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Nei Paesi più poveri, guerre, persecuzioni e catastrofi ambientali, hanno effetti drammatici sulla vita delle bambine. Le poche fortunate che vanno a scuola sono costrette a interrompere gli studi, devono cercarsi un lavoro. Molte famiglie decidono di combinare un matrimonio, nell’illusione di garantire alle figlie maggiore sicurezza. E parallelamente cresce il rischio che le giovani superstiti a queste tragedie diventino vittime di tratta.
Abbiamo raccontato spesso quello che succede in Siria e nei Paesi limitrofi a causa della guerra civile. Una situazione che si ripete in maniera molto simile anche nel Sud-Est asiatico dove più della metà delle ragazzine Rohingya che sono fuggite dal Myanmar a seguito delle violenze nella regione sono diventate baby spose. La denuncia viene da un rapporto delle Nazioni Unite ripreso dall’agenzia Reuters.

Rohingya, popolo in fuga

Della storia e delle violazioni dei diritti ai danni della minoranza musulmana dei Rohingya – purtroppo – si parla poco su media occidentali. Questo popolo vive da decenni una storia fatta di discriminazioni, che ha avuto il suo apice durante la giunta militare. In base a una legge sulla concessione della cittadinanza del 1982, ad esempio, i Rohingya non possono prendere la cittadinanza birmana. Mentre i governi successivi sono stati accusati di aver fomentato rivolte violente contro le minoranze etniche, tra cui i Rohingya e i cinesi musulmani.
Nel 2012 si sono riaccese le tensioni tra buddisti e musulmani nello stato del Rakhine (ovest della Birmania), che hanno costretto oltre 168mila persone a lasciare le proprie case. Tra queste, un numero sempre più elevato di donne e ragazze, secondo quanto denuncia l’Unhcr.

Tra le ragazze in fuga, il 60% si è sposata prima dei 18 anni

Una ricerca condotta dall’organizzazione delle Nazioni Unite per i rifugiati su un campione di 85 donne e ragazze Rohingya evidenzia come il 60% di queste si sia sposata prima dei 18 anni. Tutte erano molto giovani quando sono diventate madri la prima volta: l’età media del primo parto è di 18 anni. Inoltre, un terzo del campione intervistato ha dichiarato di essere vittima di violenza domestica.
A preoccupare i rappresentanti delle Nazioni Unite c’è anche il rischio che le ragazze Rohingya in fuga dalle persecuzioni diventino vittima di tratta e sfruttamento sessuale. Secondo le stime dell’Unhcr, ci sarebbero circa 8mila ragazze di etnia Rohingya tra i 14 e i 34 anni nei campi profughi in India, Indonesia e Malesia.

Trafficanti in azione

L’agenzia della Thompson Reuters foundation ha raccolto la storia di una di queste giovanissime. La ragazzina – di cui non viene pubblicato il nome- racconta di aver perso i contatti con la famiglia mentre cercava di raggiungere la Malesia. Catturata dai trafficanti, è stata imprigionata per settimane in un campo nella giungla al confine tra Thailandia e Malesia con altre dozzine di giovani prigioniere.
È stata liberata solo per essere venduta a un uomo appartenente alla sua stessa comunità che cercava una moglie. La baby sposa aveva solo 12 anni al momento delle nozze, il marito dieci anni più di lei.

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