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Depressione, ansia, disturbi da stress post traumatico (gil stessi di cui soffrono i soldati che hanno combattuto una gurerra). E ancora atti di autolesionismo e persino tentativi di suicidio. Sono questi i danni che la tratta e lo sfruttamento provoca sul corpo e sulla mente di bambini e ragazzi vittime di tratta. Il fenomeno è al centro di una ricerca pubblicata sul “Journal of the American medical associacion” (Associazione dei medici americani). La ricerca è stata condotta attraverso una serie di interviste a 387 bambini e ragazzi di età compresa tra i 10 e i 17 anni. Piccole vittime di tratta in Cambogia, Tailandia, Vietnam che – insieme a Laos Myanmar e la provincia cinese nello Yunnan – formano la regione del Mekong e che oggi sono riusciti a sfuggire alle reti dei loro aguzzini. Tra questi, bambine e ragazze rappresentano la quasi totalità degli intervistati (82%).
I risultati dell’inchiesta sono terribili. Il 12% dei piccoli ha cercato di ferirsi o persino di togliersi la vita nel mese precedente l’intervista. Il 56% dimostra chiari sintomi di depressione, il 33% ha sintomi di ansia, mentre il 26% soffre di disturbi da stress post traumatico. Quasi la metà dei ragazzi intervistati (il 41%) e il 19% delle ragazze hanno subito violenze fisiche durante la tratta. Il 23% delle ragazze ha subito abusi sessuali.
Avere numeri precisi è molto difficile, ma si stma che la tratta di esseri umani è un fenomeno che riguarda circa 2,4 milioni di persone, di cui l’80% sono sfruttate nella prostitutzione. Ma il dato più allarmante è il sempre maggiore coinvolgimenti dei bambini: “A livello globale oggi i bambini rappresentano un terzo di tutte le vittime di tratta individuate – denuncia il Global report on human trafficking -. Due su tre sono di sesso femminile”.

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