Il bullismo è una forma di violenza subdola, spesso invisibile, che mina la dignità e l’equilibrio emotivo di chi ne è vittima e, spesso, si tratta di bambini e ragazzi.
Subire bullismo non è un innocuo rito di passaggio, ma getta una lunga ombra sulla vita delle persone coinvolte. Il bullismo viola i diritti fondamentali delle persone, soprattutto di bambini e ragazzi ed è un attacco diretto all’uguaglianza, alla tolleranza e all’inclusione. Ecco perché, parlare di bullismo non è mai solo un esercizio informativo: è un atto di responsabilità civile e collettiva.
Il bullismo mette a rischio la serenità di bambini e adolescenti nel mondo e delle loro famiglie: prevaricazioni, minacce e umiliazioni possono compromettere la loro crescita e la loro salute. Terre des Hommes, da oltre 60 anni in prima linea nella protezione dei più vulnerabili, lotta affinché ogni bambino possa vivere libero dalla paura.
Cos’è il bullismo?
Il bullismo è un comportamento aggressivo e intenzionale, ripetuto nel tempo, che si attua accentuando uno squilibrio di potere tra chi lo perpetra (il bullo) e chi lo subisce (la vittima). Il bullismo può verificarsi ovunque: a scuola, nei centri di aggregazione, a casa o sul web e può manifestarsi in diverse forme:
- Fisico: ad esempio attraverso piccole e grandi violenze come spintoni, calci, percosse.
- Verbale: con insulti, minacce, prese in giro.
- Relazionale: con l’esclusione dal gruppo, l’isolamento sociale.
- Digitale (cyberbullismo): con la diffusione di contenuti offensivi, minacce online, furto d’identità virtuale.
Le dimensioni del problema nelle scuole
Sono preoccupanti i dati dell’ultimo rapporto UNESCO che forniscono una misura delle dimensioni del problema: il bullismo non interessa solo contesti difficili ma può interessare tutti gli ambienti, specialmente quelli della scuola dove si verificano la maggior parte degli episodi.
Al livello mondiale:
- Quasi uno studente su tre (32%) è stato vittima di bullismo da parte dei pari a scuola almeno una volta nell’ultimo mese
- Più di uno studente su tre (36%) è stato coinvolto in una violenza con un altro studente
- Quasi uno su tre (32,4%) è stato aggredito fisicamente almeno una volta nell’ultimo anno
- In tutte le regioni tranne l’Europa e il Nord America, il bullismo fisico è il più comune
- il bullismo sessuale è il secondo tipo più frequente
- Il cyberbullismo colpisce fino a un bambino su dieci
Anche in Italia le dimensioni del problema sono allarmanti. Un’indagine condotta per il progetto Elisa promosso dal Ministero dell’Istruzione del Merito, ha evidenziato numeri importanti che, viene sottolineato, sono in aumento anno, dopo anno:
- circa il 25% degli studenti e delle studentesse ha riportato di essere stato vittima di bullismo almeno una volta
- il 18% ha dichiarato di aver preso parte attivamente a episodi di bullismo
- l’8% dei partecipanti ha dichiarato di aver subito episodi di cyberbullismo
- il 7% ha riportato di aver preso parte attivamente a episodi di cyberbullismo.
Più preoccupanti i risultati dell’ultimo sondaggio tra i giovani al di sotto dei 26 anni condotto da Terre des Hommes e Scomodo per l’Osservatorio Indifesa: il 43% degli intervistati dichiara di aver vissuto uno o più episodi di bullismo.
Vulnerabilità e diversità: i fattori che accendono la miccia nei bulli
Il bullo è una persona che adotta comportamenti aggressivi e intenzionalmente dannosi verso altri, spesso in un contesto scolastico o sociale. Ma perché lo fa? Le motivazioni sono complesse e possono essere sia psicologiche che sociali.
I bulli non sono i più forti, non sono dominanti, non sono leader. Chi ha bisogno di esercitare violenza sull’altro per affermare se stesso (è questo che fanno i bulli), spesso è una persona fragile, sofferente, e che mette in atto questo comportamento come riflesso di questa fragilità.
Alla base ci possono essere una bassa capacità di integrazione sociale e capacità relazionale: in questo caso, il mostrarsi “qualcosa” di definito (un carnefice, una persona di cui aver paura) potrebbe costituire una strategia per lenire il disagio personale.
Altre volte, gli adolescenti che assumono comportamenti aggressivi, lo fanno per dimostrare a sé stessi e agli altri la propria forza o indipendenza. Questi comportamenti sono legati alla costruzione dell’identità e alla pressione del gruppo dei pari e sono accentuati da una cultura machista.
A tutto questo si somma, spesso, anche una scarsa cultura delle diversità e possono diffondersi comportamenti vessatori e violenti che indicano che chi bullizza può essere motivato anche da stereotipi culturali e pregiudizi socialmente condivisi. Accade nel bullismo di base omofobica oppure negli episodi che coinvolgono persone provenienti da culture e paesi diversi dal proprio.
