Scarpette rosse: il passo che non possiamo più rimandare

Scarpette rosse: il passo che non possiamo più rimandare

Sono diventate il simbolo delle manifestazioni contro la violenza sulle donne: oggi sono tante, vorremmo vederne sempre meno.

Le scarpette rosse le vedi ovunque, ogni anno, ogni 25 novembre, ma non solo: sono un simbolo che rappresenta la lotta di tutte le donne e gli uomini contro la violenza di genere. Compaiono nelle piazze, sulle scale dei municipi, sui marciapiedi. Ferme, allineate come un esercito che, solo apparentemente, non marcia più. L’iniziativa è nata da un’installazione molto potente dell’artista messicana Elina Chauvet nel 2009. Ognuna rappresenta una storia interrotta. Un nome. Una donna che ha smesso di sentirsi libera o che, troppe volte, non può più opporsi al suo aggressore.

Dietro quelle scarpette rosse c’è molto più di un simbolo. Ci sono numeri che non vorremmo leggere, cicatrici, traumi, ferite che segnano non solo le donne ma anche i loro nuclei familiari, figli e genitori e che pagano un prezzo sempre troppo alto, spesso in silenzio.

La violenza contro le donne: una ferita aperta che attraversa famiglie e generazioni

Secondo i dati, la violenza perpetrata sulle donne continua ad essere un fenomeno esteso, radicato dentro e fuori le famiglie. Le forme che può assumere sono molte: fisica, sessuale, psicologica, economica.

Femminicidi

I dati di ISTAT e del Ministero dell’Interno raccontano di un fenomeno preoccupante: nel 2024 si sono verificati 327 omicidi, di cui 116 donne. Un dato cruciale è che 62 donne sono state uccise da un partner o un ex partner, con un calo minimo rispetto all’anno precedente, confermando la persistente gravità degli omicidi in ambito relazionale.

Accessi in pronto soccorso

Un importante indicatore della violenza gestita, anche se non formalmente denunciata alle Forze dell’Ordine, è rappresentato dagli accessi ai Pronto Soccorso. Nel 2024, sono stati registrati quasi 20mila accessi di donne con indicazione di violenza, segnando un aumento significativo (+15,2%) rispetto ai dati del 2023.

Prevalenza di violenza fisica e sessuale

I dati sulla prevalenza, basati sull’Indagine ISTAT “Sicurezza delle donne” (pubblicazione 2025), sono essenziali per quantificare la violenza di genere non denunciata e l’estensione reale del fenomeno nell’arco della vita (donne di età 16-75 anni).

Circa 6 milioni e 400mila donne (il 31,9%) hanno subito almeno una violenza fisica o sessuale nel corso della vita, a partire dai 16 anni di età. Un dato allarmante che conferma una tendenza che riguarda una fetta enorme della popolazione nel nostro Paese.

Le scarpette rosse non sono solo per le donne ma anche per le loro famiglie

In Italia molte donne che subiscono violenza riportano, comprensibilmente, ferite fisiche, problemi di salute psicologica, disturbi del sonno, ansia, depressione, e questa sofferenza si allunga nel tempo, colpendo la qualità della vita e la capacità di vivere relazioni sane anche in futuro.

Ma c’è un dato che spesso resta ai margini delle statistiche: il ruolo dei figli e dei familiari prossimi come vittime indirette.

I bambini: le vittime che assistono e non dimenticano

Quando una donna subisce violenza, il dolore emotivo dei figli è enorme. Anche se i figli “non vedono”, anche se “non sentono”, anche se “sono in un’altra stanza”. La violenza non ha porte, non ha pareti. Passa lo stesso.

Sono bambini che spesso imparano a non chiedere, a non disturbare. Bambini che crescono con un modello di amore, di affetto e potere che potremmo definire tossico, per usare una parola molto di moda, ma che diremmo meglio, e più semplicemente, sbagliato, disfunzionale, malsano. Bambini che rischiano, da adulti, di ripetere ciò che hanno visto innescando un circolo vizioso di violenza che genera altra violenza.

Ecco perché la missione di proteggere ogni bambina e bambino da qualsiasi forma di abuso diventa centrale anche in questo ambito: il lavoro quotidiano di Terre des Hommes cerca di spezzare il ciclo intergenerazionale di violenza.

Scarpette rosse: un simbolo che nasce dal dolore, ma vuole generare cambiamento

Le scarpette rosse non sono un accessorio, lo abbiamo detto, sono un simbolo che nasce dall’idea di un’artista, un progetto artistico che ha attraversato il mondo, trasformandosi in una chiamata all’azione collettiva: ogni paio di scarpe rappresenta una donna.

Ma quando parliamo di scarpette rosse, dovremmo immaginare anche scarpe più piccole.
Quelle dei bambini che vengono trascinati negli effetti della violenza, anche se nessuno li tocca direttamente. La protezione delle donne, in questo senso, diventa anche protezione dell’infanzia.
E proteggerle significa proteggere il loro futuro, e quello dei loro figli.

È esattamente ciò che Terre des Hommes fa, da più di 60 anni: intercettare la sofferenza, prevenire, curare, ascoltare.

Dobbiamo parlarne ancora, dobbiamo ancora riempire le piazze

Se i dati continuano a crescere, se le notizie di donne uccise o oggetto di violenza riempiono ancora le pagine dei giornali, significa che c’è bisogno urgente di diffondere, con forza uguale e contraria, una cultura che rifiuti ogni sopruso, ogni ingiustizia.
La ricetta giusta non esiste ma si può lavorare sin da ora attraverso:

  • Progetti di educazione all’affettività
  • Attività continuative di supporto psicologico
  • Formazione per gli operatori che devono saper riconoscere situazioni di rischio
  • Protocolli efficienti e veloci per la protezione per bambini e adolescenti, che spesso non hanno voce.

Il lavoro di Terre des Hommes: proteggere donne e bambini insieme

La missione di Terre des Hommes è chiarissima:

  • proteggere ogni bambina e bambino
  • garantire salute, educazione, dignità
  • intervenire dove c’è violenza, sfruttamento, discriminazione
  • costruire comunità più forti e inclusive
  • fare advocacy perché i diritti dell’infanzia siano al centro delle politiche pubbliche.

Ecco perché le nostre azioni comprendono progetti di protezione per donne e minori in spazi sicuri come le Case di Timmi, dove è offerto supporto psicologico, percorsi di empowerment, servizi socio-educativi.

Programmi come “Indifesa”, ricchi di giornate di sensibilizzazione, materiali, attività nelle scuole, advocacy istituzionale, sono fondamentali per garantire formazione a docenti, operatori, famiglie, per riconoscere e contrastare la violenza: solo così l’intenzione può trasformarsi in vera prevenzione e contrasto dell’azione violenta.

Come Terre des Hommes, inoltre interveniamo nei contesti più vulnerabili dove ci sono crisi, guerre, in scenari di povertà educativa, laddove, cioè, donne e bambine sono ancora più esposte.

Perché la violenza sulle donne non è solo un problema di genere. È un problema di umanità. Di diritti umani negati. Di disuguaglianze che dobbiamo correggere insieme.

Scarpette rosse significa scegliere da che parte stare

Le scarpette rosse non chiedono pietà. Chiedono responsabilità, impegno, visione. Chiedono di schierarsi dalla parte dei diritti umani, dell’uguaglianza, dell’inclusione. Le scarpette rosse chiedono che tu non sia indifferente.
Perché l’indifferenza è un’altra delle violenze possibili.

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