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Al confine tra Myanmar e Bangladesh si sta consumando una grave crisi umanitaria: secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite oltre 300mila profughi Rohingya (gruppo etnico di religione musulmana, perseguitato in Myanmar dalla maggioranza buddista) potrebbe lasciare l’ex Birmania nel volgere di pochi giorni per raggiungere la terra di nessuno oltre il confine con il Bangladesh.
Le violenze nello stato del Rakhine (nell’Ovest del Myanmar, al confine con il Bangladesh) hanno spinto centinaia di migliaia di Rohingya a lasciare il proprio Paese. Secondo le stime dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati sarebbero circa 168mila persone dal 2012 a oggi, con un’altissima presenza di donne e bambine.
Proprio come avviene in Siria (ne abbiamo già parlato sul nostro blog) anche tra la diaspora delle giovanissime Rohingya i matrimoni precoci sono molto diffusi. Un’inchiesta dell’agenzia dell’Unhcr -che ha intervistato 85 donne e ragazze appartenenti a questa minoranza rifugiate in India, Malesia e Indonesia –ha rivelato che ben sei su dieci si erano sposate prima dei 18 anni. Mentre l’età media della nascita del primo figlio era di soli 18 anni.
Quando scoppia una guerra, per le donne e le bambine in fuga, il rischio di cadere vittime di trafficanti, sfruttatori, essere costrette a sposarsi o a prostituirsi cresce in maniera esponenziale. In base alle stime dell’Unhcr ci sarebbero circa 8mila donne e ragazze Rohingya (tra i 14 e i 14 anni) rifugiate tra India, Indonesia e Malesia. In quest’ultimo Paese, il 76% delle intervistate ha dichiarato che il suo matrimonio era stato combinato dalla famiglia o da un brooker, possibile segnale di un episodio di tratta.
“Gruppi di attivisti per i diritti umani hanno segnalato un aumento del numero di spose bambine tra i rifugiati Rohingya in fuga dalle crescenti violenze nello stato del Rakhine”, si legge sul sito della Thompson Reuters Foundation.

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