La violenza sulle donne e sulle ragazze è una delle violazioni dei diritti umani più diffuse al mondo: non conosce infatti confini sociali, né economici o nazionali. Mina la salute (fisica e psicologica), la dignità, la sicurezza e l’autonomia delle sue vittime. Eppure resta avvolta da una cultura del silenzio: per le donne, infatti, denunciare la violenza subita può essere molto complicato. In molti Paesi del mondo, infatti, diverse forme di abuso non vengono nemmeno sanzionate (più di 70 Stati, ad esempio, non hanno una legge che punisce il cosiddetto “stupro coniugale”) e anche quando esistono sulla carta, farle rispettare è molto difficile a causa della presenza di norme e prassi patriarcali consolidate e diffuse.
Definizione della violenza sulle donne o di genere
“La violenza di genere è la violenza diretta contro una persona a causa del suo sesso o la violenza che colpisce in modo sproporzionato le persone di un determinato sesso”. È questa la definizione data dalla Commissione europea, secondo cui la violenza contro le donne e le ragazze rappresenta una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione delle donne. Questo temine si riferisce “a tutti gli atti di violenza di genere” che comportano o possono comportare danni fisici, sessuali o economici, sofferenza per le donne e le ragazze.
Le tipologie di violenza di genere
Secondo la definizione che ne ha dato la Commissione europea, la violenza di genere può assumere forme diverse:
- violenza fisica, che produce ferite o ha conseguenze sulla salute. In alcuni casi può anche portare alla morte. Nei Paesi dell’Unione europea il 31% delle donne dai 15 anni in su ha subito almeno un episodio di violenza fisica;
- violenza sessuale, ovvero tutti quei comportamenti finalizzati a ottenere un rapporto sessuale senza il consenso della partner. In Europa, circa una donna su venti dai 15 anni in su è stata vittima di stupro;
- violenza psicologica, che comprende comportamenti vessatori come il controllo, la coercizione, la violenza economica e il ricatto. Circa il 43% delle donne in Europa ha subito questi comportamenti da parte del proprio partner.
Alcuni esempi di violenza di genere sono gli abusi domestici, le molestie sessuali (verbali o fisiche che possono arrivare fino allo stupro), le mutilazioni genitali femminili, i matrimoni forzati e il cyberbullismo.
Le cause
La violenza di genere è una delle espressioni più evidenti delle relazioni di potere ineguali tra donne e uomini. La causa principale della violenza è l’autore stesso: è molto importante ricordare che la vittima non è mai responsabile delle azioni che subisce. Non esiste un singolo fattore che possa spiegare la violenza di genere. È invece più corretto parlare di una miriade di fattori che vi contribuiscono e la cui interazione è alla base del problema:
- Fattori culturali. Ovvero visioni patriarcali e sessiste che legittimano la violenza per garantire il dominio degli uomini sulle donne. A questo si aggiungono anche stereotipi e pregiudizi di genere, le aspettative legate al ruolo delle ragazze e delle donne all’interno della famiglia e della società. Inoltre, molti uomini considerano le donne della famiglia (mogli, figlie, sorelle) come di loro proprietà; ai loro occhi questo darebbe loro il diritto di controllarne la sessualità fino al punto di poterne decretare la morte in caso di tradimento (anche presunto) o di comportamenti che possano violare l’onore della famiglia.
- Fattori legali. In molte società ancora oggi le vittime di violenza vengono colpevolizzate per quello che hanno subito: si pensa cioè che siano stati i loro comportamenti, il loro abbigliamento o la loro semplice presenza in un determinato luogo (ad esempio su un mezzo pubblico di sera) a provocare o a causare dei “legittimi” e “comprensibili” comportamenti da parte dei mariti, dei padri o anche di sconosciuti. Questo spiega, in parte, il persistere di bassi livelli di denuncia e di indagine.
- Fattori economici. La mancanza di risorse economiche rende le donne (e in particolare le ragazze più giovani) particolarmente vulnerabili, soprattutto quando la violenza viene esercitata tra le mura domestiche. Le vittime, quindi, si trovano davanti a una drammatica scelta: restare con il proprio aguzzino per poter sopravvivere, oppure allontanarsene rischiando di cadere in povertà.
- Fattori politici. Le donne sono sotto-rappresentate nella politica, di conseguenza hanno meno opportunità di influenzare la discussione pubblica, di incidere sui cambiamenti normativi o di adottare misure per combattere la violenza di genere.
La violenza sulle donne nel mondo: dati e statistiche
Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della salute (Oms) relativi al 2021 quasi una donna su tre a partire dai 15 anni di età è stata vittima di violenza da parte del partner nelle relazioni di intimità, ha subito violenza sessuale (da parte del proprio partner, di un familiare o conoscente, da uno sconosciuto) almeno una volta nella vita. In termini assoluti stiamo parlando di circa 736 milioni di ragazze e di donne. Un dato che non tiene conto del fatto che ogni 11 minuti una donna viene uccisa dal proprio partner.
