Annullare tutti i matrimoni celebrati durante il lockdown imposto in Malawi per contenere la diffusione del Coronavirus e permettere così alle spose bambine di tornare sui banchi di scuola. L’ordine è arrivato da Theresa Kachindamoto, rispettata leader tribale e attivista per i diritti umani, da anni in prima fila nella lotta ai matrimoni precoci in Malawi. In Europa il suo nome è sconosciuto ai più, ma da molti anni Kachindamoto usa la sua autorità e il suo potere a favore di bambine e ragazze.
Dal 2003, infatti, Theresa Kachindamoto è il capo tribale “anziano” della comunità di Dedza District (a sud della capitale del Malawi, Lilongwe) ed esercita il suo potere su una comunità di oltre 900mila persone e una cinquantina di capi locali. In questi anni, il suo ruolo e la sua autorità le hanno permesso di sciogliere più di 3.500 matrimoni che hanno coinvolto bambine e ragazze. Ma non solo: Theresa Kachindamoto ha anche il potere di rimuovere dal loro incarico i capi villaggio che si oppongono alle sue decisioni e permettono che queste unioni vengano celebrate. “In questo modo capiscono le conseguenze del mancato rispetto delle mie direttive”, ha spiegato la donna all’agenzia Thomson Reuters Foundation.
Secondo quanto riferiscono Ong e operatori attivi in Malawi, il numero dei matrimoni che coinvolgono ragazze adolescenti e il numero delle gravidanze precoci sono aumentati durante il lockdown e il periodo di chiusura delle scuole. Secondo l’attivista Benedicto Kondowe solo nella città di Mangochi solo nel mese di luglio sono stati registrati 7.340 casi tra matrimoni e gravidanze precoci, contro i 6.359 del mese di luglio 2019.
Di fronte a questa situazione, Theresa Kachindamoto ha ripreso la sua battaglia. “Siamo andati nei villaggi per consigliare la gente. Per dire loro di prendersi cura dei bambini in modo tale che possano tornare a scuola, quando riaprirà. Perché è lì che c’è il futuro dei bambini”, ha spiegato Theresa Kachindamoto. Inoltre, nel caso in cui le ragazze stiano portando avanti una gravidanza, Kachindamoto ha incoraggiato i capi locali a fare il possibile affinché le giovani tornino a studiare dopo il parto.
Chi è Theresa Kachindamoto
Nel 2003 Theresa Kachindamoto lavorava come segretaria in un college, in una città del Sud del Malawi. Aveva cinque figli e non aveva nessuna intenzione di ritornare nel Dedza District. Ma nel 2003 i capi del suo distretto l’hanno scelta come leader anziana (“Perché ero brava con le persone”, ha raccontato la donna) e così Kachindamoto non ha potuto fare altro che lasciare il suo lavoro e tornare nella regione d’origine con un nuovo, importante, incarico sulle spalle. In Malawi, infatti, i capi tribù anziani hanno un ruolo centrale nella vita della popolazione: sono i custodi delle tradizioni ma hanno anche il diritto e il potere di cambiare o abolire alcune pratiche culturali.
Una volta ritornata a casa, Kachindamoto ha iniziato a viaggiare per il distretto e conoscere la sua gente. Una delle scoperte più choccanti –ricorda in un articolo pubblicato da al Jazeera– fu rendersi conto dell’elevato numero di spose bambine che vivevano nella regione. Ragazzine di soli 12 o 13 anni già sposate e in alcuni casi persino già madri. Decise quindi di agire e di far valere la propria autorità di leader anziana: “Voglio che questi matrimoni vengano sciolti, che vi piaccia o no”, sono state le sue parole ai capi villaggio. Chi si è opposto alle sue direttive è stato estromesso. E da quel momento la missione principale di Theresa Kachindamoto è stata quella di contrastare i matrimoni precoci che coinvolgono soprattutto bambine e ragazze, ma che non risparmiano nemmeno i giovani adolescenti.
In Malawi quattro bambine su dieci si sposano prima dei 18 anni
Il Malawi è uno dei Paesi con la più alta incidenza di matrimoni precoci al mondo, sebbene siano vietati per legge dal 2015. Secondo le stime di “Girls Not Brides” il 42% delle ragazze si sposa prima di aver compiuto i 18 anni. E una ragazza su dieci si sposa ancora prima del quindicesimo compleanno. Secondo la legge consuetudinaria (amministrata dai capi tradizionali) i giovani malawiani possono sposarsi anche se hanno meno di 18 anni, a patto di avere il consenso dei genitori.
Come spesso avviene in Paesi poveri come il Malawi e, in particolare nelle aree rurali, i genitori vedono nel matrimonio delle figlie un modo per migliorare la propria condizione economica e avere in famiglia una bocca in meno da sfamare. E così le ragazze, anche giovanissime, sono costrette a interrompere gli studi per iniziare una nuova vita da mogli e (spesso) madri.
Di fronte alle motivazioni razionali di chi cerca di scoraggiare questa pratica (i rischi per la salute, i maggiori guadagni e benefici che può portare una ragazza istruita) la maggior parte dei genitori resta sorda. Anche le parole di una leader rispettata come Kachindamoto spesso cadono nel vuoto. Così, non potendo cambiare la mentalità dei genitori, Kachindamoto ha cambiato le regole: ha fatto firmare agli oltre 50 leader locali che agiscono nel distretto di sua competenza un accordo con cui si impegnano a vietare i matrimoni precoci e ad annullare quelli esistenti. Quattro capi che non avevano fatto rispettare la legge sono stati deposti.
Le difficoltà non sono mancate, soprattutto all’inizio Kachindamoto ha dovuto fare i conti con le resistenze dei familiari e delle comunità. Sono arrivate persino delle minacce di morte nei suoi confronti. Ma lei non se ne cura: “Non mi interessa, non me ne curo: possiamo discutere ma queste ragazze torneranno a scuola”. Ed è disposta a tutto per raggiungere questo obiettivo, anche a pagare di tasca propria il costo per i libri e le tasse scolastiche per quelle famiglie che non possono permetterselo. “Se saranno istruita potranno essere quello che vogliono”, conclude Kachindamoto.