Ancora morti nel Mediterraneo:
il Governo non impedisca di salvare vite umane e rilanci l’Aiuto Pubblico per lo Sviluppo
Terre des Hommes condivide l’appello di AOI – Rete delle ONG Internazionali rivolto al Governo all’indomani dell’ennesima tragedia annunciata, avvenuta stavolta a ridosso della costa crotonese: 250 persone disperate in fuga prevalentemente dalle zone di guerra e da Paesi in cui la democrazia e i diritti sono cancellati. 60 morti accertate e tanti, troppi dispersi, tra loro donne e bambini. Nessuno a portare aiuto durante quel tragitto.
Già negli scorsi mesi Terre des Hommes ha ribadito la necessità di modificare il recente Decreto 2/1/2023 n.1 recante disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori, segnalando “preoccupazione per l’impatto che la disposizione normativa sta avendo sulle operazioni di salvataggio, con particolare riferimento alla condizione dei minori non accompagnati e, più in generale di persone che presentano una condizione fisica o psichica di estrema fragilità.” afferma Federica Giannotta, Responsabile Advocacy e programmi Italia di Terre des Hommes.
La misura infatti, limita e rallenta fortemente le capacità di azione delle ONG in mare. Non permette più salvataggi multipli e tiene le navi umanitarie lungamente ferme nei porti. L’assegnazione di porti di sbarco lontani dal luogo della raccolta dei naufraghi costringe le navi al periplo della nostra penisola.
La Fondazione, per voce della rete AOI a cui appartiene, invita Parlamento e Governo a costruire insieme agli attori tutti della cooperazione internazionale una strategia italiana, su cui chiedere un maggiore impegno e sostegno europeo per evitare tragedie come quella della costa crotonese: ma nel nome di una corrispondenza fattiva tra politiche migratorie ed efficace e autorevole politica di cooperazione internazionale allo sviluppo. E ponendo la centralità del rispetto dei diritti umani, della democrazia, per il contrasto alla fame e alle povertà e ai cambiamenti climatici e la cessazione di guerre e conflitti. Non ci si può sottrarre all’imperativo di salvare vite umane.