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Prendi il tuo cellulare e fai partire il cronometro, via.

Sono passati appena tre secondi e una ragazza di 16 anni si è sposata in una cittadina del Bangladesh.

Altri tre secondi: in un villaggio del Niger una bambina di appena 14 anni è appena stata data in sposa dalla sua famiglia a un uomo più grande di lei.

Tre secondi ancora: un’altra baby sposa in Brasile.

Entro un minuto da quando hai fatto partire il cronometro 23 ragazze con meno di 18 anni si sono sposate. Nei cinque minuti di una pausa caffè il loro numero è salito a 115 e in un’ora è arrivato a quota 1.380. A questo ritmo, ogni anno, circa 12 milioni di bambine e ragazze si sposano prima di aver compiuto 18 anni.

Il matrimonio precoce (spesso frutto di un’imposizione da parte della famiglia d’origine) è una delle più gravi forme di violazione dei diritti umani delle bambine e delle ragazze a livello globale.

Alle cosiddette “spose bambine” vengono infatti negati diversi diritti umani fondamentali, a partire da quello all’istruzione. Sono costrette a lasciare la famiglia d’origine per essere inserite all’interno di quella del marito, esposte a un rischio maggiore di subire violenza fisica e sessuale. Spesso la nuova condizione di moglie le costringe a isolarsi e a interrompere le relazioni con i propri coetanei.

Quante sono le spose bambine nel mondo

Nonostante gli sforzi fatti negli ultimi 25 anni (che hanno permesso di evitare circa 65 milioni di matrimoni precoci) sono circa 640 milioni le donne e le ragazze che si sono sposate prima di aver compiuto 18 anni.

Quasi la metà (il 45%, ovvero 290 milioni) vive nei Paesi dell’Asia meridionale e il 20% (circa 127 milioni) nell’Africa sub-sahariana. Seguono l’Asia orientale e la regione del Pacifico (95 milioni) e quella dell’America Latina (58 milioni).

Ma quali sono i Paesi in cui questo fenomeno è più diffuso? La coalizione internazionale “Girls not brides” ha realizzato un accurato atlante globale in cui ha censito il numero di donne di età compresa tra i 20 e i 24 anni che si erano sposate prima di diventare maggiorenni.

I primi dieci Paesi per diffusione dei matrimoni precoci in termini assoluti sono:

  • India: 15,64 milioni
  • Bangladesh: 4,38 milioni
  • Nigeria: 3,74 milioni
  • Etiopia: 2,27 milioni
  • Brasile: 2,22
  • Pakistan: 1,82
  • Indonesia: 1,78
  • Messico: 1,42
  • Repubblica Democratica del Congo: 1,39
  • Filippine: 808mila

Ma secondo un recente rapporto di Unicef sono le bambine e le ragazze che vivono nei Paesi dell’Africa sub-sahariana quelle che corrono il rischio più elevato al mondo di matrimonio precoce: una su tre, infatti, si sposa prima dei 18 anni.

La maggiore incidenza di questo fenomeno è concentrata soprattutto nella regione dell’Africa Occidentale, dove si trovano sette dei dieci Paesi con la più alta prevalenza di matrimoni precoci al mondo:

  • Niger, con il 76% delle ragazze che si sposano prima dei 18 anni
  • Repubblica Centrafricana 61%
  • Ciad 61%
  • Mali 54%
  • Burkina Faso 52%
  • Guinea 47%
  • Nigeria 43%.

Una situazione destinata ad aggravarsi ulteriormente in futuro a causa dell’aumento globale della popolazione, che vedrà raddoppiare il numero degli abitanti dei Paesi dell’Africa sub-sahariana entro il 2050.

Questo, avverte Unicef, causerà un aumento del numero di spose bambine: “Venticinque anni fa la regione ospitava il 15% delle spose bambine a livello globale. Tra le ragazze sposate più di recente, questa percentuale è già salita al 35%. Se le tendenze dell’ultimo decennio continueranno, entro il 2030 questa percentuale salirà al 41%”.

Quali sono le cause del fenomeno

I fattori che possono spingere una famiglia a far sposare la propria figlia ancora adolescente sono diversi e spesso intrecciati tra loro.

  • Disparità e discriminazioni di genere. In molti Paesi prevale ancora una visione patriarcale in base alla quale l’uomo è superiore alla donna, il cui unico ruolo nella società è quello di moglie e madre. In questi contesti, investire nell’istruzione femminile o favorire il loro inserimento sul mercato del lavoro è spesso fuori discussione. Le mogli più giovani, inoltre, vengono considerate più obbedienti.
  • Povertà. Non è un caso che nei Paesi più poveri del mondo i matrimoni precoci interessino il 40% delle bambine e delle ragazze, un tasso doppio rispetto alla media globale. Per le famiglie più povere dare in sposa una o più figlie è un modo per garantire la sopravvivenza del resto del nucleo familiare. Spesso, infatti, il numero di matrimoni precoci aumenta a seguito di eventi che causano un ulteriore impoverimento delle fasce di popolazione già fragili, come ad esempio una siccità prolungata o una pandemia, come abbiamo visto nel caso del Covid-19.
  • Il pagamento della dote. Si tratta di un aspetto indirettamente collegato al tema della povertà: in molti Paesi (tra cui ad esempio l’India) è ancora in vigore la prassi di prevedere il pagamento di una dote da parte della famiglia della sposa a quella dello sposo. Anche se non sempre viene effettuata in denaro contante, l’importo può variare in base a una serie di fattori, tra cui l’età della ragazza: più è piccola più sarà bassa l’entità della dote.
  • Guerre e situazioni di insicurezza. Un ulteriore elemento che può spingere i genitori di una ragazza adolescente a combinare il suo matrimonio (spesso con un uomo più grande di lei) è l’idea di metterla al riparo da stupri e violenze in un contesto di conflitto.

