L’Unione Europea prende una posizione storica contro il lavoro minorile forzato
Il Regolamento UE sul lavoro forzato è stato pubblicato oggi nella Gazzetta Ufficiale dell’UE ed entrerà in vigore domani. Questa normativa fondamentale rappresenta un approccio globale per eliminare il lavoro forzato e il lavoro minorile forzato nelle catene di approvvigionamento globali, introducendo misure rigorose che vietano l’immissione e la vendita nell’UE o l’esportazione dal mercato UE di prodotti realizzati con lavoro forzato o lavoro minorile forzato, indipendentemente dalla loro origine geografica.
Il regolamento si estende a tutti i settori, garantendo che qualsiasi prodotto, dai tessili all’elettronica, dai prodotti agricoli ai prodotti minerari, debba essere privo di lavoro forzato o lavoro minorile forzato in ogni fase di produzione, fabbricazione, raccolta o estrazione, nel suo insieme o in parte.
contro il lavoro minorile forzato: i dati
La portata del problema sottolinea la natura critica di questo intervento. Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), circa 27,6 milioni di persone in tutto il mondo sono intrappolate nel lavoro forzato, di cui 3,3 milioni di bambini, rendendo questo regolamento UE un passo fondamentale verso l’eliminazione di questa grave violazione dei diritti umani che colpisce i bambini di tutto il mondo.
La normativa istituisce un quadro solido per indagare i casi di lavoro forzato nelle catene di approvvigionamento. Le autorità nazionali degli Stati membri dell’UE condurranno indagini approfondite, con decisioni di divieto o ritiro dei prodotti riconosciute in tutti gli Stati membri dell’UE. Questo approccio fornisce un meccanismo equilibrato che non solo protegge i diritti dei lavoratori ma offre anche alle aziende l’opportunità di dimostrare il loro impegno per pratiche etiche.
Contro il lavoro minorile forzato la struttura del regolamento
Quando le autorità nazionali determinano che il lavoro forzato, incluso il lavoro minorile forzato, è stato utilizzato nella produzione di un prodotto, possono vietare e ritirare il prodotto dal mercato UE e dalle piattaforme online. Tuttavia, il regolamento offre anche alle aziende un percorso per presentare prove di misure preventive e correttive, potenzialmente consentendo loro di revocare il divieto e riportare i loro prodotti sul mercato dell’UE.
Lavinia Liardo, responsabile delle politiche e dell’advocacy dell’UE presso la Federazione Internazionale Terre des Hommes, ha elogiato la legislazione definendola “innovativa e potente”. Ha sottolineato: “Siamo lieti di vedere che la protezione dei diritti dei lavoratori e dei bambini, incluso il diritto alla riparazione, è ora al centro delle politiche commerciali e delle catene di approvvigionamento dell’UE. La nuova Commissione europea dovrebbe garantire che il Regolamento UE sul lavoro forzato sarà pienamente attuato all’interno e all’esterno dell’UE”.
Contro il lavoro minorile forzato un nuovo paradigma di consumo etico
L’importanza di questo regolamento va ben oltre la protezione del mercato. Completa la Direttiva sulla due diligence sulla sostenibilità aziendale, entrata in vigore nel luglio 2024, e rappresenta un approccio trasformativo al commercio internazionale, rendendo le aziende responsabili delle loro pratiche di catena di approvvigionamento e fornendo un meccanismo per proteggere i lavoratori vulnerabili. Inoltre, il regolamento aumenta la fiducia dei consumatori garantendo gli standard dei diritti umani nei prodotti, creando un nuovo paradigma di consumo etico.
L’Unione Europea ha compiuto un passo significativo nel trasformare le pratiche lavorative globali, stabilendo un potente precedente per la protezione dei diritti umani nel commercio internazionale. Implementando questo approccio globale, l’UE dimostra il suo impegno nell’affrontare il lavoro forzato a livello mondiale, potenzialmente influenzando gli standard globali per i diritti del lavoro e la produzione etica.