Terre des Hommes presenta le proposte di riforma per la protezione dei minori dalla violenza online - Terre des Hommes Italia

Terre des Hommes presenta le proposte di riforma per la protezione dei minori dalla violenza online

Terre des Hommes presenta le proposte di riforma per la protezione dei minori dalla violenza online

All’indomani dell’accordo politico sul Digital Services Act, Terre des Hommes ha presentato oggi alla presenza della Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, alcune proposte di riforma normativa atte a rendere più effettiva la difesa delle giovani vittime di reati informatici e a proteggere quindi centinaia di bambini e adolescenti. Sono loro, infatti, a confermare paura e insicurezza quando navigano in rete.
A livello globale, infatti, una ricerca della World Wide Web Foundation riporta che il 52% delle adolescenti e giovani donne di 180 Paesi ha subito molestie e abusi online.

In Italia l’Osservatorio indifesa, condotto ogni anno da Terre des Hommes e OneDay Group, conferma che 7 ragazzi su 10 dichiarano di non sentirsi al sicuro quando navigano in rete, e soprattutto le femmine sono spaventate dai rischi di subire molestie e abusi.

Diffamazioni, hate speech, sfide pericolose on line sono purtroppo sempre più diffusi causando sofferenza, dolore e a volte conseguenze irrecuperabili nelle vittime. L’ultimo in ordine di tempo è il caso che ha visto coinvolto un ragazzo quattordicenne, che si è provocato gravi ustioni, mentre partecipava ad una challenge sui social network; fenomeni difficili da individuare e purtroppo anche da punire.

Le ottime leggi di cui il Paese si è dotato, infatti, non riescono ancora a garantire la punibilità dell’autore, sia perché le fattispecie di reato non sempre possono rientrare nelle loro maglie, sia perché sussistono ancora molti elementi che limitano le indagini, la possibilità di identificare l’autore dei reati o la rimozione rapida dei contenuti.
E tali difficoltà si traducono nelle frequenti, inevitabili, assoluzioni. Dal 2016 al 2021 l’80% dei procedimenti penali per discorsi di odio è finito con archiviazione o assoluzione.
L’obiettivo della conferenza tenutasi oggi a Roma è quindi quello di avanzare modifiche e correzioni normative che garantiscano a chi subisce comportamenti illeciti online una tutela più effettiva e la possibilità di ottenere giustizia e vedere riconosciuti i propri diritti.

Le proposte avanzate durante la conferenza, elaborate da un team di esperti legali, chiedono che:

  • Si istituisca quale prestazione obbligatoria delle piattaforme un canale di contatto telematico attraverso il quale qualsiasi persona, ente, o autorità possa notificare la presenza sulla piattaforma di contenuti ritenuti illegali o inviare qualsiasi altra comunicazione di natura legale. Le notifiche e le comunicazioni inviate al contatto telematico devono essere considerate idonee e sufficienti per la formale messa a conoscenza dei contenuti segnalati.
  • Si renda effettivamente perseguibile l’autore del reato, identificandolo nei casi previsti dalla legge. La collaborazione con le autorità procedenti dovrà essere considerata una prestazione obbligatoria delle piattaforme con relative sanzioni amministrative in caso di inadempimento.
  • Sia individuata con certezza, anche per i reati commessi via social, la relativa giurisdizione, intendendosi in ogni caso commesso nel territorio dello Stato il reato posto in essere mediante l’impiego di sistemi informatici o telematici in danno di persona offesa che su tale territorio abbia la residenza, la dimora o il domicilio.
  • Sia individuata con certezza anche la competenza territoriale dei reati commessi attraverso la rete, analogamente a quanto previsto per quelli commessi attraverso trasmissioni televisive o radiofoniche, la competenza dovrà essere determinata con riferimento al luogo di residenza della persona offesa dal reato.
  • Si istituisca un’Autorità Garante dei Diritti degli Utenti della Rete e di Protezione dei Minori per rendere più effettiva la protezione dei minori nei casi in cui esiste oggi un vuoto di tutela, assicurando una rapida presa in carico delle segnalazioni per permettere una tempestiva rimozione dei contenuti illeciti senza costi per gli utenti e sanzioni amministrative in caso di inadempimento.

Il commento della Ministra per le Pari Opportunità e La Famiglia Elena Bonetti: “Grazie a Terre des Hommes per questa importante occasione, che serve a riconfermare un impegno da parte del Governo e delle Istituzioni su una tematica così cruciale come quella della protezione e prevenzione dei più giovani dalla violenza online.
Abbiamo bisogno di azioni sinergiche che educhino le giovani generazioni ad utilizzare questi nuovi strumenti in modo consapevole e umano. In modo tale che ragazze e ragazzi riconoscano i pericoli della violenza in rete e anche che siano essi stessi ad avere strumenti per contrastarla.
È importante ascoltare oggi le proposte di riforma normativa presentate da Terre des Hommes, che sono perfettamente in linea con le azioni del Governo che ha appena presentato il Piano Nazionale di Contrasto alla Pedofilia e Pedopornografia, inserito nel Piano Nazionale Infanzia.
L’impegno sinergico di Istituzioni, social network e società civile è essenziale per affrontare queste tematiche con il giusto approccio interistituzionale e intersezionale che miri a una reale protezione di ragazze e ragazzi.”

“Le proposte che Terre des Hommes ha presentato oggi sono il risultato di un lavoro di valutazione e analisi dei limiti che, ancora oggi incontra chi cerca giustizia per i crimini di violenza sul web. Non è accettabile che a pagare le conseguenze di tutto ciò siano dei minori.” Afferma Federica Giannotta Responsabile Advocacy Terre des Hommes “Il Digital Service Act emanato dall’Unione Europea ci conferma che sono maturi i tempi per avviare i passi necessari a rafforzare gli strumenti di tutela delle vittime e la conferenza di oggi ci ha dimostrato come sia fondamentale l’impegno e la collaborazione di tutte le parti coinvolte: le istituzioni parlamentari e governative, le forze di polizia e le autorità giudiziarie così come i social network.”

Qui un estratto della testimonianza di Ramon Maj, padre di Igor, vittima della sfida “Black out game” a 14 anni.
“Igor, come tanti ragazzi, amava le sfide ed io, appassionato di montagna e arrampicata, cercavo di “canalizzare” questa sua necessità in questo sport. Io non gli ho mai negato/proibito di farle, però lo ho sempre indirizzato sul come farle e sul non farle da solo e pensavo (evidentemente sbagliando) che lui avesse capito, che avesse gli strumenti per valutare. E invece proprio la cosa più pericolosa l’ha fatta da solo, senza chiedere e senza confrontarsi e l’ha sbagliata. È stato molto stupido e molto sfortunato. Il risultato è che lui non c’è più, ha distrutto il suo futuro e tutta la nostra famiglia che non sa come andare avanti. Tutto questo non lo dico per indurvi a “spegnere” il bisogno degli adolescenti di sfidare la paura, perché è quello che anima ogni persona. Il messaggio che voglio portare ai ragazzi è “non affrontatelo da soli”. Cercate il confronto reale di un amico, di un gruppo, persino di un rivale, ma non restate soli. E non confondete il web come un compagno, perché sarà solo lui a confondere voi. In questo ambito si inserisce questa iniziativa di Terres des Hommes che va nella direzione di portare degli strumenti in ausilio a famiglie ed educatori.”

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