In ambito scolastico, soprattutto, ragazzi che sono percepiti come “diversi” in qualche modo hanno maggiori probabilità di essere vittime di bullismo. Indagini internazionali rivelano che l’aspetto fisico è la ragione più comune per essere vittima di bullismo, seguito da etnia, nazionalità o colore della pelle.
Altri studi dimostrano che gli studenti visti come non conformi alle norme di mascolinità e di femminilità, compresi gli studenti LGBTQ+ o che sono percepiti come tali, sono più a rischio di violenza e di bullismo a scuola rispetto a quelli che rientrano nei tradizionali canoni di genere.
Come riconoscere una persona vittima di episodi di bullismo?
Il bullismo non si manifesta sotto forma di episodi isolati, è una pratica reiterata che quindi può essere messa allo scoperto osservando attentamente i cambiamenti nel comportamento di amici, figli, studenti. Ecco alcuni segnali d’allarme:
- Cambiamenti nell’umore: chiusura, irritabilità, aggressività improvvisa
- Segni fisici: lividi, graffi
- Flessione del rendimento scolastico: scarsa capacità di concentrazione, assenze frequenti
- Manifestazioni psicosomatiche: mal di testa, mal di pancia, disturbi del sonno
- Rifiuto della scuola o del gruppo dei pari: paura o ansia all’idea di uscire di casa o andare a scuola
Quali sono le conseguenze del bullismo sulle vittime?
Le ferite del bullismo non sono solo fisiche. Anzi, spesso quelle più profonde sono invisibili e possono protrarsi negli anni, fino all’età adulta, compromettendo la capacità della persona di costruire relazioni sane e sentirsi parte della società.
Uno studio ha dimostrato che ripetute esperienze di violenza verbale, fisica e psicologica ai fini di esclusione e prevaricazione hanno un impatto “visibile” sul cervello, in particolare vanno a influire – a lungo termine – sulla memoria, sull’apprendimento, sulla regolazione delle emozioni e sulla percezione del movimento.
L’esperienza delle vittime di bullismo sembra comporti una riduzione di volume dell’ippocampo, coinvolto nei processi di memoria, apprendimento e orientamento. Secondo gli autori dello studio, questo potrebbe provocare alterazioni nella regolazione ormonale e nella gestione dello stress e contribuire al rischio di sviluppare depressione.
Cosa fare di fronte a un episodio di bullismo?
Non è mai facile, ma bisogna avere la forza di osservare e poi segnalare. Se un genitore, un educatore, un insegnante, si trovasse per caso ad assistere a un episodio di violenza e prevaricazione che assomiglia a un atto di bullismo, non deve restare in silenzio.
È importante raccogliere informazioni su quanto osservato (dalla vittima, dal bullo, dal gruppo di persone presenti) e cercare un supporto. Si può contattare la scuola se l’episodio è avvenuto in un contesto di questo tipo oppure la famiglia dei ragazzi coinvolti. È importante segnalare l’evento in qualunque modo perché vittima e carnefice possano essere aiutati a uscire dal disagio.
È importante, in particolare, che la vittima non si colpevolizzi e che parli con un adulto (un genitore, un insegnante, etc) che possa sostenerla. Si possono adottare strategie per tenere traccia degli episodi di bullismo e smascherare il carnefice e per evitare l’isolamento sociale chiedendo aiuto agli amici.
Bullismo: una questione di diritti umani
Secondo la Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, ogni bambino ha diritto a crescere in un ambiente sicuro, a esprimersi liberamente, a non essere discriminato. Il bullismo è una negazione di questi diritti.
Per combattere il fenomeno del bullismo Terre des Hommes ha messo a punto varie azioni, tra cui il progetto Coach contro il Bullismo, un’iniziativa d’inclusione sociale e cittadinanza attiva con tre obiettivi chiave che si alimentano l’un l’altro: promuovere la pratica sportiva tra i più piccoli che non fanno attività fisica, rendere lo sport un volano nel contrasto a fenomeni di bullismo, cyber-bullismo e abusi sui minori, e stimolare l’attitudine dei giovani tra i 17 e i 25 anni al volontariato.
Per ottenere questi risultati è stata organizzata una serie di attività, sia all’interno dell’Hub Spazio Indifesa sia nei luoghi pubblici del quartiere Gallaratese, un’area periferica del Nord-Ovest di Milano – dove gli spazi attrezzati, sicuri e gratuiti per giocare e fare sport non sono molti.
Oltre alle attività sportive offerte abbiamo aperto tre sportelli di ascolto psicologico dedicati agli adolescenti. Due sono collocati all’interno degli Istituti scolastici Giosuè Borsi e ECFOP mentre il terzo è interno all’Hub Spazio Indifesa, denominato “Sport, scuola e bullismo”.
Tra questi punti di ascolto esiste un’ottima sinergia in quanto i primi due fungono da “antenne” – vista la loro prossimità con gli studenti – utili a indirizzare i casi più complessi verso lo sportello attivo in Hub, in grado di gestire anche situazioni più complesse.