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Permettere alle bambine e alle ragazze di studiare, dando così loro gli strumenti per sviluppare una buona istruzione e trovare un lavoro migliore, permetterebbe di liberare un potenziale enorme. E che la Banca Mondiale ha stimato in 12mila miliardi di dollari. In alcuni Paesi, sprigionare la forza lavoro delle ragazze permetterebbe di far crescere il prodotto interno lordo anche del 20%.
“L’educazione delle ragazze è una priorità. Donne più istruite tendono a essere più in salute rispetto a quelle che non hanno istruzione. Partecipano più attivamente al mercato del lavoro, guadagnano più soldi, hanno meno figli e si sposano più tardi. Tutti questi elementi, combinati tra loro, possono incrementare il bilancio familiare e far uscire le comunità e persino le nazioni dalla povertà”, si legge nello studio della Banca Mondiale.

Ragazze a rischio dispersione scolastica

Eppure in molti Paesi a medio e basso reddito sono poche le ragazze che riescono a completare la scuola secondaria. Sempre secondo la Banca Mondiale, nei Paesi dell’Africa Sub-sahariana e nell’Asia Meridionale i maschi hanno 1,5 possibilità in più rispetto alle loro coetanee di completare il ciclo di istruzione secondario. Le ragazze devono restare a casa ad aiutare le madri con i lavori domestici e a prendersi cura dei fratelli più piccoli. Soprattutto quando questi sono malati.
La povertà è uno dei principali ostacoli che impedisce alle ragazze di frequentare la scuola. Con enormi disparità non solo tra Paese e Paese, ma anche all’interno dei confini nazionali. In Nigeria, ad esempio solo il 4% delle giovani donne più povere che vivono nelle regioni Nord-Occidentali sa leggere e scrivere. Mentre tra le giovani più ricche che vivono nel Sud-est il tasso di alfabetizzazione è del 99%.
Per saperne di più.

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