Comunicato congiunto delle ONG sul campo
Le organizzazioni umanitarie che lavorano nel Nord-Est della Siria (NES) sono profondamente preoccupate per i recenti eventi nella regione e per i conseguenti spostamenti di famiglie in fuga da violenze e insicurezza a seguito dei recenti sviluppi nella città di Al-Hasakeh, dove le forze di sicurezza cercano di porre fine a un attacco su larga scala e a un’evasione di massa da una prigione che detiene migliaia di prigionieri con presunta affiliazione all’ISIS; dal 21 gennaio migliaia di famiglie sono fuggite dalle loro case nei quartieri meridionali della città.
La maggior parte delle famiglie sfollate è attualmente accolta all’interno delle comunità ospitanti. Altri stanno cercando riparo in edifici pubblici nel centro della città, come moschee e sale per matrimoni, con un accesso limitato all’assistenza umanitaria.
Tuttavia, il numero esatto di sfollati rimane incerto a causa della continua insicurezza e delle conseguenti limitazioni di accesso alla popolazione di AlHasakeh da parte degli attori umanitari. Da venerdì le famiglie colpite hanno bisogno di cure mediche, acqua potabile, assistenza alimentare, capi invernali e servizi igienici, mentre le strutture sanitarie della città rimangono, secondo quanto riferito, sopraffatte dal numero di vittime.
Nei pressi della prigione di Al Sina’a e nei quartieri circostanti sono in corso violenti scontri e operazioni militari e il livello di allerta è elevato in tutte le aree della città. In risposta alla difficile situazione e all’aumentare dei rischi le autorità locali hanno limitato i movimenti nel governatorato di AlHasakeh.
Di conseguenza, la maggior parte delle ONG umanitarie ha sospeso le operazioni nella città di Hasakeh e nei vicini campi per sfollati. Stiamo esortando tutte le parti a proteggere i civili e chiediamo alle forze di sicurezza di continuare a coordinare e cooperare con i partner umanitari per facilitare il passaggio sicuro dell’assistenza umanitaria urgente e salvavita alle famiglie colpite e alle altre popolazioni del governatorato.
Le organizzazioni umanitarie sono anche preoccupate per i circa 750 bambini (tra gli 11 e i 18 anni) che rimangono nelle vicinanze della prigione sotto assedio, e che sono a maggior rischio di morte o ferite. Esortiamo tutte le parti a procedere secondo i loro obblighi derivanti dal diritto internazionale e a sostenere il trasferimento dei bambini e di tutti coloro che hanno bisogno di assistenza urgente in un luogo terzo, dove poter ricevere cure mediche e tutto il supporto necessario da parte di operatori umanitari.
L’attacco arriva in concomitanza di tempeste di neve e dell’abbassamento delle temperature, che stanno mettendo in pericolo la vita di milioni di persone che già vivono in condizioni precarie nel Nord-Est della Siria. La crisi economica, il COVID-19 e l’evacuazione forzata hanno scaturito la tempesta perfetta, aggravata da fondi insufficienti per soddisfare i crescenti bisogni umanitari.
Gli sfollamenti nella regione sono aumentati significativamente negli ultimi mesi, anche prima dei recenti eventi ad Al-Hasakeh. Dal 21 dicembre, circa 1.200 famiglie sono fuggite dalle ostilità in corso dalle zone attive del fronte nelle aree settentrionali del Nord-Est della Siria, aggiungendosi ai circa 690.000 sfollati che già vivono nell’area e che affrontano notevoli difficoltà.
Le organizzazioni umanitarie chiedono ai donatori di consentire la flessibilità e di fornire urgentemente finanziamenti aggiuntivi per rispondere ai bisogni delle famiglie appena sfollate in tutto il nord-est della Siria, e invitano le parti interessate a continuare a rafforzare il coordinamento con gli attori umanitari per facilitare l’accesso umanitario per le attività salvavita.