Seleziona una pagina

 Engy è una ragazza di 24 anni. A 19 una bomba ha colpito la chiesa dove andava a pregare, a messa, con la sua famiglia. Ma la bomba ha colpito anche lei. Ha perso così la parte inferiore della gamba. Da quel momento la sua vita è cambiata. All’inizio smarrimento e scoraggiamento, pianti e disperazione. Che però hanno lasciato spazio a una grandissima forza. 

E’ arrivata all’appuntamento con me e gli operatori di Terre des Hommes accompagnata dalla sorella, più piccola di due anni. Si vede che sono unitissime. 

Le chiedo se si dà una spiegazione rispetto a quanto successo, se dà la colpa a qualcuno. “Non do la colpa a nessuno – mi dice – la situazione nel mio Paese è questa, lo accetto”.

Le chiedo anche cosa si sente di dire a chi ha vissuto una esperienza simile o uguale alla sua. Anche qui resto basita dalla maturità di questa ragazza. Mi dice infatti che chi ha vissuto le stesse cose si deve fare forza e che si può affrontare tutto. La parola che mi viene in mente, ascoltando Engy, è una e la associo a molti dei siriani conosciuti nel mio viaggio: dignità. 

Mi chiedo perché in tanti abbiano tutte le opportunità del mondo e altri invece no. Mi chiedono perché milioni di persone debbano faticare così tanto nella loro vita rispetto ad altre e pagare per cose di cui non hanno alcuna colpa. Ma la situazione è questa. Engy ha avuto le protesi dall’Undp e senza l’aiuto del centro di riabilitazione sostenuto da Terre des Hommes avrebbe avuto difficoltà ad imparare a camminare di nuovo in così poco tempo. E’ la classica situazione nella quale si vede immediatamente un beneficio per la persona presa in cura. 

In questa Giornata Internazionale delle Bambine raccontare la storia di Engy, una ragazza come le nostre, che studia meccanica e che lavora come segretaria, è importante per sensibilizzare. La domanda che mi faccio è: cosa accadrebbe se non ci concentrassimo sulle bambine in Siria e altrove? Cosa accadrebbe al Paese? Il diritto allo studio, all’infanzia è fondamentale. 

Infine, una nota sulla Siria. E’ un Paese bellissimo. Avrebbe tutto, in realtà. La cittadella è tra le più antiche del mondo. Sembra di camminare nel passato, con anche un po’ della nostra storia. E’ ingiusto che alcuni Paesi siano sempre destinati ad essere cannibalizzati da chiunque. 

A farne le spese, lo sto imparando in questi anni di viaggi, sono sempre gli indifesi e le indifese. 

Non dimentichiamolo mai. 

Mariangela Pira

Share This