle donne che in Somaliland, Kenya ed Etiopia si battono per riprendere il controllo del proprio corpo. E per evitare che altre bambine siano costrette a subire questa pratica dolorosa e pericolosa. Donne come Lucy Yepe Itore, vicepreside della scuola di Il Bissil, poco lontano da Kajiado (Kenya), ha ricavato uno spazio nei dormitori per le ragazze che lei stessa ha salvato dall’emuatare (la mutilazione rituale) e dai matrimoni precoci. E non passa giorno senza che al cancello spuntino i giovani guerrieri Masai, a reclamare le piccole armati di bastoni. “Mi minacciano, ho dovuto ingaggiare delle guardie”, scoppia a ridere Lucy, una matrona che non ha paura di nulla.
Riceve chiamate d’emergenza dalle sue “spie” negli accampamenti Masai, ed è sempre pronta a partire per spedizioni notturne di salvataggio. “In un altro centro abbiamo accolto 130 ragazze – spiega -. Alcune oggi sono infermiere, una lavora per un’organizzazione internazionale e gira il mondo. Io sono molto orgogliosa di loro”.
Il documentario “Uncut” è stato realizzato dalla giornalista Emanuela Zuccalà e dalla fotoreporter Simona Ghizzoni, grazie all’Innovation in Development Reporting Grant Program dello European Journalism Centre e alla Bill & Melinda Gates Foundation, con il supporto della ong ActionAid e dell’associazione culturale Zona.
UNCUT è stato pubblicato in Italia dal Corriere della Sera, in Spagna dal quotidiano El Pais e in lingua inglese sul sito internazionale di informazione Worldcrunch.

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