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Sette mesi dopo essere fuggita dalla Siria in guerra, la giovane Yusra Mrdini spera di qualificarsi per le Olimpiadi di Rio 2016. La diciassettenne siriana, che ha già alle spalle una partecipazione ai mondiali in vasca corta che si sono svolti in Turchia nel 2012, è fuggita da Damasco con la sua famiglia nell’agosto 2015 e oggi vive in Germania.
Allenarsi in Siria non era facile. “La guerra è stata dura. A volte non ci potevamo allenare, a causa dei combattimenti. Altre volte potevamo farlo, ma c’era una bomba nella piscina”. Yusra spera di riuscire a entrare a far parte dello speciale team olimpico formato da rifugiati (Refugee Olympic Athletes), creato dal Comitato olimpico e che per la prima volta nella storia gareggerà a Rio.
Prima di tutto, voglio essere un esempio per le persone. Quando hai un problema, non serve a nulla sedersi e piangere”. Yusra ha affrontato la drammatica esperienza della guerra, della fuga dal suo Paese, il pericoloso viaggio attraverso l’Egeo e la faticosa risalita, confine dopo confine, dei Balcani. Ora ha un obiettivo chiaro per il suo futuro: “Voglio qualificarmi per le Olmpiadi ed essere d’ispirazione per tutti. Voglio dimostrare a tutti che è difficile raggiungere i propri sogni, ma non è impossibile. Ce la puoi fare, tutti ce la possono fare, ogni atleta ce la può fare”.
Ma Yursa non è solo una giovane atleta di grande talento. Durante il pericoloso viaggio in mare tra Izmir e l’isola di Lesbo, il motore del gommone su sui la ragazza viaggiava assieme a una ventina di persone si è fermato. E il mezzo ha iniziato a imbarcare acqua. Yusra, sua sorella Sarah (anche lei nuotatrice di talento) e un’altra persona si sono gettate in acqua: per tre ore e mezza hanno spinto l’imbarcazione verso la spiaggia greca. “Ho pensato che sarebbe stata una vergogna se fossi affogata”, spiega la giovane nuotatrice. Che da quel momento odia il mare aperto.
Il quotidiano inglese “The guardian” ha raccontato la storia di Yusra a questo link

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