Effetti dei matrimoni precoci sulla vita delle donne

Una ragazza costretta a sposarsi troppo presto vede violati i propri diritti fondamentali, a partire da quello all’istruzione. Raramente, infatti, le giovani spose riescono a ottenere dal marito il permesso per continuare a studiare e anche quando ci riescono devono fare salti mortali per conciliare questo impegno con i loro nuovi impegni domestici e con la cura dei figli.

In molti contesti, inoltre, ci si aspetta che una “buona moglie” trascorra il proprio tempo a casa. Poco importa se si tratta di un’adolescente che dall’oggi al domani deve recidere tutti i legami con i propri coetanei e talvolta anche con i propri familiari.

Il matrimonio, che spesso vede l’unione con un uomo più anziano, espone inoltre le spose bambine a maltrattamenti e violenze in ambito domestico. Stupri e abusi rappresentano la quotidianità per milioni di giovani donne in tutto il mondo che non possono sottrarsi alle imposizioni del marito.

Tutto questo causa poi ulteriori rischi per la loro salute. Non solo per la possibilità di contrarre malattie sessualmente trasmissibili (come l’Hiv) ma perché in molti casi sono troppo giovani per affrontare una gravidanza in condizioni sicure: ogni anno più di 22.000 muoiono per complicazioni legate alla gravidanza o al parto.

Come combattere la piaga delle spose bambine

Così come le cause dei matrimoni forzati sono molteplici e spesso interconnessi tra loro, allo stesso modo anche le azioni per sradicare questa prassi devono essere molteplici e agire a diversi livelli: da quello educativo a quello culturale, fino a quello normativo:

  • vietare per legge i matrimoni, per entrambi i sessi, prima dei 18 anni. In molti Paesi, infatti, è permesso a una ragazza o a un ragazzo sposarsi prima della maggiore età se c’è il consenso dei genitori;
  • investire sull’istruzione femminile: tanto più a lungo restano sui banchi di scuola, tanto più si riduce la possibilità che diventino spose bambine. Secondo le stime di Unicef, se tutte le ragazze completassero il ciclo di istruzione secondaria, il livello di matrimoni precoci crollerebbe del 66%. E se tutte proseguissero con l’istruzione superiore, il calo sarebbe superiore all’80%;
  • svolgere attività di sensibilizzazione rivolte alle famiglie e alle comunità sull’importanza dell’istruzione femminile e sui danni causati dai matrimoni precoci.

Le spose bambine in Italia

Ancora oggi resiste in Italia, in alcune realtà socio-culturali, la pratica del matrimonio combinato, come avveniva in epoche storiche nelle quali l’unione aveva la funzione di consolidare legami tra casate o garantire un ritorno economico per le famiglie più povere. Ai nostri giorni questa prassi assume molto spesso la forma del matrimonio forzato, che è caratterizzato da un vizio sostanziale, poiché basato sulla mancanza del consenso di uno o di entrambi i partner, o sull’estorsione del consenso stesso, che non è “libero e pieno”. Si tratta di una violazione dei diritti umani connessa a culture e a prassi sociali che vedono prevalere le scelte familiari su quelle individuali.

Il 2022 ha visto una consistente riduzione dei delitti di Costrizione o Induzione al matrimonio, così come vengono definiti dalla legge n. 69 “Codice rosso”, entrata in vigore dal 9 agosto 2019.

Infatti secondo il più recente report realizzato dal Servizio Analisi criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale, si è passati dai 24 eventi registrati nel 2021 ai 13 dell’anno scorso. Non è detto che sia una buona notizia: le vittime dei matrimoni forzati spesso hanno timore di denunciare perché lo stato di controllo in cui vivono impedisce loro di poterlo fare, ma anche per mancanza di informazioni su a chi rivolgersi.

“Presumibilmente nel 2022, è andata scemando la vasta e prolungata eco mediatica che nel 2021 aveva accompagnato la tragica vicenda della giovane Saman Abbas e che aveva consentito di ricordare l’esistenza anche dei vari presidi volti a tutelare le donne dalle varie forme di violenza di genere”, si legge nel report.

Le regioni più colpite sono Lombardia ed Emilia-Romagna, a cui seguono le altre regioni del Nord, mentre al centro-sud si registrano valori più bassi o addirittura nulli, ad eccezione della Sicilia. L’86% delle vittime è di genere femminile, un terzo sono minorenni con un 5% che ha addirittura, meno di 14 anni.

Per quanto attiene alla cittadinanza, risultano prevalenti le vittime straniere (59%). Tra queste, la nazionalità più rappresentata è quella pakistana (57%); seguono Albania, India e Bangladesh e Romania (7%), e poi Croazia, Nigeria, Polonia, Serbia e Sri Lanka che, con una vittima, rappresentano ciascuna circa il 3%. I presunti autori noti sono per il 68% uomini e in maggioranza di nazionalità straniera.

Che cosa fa Terre des Hommes per contrastare i matrimoni precoci

 La nostra organizzazione è in prima linea per combattere i matrimoni precoci, con azioni dirette di sensibilizzazione delle famiglie e delle comunità sui rischi di questa pratica. Allo stesso tempo lavoriamo per migliorare la qualità dell’istruzione nelle scuole di aree urbane marginali oppure rurali, dove molte bambine e ragazze abbandonano la scuola anche a causa dello scarso rendimento e finiscono in sposa a uomini più grandi di loro. In India accogliamo in comunità protette le adolescenti che si sottraggono a un matrimonio combinato che non desiderano.

Se vuoi contribuire alla protezione delle bambine dai matrimoni precoci dona qui.

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