L’Oms evidenzia poi come la violenza di genere si manifesti con frequenza preoccupante già nell’adolescenza. Tra le ragazze di età compresa tra i 15 e i 19 anni già sposate o che vivono all’interno di una relazione di coppia una su quattro ha subito violenza fisica e/o sessuale almeno una volta nella vita da parte del partner. Allargando lo sguardo alla fascia d’età compresa tra i 15 e i 24 anni, il 16% delle giovani ha subito una qualche forma di violenza nei 12 mesi precedenti. In termini assoluti stiamo parlando di circa 15 milioni di ragazze adolescenti che hanno subito rapporti sessuali contro la loro volontà: nella maggior parte dei casi da parte di mariti, partner e fidanzati (o ex).
Le conseguenze della violenza di genere
Le violenze e gli abusi hanno diverse conseguenze (a breve e a lungo termine) sulla salute fisica, mentale, sessuale e riproduttiva delle donne e delle ragazze che la subiscono. Ferite, gravidanze indesiderate e malattie sessualmente trasmissibili sono solo le conseguenze più evidenti delle violenze. Altre, invece, sono invisibili: ansia, depressione, disturbo da stress post-traumatico e persino autolesionismo. Le ragazze e le donne sopravvissute alla violenza da parte del partner nelle relazioni di intimità, ad esempio, hanno un rischio due volte maggiore di abortire e il 50% di probabilità in più di contrarre una malattia sessualmente trasmissibile o l’Hiv.
Come prevenire la violenza contro le ragazze
La prevenzione svolge un ruolo centrale per sradicare e rimuovere le cause profonde della violenza di genere. Per prima cosa occorre lavorare per mettere in discussione gli stereotipi di genere che rendono accettabili prassi e comportamenti che violano i diritti delle donne e delle ragazze e che si traducono in episodi di violenza ai loro danni: l’organizzazione di campagne, la formazione, la sensibilizzazione rivolta a specifici gruppi, l’educazione tra pari sono alcuni esempi di possibili forme di intervento.
Occorre poi lavorare con gli uomini e in particolare con i ragazzi: molti sono infatti convinti che la violenza ai danni delle donne e delle ragazze possa essere in qualche modo giustificata all’interno della vita domestica, quando queste violano una qualche norma di comportamento, se non ubbidiscono agli ordini impartiti dagli uomini della famiglia e così via. Queste convinzioni sono spesso radicate anche nelle donne, che le perpetuano con i figli già dai primi anni di vita.
Un ruolo cruciale perciò può essere svolto dagli insegnanti, che possono rappresentare dei modelli di comportamento positivi e costituire un veicolo importante di informazione e sensibilizzazione sul tema.
Occorre poi lavorare per garantire alle ragazze e alle donne tutti gli strumenti necessari per riconoscere le possibili situazioni di violenze e agire ai primi campanelli di allarme. Il primo passo, in questo senso, è rappresentato sicuramente dall’istruzione: la possibilità di completare l’intero ciclo scolastico, fino almeno alla scuola secondaria, riduce enormemente il rischio di un matrimonio o una gravidanza precoce. L’istruzione, inoltre, permette alle giovani donne di accedere a lavori più qualificati e meglio remunerati, spezzando così la dipendenza economica da un partner abusante. Infine è importante rivolgere anche alla componente femminile momenti di formazione ed empowerment finalizzati a conoscere i propri diritti e riconoscere la violenza nelle sue forme più precoci. Oltre a garantire a tutte le vittime la possibilità di denunciare e ricevere aiuto adeguato in maniera tempestiva.
Che cosa fa Terre des Hommes per combattere la violenza di genere
Terre des Hommes mette in atto nei suoi progetti un approccio di genere mirato a promuovere e favorire l’istruzione delle bambine e delle ragazze, che come abbiamo visto le protegge da abusi e violenze. Nelle nostre Case del Sole -centri protetti dove i bambini possono giocare e partecipare ad attività educative e ricreative- gli operatori sono formati per individuare precocemente segnali di violenza e segnalare il caso alle autorità competenti. Questi centri ospitano anche incontri con i genitori che trattano spesso di violenza domestica e dei diritti delle donne e delle bambine.
Con la campagna Indifesa offriamo poi soluzioni concrete per il raggiungimento della parità di genere, grazie anche alla partecipazione giovanile e all’empowerment generazionale per un cambiamento culturale che sconfigga violenza, pregiudizi e discriminazioni di genere.
Se vuoi essere parte di questo cambiamento dona ora e proteggi una bambina indifesa.