Seleziona una pagina

Continua a crescere il fenomeno delle spose bambine siriane tra i rifugiati i Libano. La denuncia arriva da uno studio redatto dall’Unfpa (il fondo delle Nazioni Unite per la popolazione) in collaborazione con l’Università di Beirut e l’associazione “Sawa” tra le donne e le ragazze residenti nella regione della Bekaa. All’interno di questo campione, il 24% delle ragazze di età compresa tra i 15 e i 17 anni è già sposata. Mentre nella fascia d’età 20-24 anni, il 35% delle intervistate si è sposata prima del 18 anni.
“Prima dello scoppio della guerra in Siria, il tasso di matrimoni precoci era molto basso –si legge sul sito Unfpa-. Le stime variano, ma alcune evidenziano come il tasso di matrimoni precoci tra i rifugiati siriani sia quattro volte più alto rispetto a quello che si registrava in Siria prima della guerra. Questo a riprova del fatto che sfollamento, instabilità e povertà portano ai matrimoni precoci”. La ricerca -inoltre- evidenzia come il tasso di scolarizzazione delle giovani rifugiate diminuisca con l’età: il 70% delle bambine di 9 anni va a scuola a fronte del 17% tra le sedicenni. “Le ragazze meno scolarizzate -avverte Unfpa- sono più esposte al rischio di diventare spose bambine”.

Istruzione e sensibilizzazione

Per contrastare la situazione, occorre in primo luogo migliorare la frequenza scolastica delle bambine, soprattutto nel passaggio alla scuola secondaria. Inoltre è necessario migliorare l’applicazione delle politiche che vietano il matrimonio infantile. Ma questo può non essere sufficiente se non aumenta la consapevolezza tra i rifugiati riguardo ai rischi legati ai matrimoni precoci.
 Per questo motivo Unfpa ha promosso corsi di informazione e sensibilizzazione tra i genitori, i leader comunitari e altre figure chiave come gli operatori della salute. L’organizzazione delle Nazioni Unite, inoltre, ha selezionato nove “peer mentor” (mentori “alla pari”) che si rivolgono specificatamente ai padri di famiglia con l’obiettivo di incoraggiarli a ripensare al proprio ruolo familiare, dando loro informazioni corrette sui danni che i matrimoni precoci causano alle loro figlie. “Fate sposare una ragazza a 14 anni e non avrà accesso all’istruzione. In questo modo pensate di alleggerire il vostro carico economico, ma le vostre figlie soffrono per questa scelta”, spiega Adnan Ghazi, 44 anni, uno dei mediatori individuati da Unfpa nella valle della Bekaa.
Compito di Adnan è quello di stimolare il dibattito tra piccoli gruppi di uomini, far emergere criticità e problemi legati ai matrimoni precoci. “Quando dai in sposa le tue figlie, chiedi prima il loro permesso?” oppure “Pensi che una ragazzina di 14 anni sia in grado di prendersi cura di un neonato?”. Tra questi uomini, pochi avevano preso in considerazione queste argomentazioni prima di combinare il matrimonio delle figlie come racconta il reportage pubblicato dal sito “Newsdeeply“.
Educare i padri è essenziale per contrastare i matrimoni precoci. “Troppo spesso sono gli uomini a prendere decisioni in merito alle priorità della coppia o della famiglia. Decisioni che spesso perpetuano i tradizionali ruoli di genere e le diseguaglianze -spiega un portavoce di Unfpa-. Per contrastare questa situazione uomini e ragazzi devono svolgere un ruolo cruciale. Senza un loro coinvolgimento attivo non si potrà ottenere un cambiamento”.
Per questo motivo l’organismo Onu ha lanciato un progetto che prevede la formazione di 200 mentori come Adnan nei prossimi tre anni che dovrebbero essere in grado di coinvolgere più di 18mila uomini in tutto il Libano per coinvolgerli in attività di formazione e sensibilizzazione.

Share This