Il conflitto tra Israele e Palestina – in particolare l’occupazione israeliana della Cisgiordania e di Gaza – continua a generare gravi bisogni umanitari tra le popolazioni palestinesi della Cisgiordania e della Striscia di Gaza; i più vulnerabili sono i bambini.
Dopo l’attacco di Hamas al Sud di Israele del 7 ottobre scorso, che ha causato più di 1.300 morti, sta seguendo un’operazione militare delle forze israeliane contro la Striscia di Gaza che al momento (dati al 13/10/2023 ore 9 am) ha già registrato oltre 1.300 morti tra cui centinaia di minori.
Prima di questo attacco si stimava che:
- su una popolazione totale di 5,3 milioni di palestinesi 2,1 milioni avessero bisogno di assistenza umanitaria
- di questi, 800.000 risiedono in Cisgiordania – compresa Gerusalemme Est – e 1,3 milioni a Gaza.
Il conflitto prolungato, l’occupazione militare israeliana, il blocco di Gaza, le violazioni delle leggi internazionali in materia umanitaria e di diritti umani, le divisioni politiche interne palestinesi e i frequenti periodi di escalation delle ostilità continuano a peggiorare le condizioni di vita dei civili palestinesi.
Già prima dei fatti di ottobre il 2023 si è caratterizzato come un anno di violenze senza precedenti, assimilabile a uno scenario di guerra vera e propria, con cinque pesanti attacchi militari a Jenin, oltre a numerosi altri nel resto della Cisgiordania, in particolare nell’area di Nablus e a Gerusalemme Est, e a Gaza che hanno portato ulteriore devastazione e morte in territori già gravemente compromessi.
Le conseguenze della guerra Israele Palestina per i civili palestinesi
La prolungata crisi umanitaria in Palestina ha provocato gravi conseguenze per i civili, tra cui:
- la mancanza di accesso ai servizi di base
- lo sfollamento di migliaia di famiglie dalle loro case
- la riduzione delle opportunità di lavoro
- la restrizione di movimento.
Infatti i palestinesi più vulnerabili devono fare ogni giorno i conti con la mancanza di un’adeguata assistenza sanitaria, a causa di un sistema sanitario sovraccarico e con scarse risorse, alloggi inadeguati, insicurezza alimentare e aumento della povertà e della disoccupazione.
Anche il diritto all’istruzione dei bambini palestinesi è minacciato: gli ultimi tre anni scolastici sono stati difficilissimi, segnati dalla pandemia, dalle frequenti interruzioni delle lezioni a causa delle continue escalation di violenza e dai numerosi scioperi causati dalla crisi finanziaria che il sistema educativo palestinese sta attraversando ormai da tempo.
La situazione in Cisgiordania e a Gerusalemme Est
In Cisgiordania i palestinesi devono affrontare gravi problemi di sicurezza a causa della guerra Israele-Palestina, tra cui minacce alla vita, alla libertà, alla sicurezza, alla proprietà e alla libertà di movimento, da parte delle forze armate israeliane.
- Nel solo 2022 sono state demolite abitazioni di proprietà palestinese che ospitavano 28.450 persone, per i piani di espansione delle residenze israeliane a Gerusalemme Est.
- Nei primi sei mesi di quest’anno i soldati e i coloni israeliani hanno ucciso 192 Palestinesi, tra i quali ci sono 31 bambini e bambine: questo numero è superiore a quello registrato in tutto il 2022.
A questi gravi episodi generalmente non seguono indagini imparziali e i responsabili delle violenze e degli omicidi spesso godono d’impunità.
Inoltre sono centinaia (il numero esatto non viene diffuso dalle autorità penitenziarie) i minori arbitrariamente detenuti nelle carceri israeliane.
Il reato che viene loro contestato è per lo più il lancio di pietre, la cui pena può arrivare fino a 20 anni di reclusione.
Il diritto all’istruzione non è garantito a questi minori detenuti, mentre lo è per i minorenni israeliani in carcere.
La situazione a Gaza
La Striscia di Gaza è sotto blocco israeliano dal 2007, il che causa molti problemi alla popolazione civile:
- difficoltà di importare carburante (indispensabile per la produzione di energia elettrica e l’accesso all’acqua potabile) e altri beni di prima necessità
- difficoltà di esportare prodotti che consentirebbero di migliorare il reddito delle famiglie.
- Il movimento delle persone dentro e fuori l’area è fortemente limitato.
- I malati con patologie gravi non possono farsi curare negli ospedali al di fuori della Striscia se non dopo lunghe pratiche burocratiche.
Nella prima metà del 2023 non sono mancati gli episodi di guerra Israele Palestina, in particolare dal 9 al 13 maggio durante i quali i raid aerei israeliani hanno colpito i centri abitati della Striscia, compresa una scuola e varie strutture sanitarie, uccidendo 12 civili, 6 dei quali bambini.
In risposta a questi attacchi il movimento della jihad islamica palestinese ha lanciato dei razzi verso il territorio d’Israele, che sono stati per lo più intercettati e resi inoffensivi. Fino ad arrivare ai fatti di ottobre e le sue tragiche conseguenze per la popolazione civile.
Terre des Hommes per i bambini palestinesi
La nostra organizzazione opera in Palestina dal 2000.
I nostri programmi mirano alla promozione e alla difesa dei diritti fondamentali di bambine e bambini più vulnerabili, in linea con quanto stabilito dalle convenzioni internazionali:
- il diritto all’educazione,
- il diritto alla salute,
- il diritto alla libertà di movimento e di espressione,
- il diritto a uno sviluppo psicologico equilibrato.
In questi anni abbiamo realizzato interventi educativi, di sviluppo e di emergenza a Gerusalemme Est.
Nelle zone più remote del Governatorato di Hebron abbiamo svolto interventi di supporto ai servizi di salute ed educativi con focus sui bambini/e con bisogni speciali.
Nei campi profughi di Al Amari, Qalandia e Al Jalazoun offriamo opportunità educative e formative alle bambine e ai bambini.
Nella Striscia di Gaza siamo intervenuti a favore di persone con disabilità, infine nelle comunità rurali e pastorali situate nell’area C/E 1 svolgiamo attività di supporto psicosociale e sociosanitario.
Tutti questi interventi sono stati realizzati in coordinamento con le autorità palestinesi competenti (Ministero dell’Istruzione, Ministero della Salute, Municipalità e Comitati di Villaggio), in partenariato con numerose associazioni della società civile, e in coordinamento con le ONG internazionali presenti sul territorio.
Un importante strumento per migliorare le condizioni di vita dei bambini e delle bambine palestinesi è il sostegno a distanza, grazie al quale offriamo sostegno scolastico, supporto psicosociale, attività ludico-didattiche, artistiche, kit scolastici e campi estivi ai bambini dei campi profughi e di Gerusalemme Est.
Se vuoi attivare un sostegno a distanza di una bambina o un bambino palestinese chiama allo 800130130 o clicca qui
E’ anche possibile fare una donazione per i progetti in Palestina, proprio qui sotto.