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Sara Soma è una giovane donna inglese di 22 anni e ha un obiettivo: combattere la “cultura dello stupro“. Ovvero quell’ambiente sociale “che permette alla violenza sessuale di essere normalizzata e giustificata. Alimentata dalle persistenti diseguaglianze di genere e dagli atteggiamenti su genere e sessualità”, come la descrive l’agenzia delle Nazioni Unite UN Women.
“Quando comportamenti come l’upskirting (la prassi di scattare foto sotto le gonne di donne e ragazze, ndr), la colpevolizzazione delle vittime di reati sessuali, i commenti sessisti o dispregiativi, o la condivisione non consensuale di foto intime sono normalizzati, agiscono come una porta d’accesso ad atti criminali come l’aggressione e lo stupro – ha spiegato Sara Soma. Questi comportamenti non possono essere nascosti sotto il tappeto o considerati semplici scherzi. È tempo che la cultura dello stupro venga presa sul serio”.
L’arma che ha scelto per combattere la sua battaglia è stata quella di aprire il sito “Everyone’s Invited“. Uno spazio in cui le donne (ma ci sono anche testimonianze maschili) sono invitate a far sentire la propria voce e dove possono denunciare (spesso per la prima volta) quello che hanno subito, per far sentire la propria rabbia e il proprio dolore.

Le denunce delle studentesse

Oggi sono poco meno di 15mila le testimonianze raccolte da “Everyone’s Invited”. Vi avvertiamo: sono testimonianze durissime, soprattutto perché un numero impressionante di vittime e di autori di violenze sono giovani. Giovanissimi. Ci sono racconti di giovani donne violentate da sedicenti amici o dal proprio fidanzato al termine di una festa, racconti di 13enni molestate sul bus al ritorno da scuola, 14enni costrette a compiere atti sessuali nei bagni delle scuole. Molte delle testimonianze si concentrano proprio sulle scuole: quegli ambienti che dovrebbero essere spazi sicuri dove studiare, crescere e costruire amicizie e che invece si trasformano troppo spesso in luoghi dell’orrore.
“Avevo 12 anni quando sono stata molestata per la prima volta -scrive una ragazza-. È successo a scuola e lui aveva 15 anni. Mi ha toccato, ha cercato di violentarmi e ha detto che mi avrebbe tagliato la gola se avessi parlato con qualcuno”. La giovane vittima, però, decide parlare: “Mi hanno detto che stavo mentendo, che lo avevo ingannato, che ero pazza. Il preside mi disse che non credeva alla mia storia e pensava me la fossi inventata. Avevo 12 anni. Per otto anni sono stata in cura e ancora adesso non mi fido degli uomini. Mi hanno molestata otto volte. Se oggi questo non succede più è perché sono ingrassata, da quando sono grassa nessuno commenta, nessuno mi tocca. Ho sacrificato la mia salute per essere al sicuro e mi odio per questo”.
Molte donne e ragazze che hanno pubblicato la loro testimonianza su “Everyones’s Invited” raccontano di non aver denunciato le violenze subite perché molti dei comportamenti che vengono denunciati dal sito sono diffusi e considerati in qualche modo “normali”. In altri casi hanno scelto il silenzio perché avevano paura di essere giudicate o di non essere credute. Altre hanno taciuto per vergogna o perché hanno subito una violenza da ubriache.

Quanto è diffusa la cultura dello stupro

In un’intervista a “Vogue” Sara Soma spiega di aver dato vita al sito “Everyones’s Invited” nel giugno 2020 “dopo aver discusso a lungo di questo argomento con diverse amiche e aver capito quanto fosse diffusa la cultura dello stupro durante la mia adolescenza. Per noi è stato molto triste comprendere solo adesso quante di noi avevano condiviso esperienze simili in anni così formativi”. La stessa Sara racconta di aver subito molestie da ragazzina.

Le inchieste nelle scuole

L’impatto delle testimonianze raccolte su “Everyones’s Invited” è stato dirompente. A metà marzo, quando il numero di storie raccolte oscillava tra le quattro e le cinquemila, la notizia ha iniziato a rimbalzare su media nazionali come la BBC e il Guardian. Fin dall’inizio il focus dell’attenzione si è concentrato sulle scuole, in particolare sulle prestigiose (e costosissime) scuole private e università del Regno Unito. Ma il fenomeno non è limitato agli istituti privati: le scuole citate dalle giovani vittime sarebbero più di cento.
Sara, però, insiste sul fatto che concentrare l’attenzione pubblica sulle scuole (e in particolare su quelle private) è un errore: “Questo è un problema globale -ha commentato-. Penso sia importante non restringere la nostra attenzione solo alle scuole private, perché si rischia di far sembrare questi casi come se fossero rari o anomalie, o che questi modelli di abuso possano accadere solo in certi posti. Ma no, accadono ovunque, sempre. E possono accadere a chiunque”.

Scotland Yard: fenomeno preoccupante

Sulla vicenda si è espressa anche Scotland Yard che si è messa in contatto con le scuole citate offrendo “supporto per ogni potenziale vittima” e ha preso contatti anche con “Everyone’s Invited” per offrire alle vittime la possibilità di denunciare. La sovrintendente Mel Laremore ha definito “molto preoccupante” il numero di resoconti pubblicati sul sito lanciato da Sara Soma e in un comunicato pubblicato sul sito di Scotland Yard ha aggiunto: “Prendiamo molto sul serio tutte le accuse di aggressione sessuale. Comprendiamo le complesse e varie ragioni per cui molte vittime e sopravvissute alla violenza non contattano le forze dell’ordine, ma voglio personalmente rassicurare chiunque abbia bisogno del nostro aiuto che siamo qui per voi“.
Anche l’OFSTED (Office for standards in education, children’s services and skills, un’agenzia governativa che monitora le scuole e gli altri servizi rivolti all’infanzia) ha annunciato l’avvio di un’inchiesta sulle violenze nelle scuole del Regno Unito: i suoi ispettori visiteranno un campione di istituti citati sul sito di Sara Soma.
Il crescente numero di voci di donne che hanno parlato delle violenze subite ha portato a un momento di consapevolezza, ha commentato al Guardian Andrea Simon, direttrice della coalizione “End Violence Against Women“. Nel 2016 l’associazione aveva dedicato un report proprio alle violenze di genere nelle scuole del Regno Unito rilevando “livelli endemici di violenza sessuale e molestie nelle scuole” con 5.500 reati sessuali segnalati tra il 2013 e il 2015, tra cui 600 stupri.”Che equivale a uno stupro al giorno, per ogni giorno dell’anno scolastico”, si legge nel rapporto.

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