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Dalla fuga dalla guerra in Siria alle Olimpiadi di Rio: la storia di Yusra Mardini, giovane siriana, sarà presto un film che potrebbe arrivare nelle sale già nel 2018. Una casa di produzione inglese, infatti, ha acquistato i diritti relativi alla storia di Yusra e di sua sorella Sarah, anche lei nuotatrice di talento. A raccontare la loro storia sarà il regista Stephen Daldry che ha già portato sul grande schermo “Billy Elliot” e “The Hours”.
La storia di queste due coraggiose ragazze ha tutte le carte in regola per essere un successo. Yusra e Sarah sono originarie di Aleppo, entrambe già gareggiavano a livello agonistico: Yusra in particolare aveva già partecipato ai mondiali in vasca corta che si sono svolti in Turchia nel 2012. La guerra, però, spazza via tutti i loro sogni e i loro progetti per il futuro. “La guerra è stata dura – ha raccontato Yusra in un’intervista al Guardian -. A volte non ci potevamo allenare, a causa dei combattimenti. Altre volte potevamo farlo, ma c’era una bomba nella piscina”.
Nell’estate 2015 la famiglia di Yusra – come altre centinaia di migliaia di famiglie – decide di vendere tutti i propri beni e lasciare la Siria. Raggiungono il Libano e poi il porto turco di Smirne, da cui si imbarcano per raggiungere l’isola di Lesbo. Ma dopo meno di mezz’ora di viaggio, il motore si ferma e il gommone rischia di ribaltarsi. Delle venti persone a bordo, solo tre sanno nuotare: Yusra, sua sorella Sarah e un’altra donna. Non ci pensano un attimo, saltano in acqua e iniziano a spingere il gommone, tenendolo a galla fino a raggiungere l’isola greca.
Ho sempre pensato che sarebbe stata una vergogna affogare in mare, perché sono una nuotatrice”, ha poi detto Yusra. Dalla Grecia è poi riuscita a raggiungere la Germania dove non solo ha ottenuto asilo politico, ma ha anche avuto la possibilità di riprendere ad allenarsi. Pochi mesi dopo, Yusra ha sfilato alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Rio de Janeiro come portabandiera del “Refugee Team”. Il 6 agosto 2016, ha vinto la batteria di apertura dei 100 metri farfalla. “Voglio ispirare le persone – ha detto più volte Yusra -. Voglio che tutti i rifugiati siano orgogliosi di me. Voglio dimostrare che anche se abbiammo dovuto affrontare un viaggio difficile possiamo ottenere risultati importanti”.
Dopo aver gareggiato alle Olimpiadi, Yusra ha viaggiato a lungo come ambasciatrice per i diritti dei rifugiati, ha incontrato il presidente Obama e Papa Francesco, ha parlato al World Economic Forum di Davos. Ma il suo principale obiettivo resta il nuoto: vuole partecipare alle olimpiadi di Tokyo del 2020.

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