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Sabina, 15 anni, ama molto la papaya ma per alcuni giorni al mese non può mangiarla. “Nella mia comunità c’è una credenza secondo cui durante i giorni del ciclo non possiamo mangiare la papaia. Inoltre ci viene detto anche di non toccare l’albero”. Come molte altre ragazze nepalesi, Sabina non può fare molte cose quando ha le mestruazioni. Non può mangiare frutta fresca, né carne o latticini ma deve nutrirsi solo di riso e cibi essiccati. Non può toccare piante e fiori, non può guardarsi allo specchio, non può pettinarsi i capelli. Non può andare a scuola e viene isolata dalla sua famiglia.
Lo prevede il Chhaupadi, una tradizione molto diffusa tra le comunità del Nepal occidentale, che impone alle ragazze di evitare ogni forma di interazione con la famiglia durante il periodo delle mestruazioni (fino a 6-10 giorni). Una superstizione che lega le mestruazioni all’impurità. Un’impurità che la donna può “trasferire” alle cose che tocca.
Per questo motivo – ogni mese – le ragazze “impure” e “contaminate” vengono separate dalle loro famiglie, costrette in alcuni casi a vivere fuori dalla loro casa. Inoltre non possono sedersi a tavola a mangiare. Viene persino vietato loro di guardare il sole e di andare a scuola.
I tabù legati alle mestruazioni, sono al centro di una campagna di sensibilizzazione promossa dall’associazione “WaterAid”, che ha coinvolto alcune ragazze del distretto di Sindhuli invitandole a fotografare gli oggetti che non possono toccare, le attività che non possono svolgere e in generale tutte le difficoltà legate a questa superstizione.
Bandana ha scelto di fotografare la madre mentre imbocca la sorellina: “Quando ho il ciclo devo stare lontana da tutti e mangiare da sola. Quando nesusno mi tocca, sento che nessuno mi ama. Quando devo stare sola mi sento un’intoccabile, non sento l’amore dei miei genitori, mi rende triste essere trattata in questo modo”.
“Quando ho avuto il primo ciclo non ho potuto andare a scuola e inoltre non mi era nemmeno permesso leggere un libro. È un errore pensare che non possiamo studiare quando abbiamo le mestruazioni”, spiega Manisha, 14 anni.
Ma non sono solo le tradizioni del Chhaupadi (che, sebbene sia stato messo al bando nel 2005 resta ancora molto diffuso in alcune aree rurali) a vincolare le ragazze. “Durante il ciclo è molto imbarazzante per noi lavarci o lavare gli assorbenti in pubblico, dobbiamo cercare gli angoli più nascosti per farlo”, racconta Manisha, 15 anni. Inoltre, nelle scuole mancano i bagni e anche dove ci sono, spesso non garantiscono sufficiente privacy alle ragazze.
“Il silenzio e lo stigma che circondano le mestruazioni impediscono alle ragazze di vivere la loro vita. Inoltre, se non ci sono bagni adeguati e sicuri nelle scuole, le ragazze tendono a stare a casa durante i giorni del ciclo”, spiega Barbara Frost, amministratore delegato di WaterAid’s. Inoltre, l’assenza di luoghi puliti dove le ragazze possano cambiarsi o lavarsi le espone al rischio di contrarre infezioni. “Poter affrontare le mestruazioni in condizioni dignitose e igieniche è essenziale per il benessere della donna”, conclude Barbara Frost.

Leggi l’articolo dell’Independent che racconta l’iniziativa

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