Gaza inferno delle bambine - Terre des Hommes Italia

Gaza inferno delle bambine. Violenza sessuale matrimoni forzati e 700mila senza igiene essenziale

Gaza inferno delle bambine. Violenza sessuale, matrimoni forzati e 700mila senza igiene essenziale.
Il nuovo dossier indifesa “La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo” di Terre des Hommes lancia l’allarme sulla situazione delle donne e ragazze coinvolte dal conflitto a Gaza.
Il pericolo non arriva solo dalle bombe, cresce la violenza di genere e i diritti essenziali vengono calpestati. 700mila donne e ragazze in età fertile non hanno assorbenti, acqua pulita, sapone e privacy.

Si stima che dal 7 ottobre 2023 quasi 7 vittime su 10 a Gaza, siano donne, bambine e ragazze. Sarebbero oltre 38mila quelle che hanno perso la vita.[1] E UnWomen calcola che più di 78mila sono rimaste ferite mentre 1 milione sono vittime di sfollamenti forzati.[2]

Molte di queste donne cercano rifugio in case abbandonate o cliniche distrutte, o sono costrette a dormire all’aperto, con il rischio di violenze, abusi, malattie e infezioni. I casi di violenza di genere sono in aumento: quasi il 40% degli episodi segnalati ha riguardato minorenni e, in un terzo dei casi, bambine sotto gli 11 anni[3].  La denuncia arriva dall’organizzazione umanitaria Terre des Hommes Italia, che, in occasione della Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze, presenterà a Roma il Dossier indifesa 2025La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo”, una fotografia delle principali crisi ed emergenze globali che colpiscono le minori.

La situazione nella Striscia di Gaza ha assunto proporzioni intollerabili, da due anni siamo a fianco della popolazione palestinese e continuiamo a invocare il cessate il fuoco immediato e l’accesso degli aiuti umanitari. Oggi però vogliamo soffermare la nostra attenzione sulle bambine e sulle ragazze che stanno pagando un prezzo altissimo.” spiega Paolo Ferrara, direttore generale di Terre des Hommes Italia. “Violenze sessuali, matrimoni forzati, privazioni estreme come l’accesso all’acqua, all’igiene e alle cure mediche. La loro dignità viene erosa giorno dopo giorno. I corpi di queste giovanissime sono diventati un altro campo di battaglia e l’impegno che abbiamo preso 14 anni fa con la campagna indifesa ci impone di denunciare e agire. Proteggerle è un dovere, non possiamo abbandonare la popolazione di Gaza, stiamo compromettendo la possibilità stessa di un domani diverso per l’intera regione”.

RAGAZZE E BAMBINE A GAZA

Dall’ottobre 2023, il conflitto ha aggravato in modo drammatico le condizioni di vita nella Striscia di Gaza, colpendo in maniera sproporzionata donne, bambine e ragazze, che secondo le Nazioni Unite rappresentano oltre il 67% delle vittime.

Alla devastazione causata dai bombardamenti, agli sfollamenti forzati e al collasso dei servizi si aggiunge l’escalation della violenza di genere. Il dramma non si limita alla violenza diretta: secondo recenti rilevazioni, il 71% delle ragazze dichiara di subire crescenti pressioni a sposarsi prima dei 18 anni[4], come mezzo per aiutare la famiglia a far fronte alle spese.

La scarsità d’acqua aggrava ulteriormente la condizioni: nove famiglie su dieci affrontano una vera emergenza idrica, che costringe, tra le altre cose, donne e ragazze a gestire le mestruazioni in condizioni di totale precarietà. A Gaza sarebbero necessari oltre dieci milioni di assorbenti ogni mese, ma meno di un quarto di questa quantità è effettivamente disponibile. Circa 700mila donne e ragazze in età fertile non dispongono nemmeno di acqua pulita, di sapone né della privacy necessaria a gestire il ciclo mestruale. Nei rifugi sovraffollati molte sono costrette a ricorrere a stracci o tessuti di fortuna senza poterli lavare adeguatamente, con conseguenze gravi: infezioni del tratto urinario, dolori cronici e complicazioni ginecologiche destinate a lasciare segni a lungo termine.

GLI OSTACOLI AGLI AIUTI UMANITARI

In questo contesto è sempre più complicato per gli operatori umanitari portare aiuto e garantire protezione a bambine e ragazze. Il blocco dei valichi impedisce l’ingresso di aiuti, tra cui dispositivi igienici e sanitari, e i continui attacchi incondizionati alle strutture civili mettono in pericolo la vita dei civili e degli operatori stessi. 

Miriam Ambrosini, Delegata per Terre des Hommes per Palestina Libano e Iraq: “Solo nelle ultime settimane, a Gaza City sono state colpite 4 cliniche del nostro partner Palestinian Medical Relief Society. Erano tra gli ultimi centri sanitari ancora attivi che garantivano cure primarie, assistenza materno-infantile e supporto psicologico. Siamo davanti a gravi e ripetute violazioni del diritto internazionale. Chiediamo ai governi italiano ed europei di fare quanto in loro potere per assicurare i responsabili alla giustizia attraverso tribunali internazionali e meccanismi legali; garantire il rispetto del diritto internazionale umanitario e adottare misure adeguate a porre fine agli attacchi continui di Israele contro i civili, le strutture sanitarie e le infrastrutture vitali.”

 

[1] Gaza: UN expert denounces genocidal violence against women and girls

[2] UN Women Palestine Questi dati si riferiscono ai report di luglio 2025 e inoltre, secondo la rivista The Lancet le stime delle morti a Gaza sarebbero al ribasso.

[3] UNFPA – Gender-Based Violence Snapshot: Gaza

[4] UNFPA – Surviving Gaza: The silent struggles of adolescent girls

 

 

 

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