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Quando si parla di matrimoni precoci (sui media, ma non solo) bisogna fare i conti con una serie di luoghi comuni e di stereotipi difficili da sradicare. Ad esempio il fatto che il fenomeno delle “baby spose” sia relegato ad alcuni Paesi (dello Yemen avevamo già parlato su queso blog) o che sia praticato esclusivamente da alcune confessioni religiose (Islam su tutte). Per fare ordine sulla questione, Girls not brides ha elaborato un prontuario con “gli otto miti da sfatare” su matrimoni precoci.
1. I matrimoni precoci avvengono solo in Asia e in Africa
Una rapida ricerca su Google con la parola chiave “child marriage” mostra immagini di baby-spose indiane o madri adolescenti africane. In realtà il matrimonio precoce è un problema globale trasversale che interessa Paesi, regioni, culture e religioni. I Paesi con il più alto numero di spose bambine spazia dal Niger all’Indonesia, al Brasile. Ma questa pratica si registra anche in alcune comunità in Europa e nel Nord America.
2. Il matrimonio precoce è una pratica culturale, in quanto tale dobbiamo rispettarla
In molte comunità, il matrimonio precoce è una tradizione vecchia di decenni, se non di secoli. Da un certo punto di vista si può guardare ai matrimoni precoci come a una tradizione. Ma non tutte le tradizioni sono positive. Il matrimonio precoce priva le bambine della possibilità di avere un’istruzione, mette a rischio la loro salute. Non si tratta di mettere al bando tutte le tradizioni, ma di lavorare con le comunità per cambiare le tradizioni dall’interno. Come dice Graça Machel – una delle portavoci di Girls not brides – “le tradizioni sono fatte dalla persone, le persone possono cambiare le tradizioni”.
3. I matrimoni precoci riguardano solo le bambine
Sebbene i matrimoni precoci siano determinati soprattutto dalla diseguaglianza di genere, è bene evidenziare come anche i bambini vengono costretti a sposarsi ancora minorenni. Secondo l’Unicef, 156 milioni di uomini si sono sposati quando avevano meno di 18 anni. Il matrimonio precoce spinge questi ragazzini nel mondo adulto, costringendoli a responsabilità per cui non sono ancora pronti.
4. I genitori che danno in sposa le loro figlie non si interessano di loro
Spesso il matrimonio precoce è determinato da fattori che vanno al di là delle decisioni delle famiglie. I genitori possono trovarsi in situazioni che non danno loro la possibilità di agire diversamente; in altri casi sono convinti di agire per il meglio e negli interessi delle loro figlie. Pensiamo ad esempio a quello che succede tra i profughi siriani: la guerra, i rischi e le difficoltà economiche spingono molti genitori a combinare il matrimonio delle figlie ancora adolescenti nella speranza di offrire loro migliori condizioni di vita e maggiore sicurezza.
5. I matrimoni precoci riguardano ragazze giovanissime
Sebbene i media si concentrino soprattutto su quelle storie che coinvolgono le giovanissime, la maggioranza dei matrimoni precoci riguarda ragazze adolescenti. Inoltre – a livello globale – i matrimoni tra le “under 15” sta lentamente diminuendo; mentre cresce il numero di baby spose tra le 16enni e le 17enni.
Dietro questo trend si nasconde un problema molto più profondo: l’impossibilità per una ragazza di trovare un lavoro o continuare gli studi una volta che hanno completato la scuola secondaria. Che si unisce alla pressione della famiglia e della società a sposarsi, soprattutto se le ragazze hanno già un fidanzato.
6. È una questione di famiglia, non ci riguarda
Le conseguenze dei matrimoni precoci non restano tra le mura domestiche. Sono 15 milioni le ragazze costrette a sposarsi ogni anno: ed è un problema che ci riguarda tutti. I matrimoni precoci alimentano il ciclo della povertà, dell’ineguaglianza e dell’oppressione, perpetuandolo da una generazione all’altra. I matrimoni precoci sono una delle forme più sfacciate di diseguaglianza di genere. E per questo motivo dovrebbe riguardare tutti noi.
7. Sono un problema religioso
I matrimoni precoci non sono una prerogativa di una sola religione. Riguarda le ragazze musulmane, cristiane, hindu e di altre fedi. È certamente vero che i leader religiosi giocano un ruolo cruciale nel contrasto dei matrimoni precoci. Dovrebbero controllare che entrambi gli sposi abbiano più di 18 anni, promuovere un’interpretazione progressista dei testi sacri e spiegare alle persone che la religione non permette queste unioni.
8. Non si può fare nulla per aiutare queste ragazze
Le ragazze possono giocare un ruolo chiave per combattere i matrimoni precoci, a patto che abbiano accesso all’istruzione e siano consapevoli dei loro diritti. Molte ragazze che in passato si sono sposate da minorenni ora partecipano attivamente a iniziative di sensibilizzazione per contrastare questa pratica. Queste ragazze, proprio per il loro vissuto, sono interlocutori particolarmente credibili per le loro coetanee.

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