A soffrirne di più le conseguenze negative sono però coloro che vi hanno contribuito di meno, in particolare donne e ragazze del Sud del mondo.
Cosa s’intende per cambiamento climatico
Dall’era dell’industrializzazione ad oggi le crescenti emissioni di anidride carbonica e metano nell’atmosfera da parte delle attività umane (trasporti, riscaldamento, industria, agricoltura e allevamenti intensivi, ecc.) hanno portato all’aumento delle temperature medie globali, sia nell’atmosfera che nei mari.
Ciò ha causato un cambiamento delle dinamiche del clima, rendendo più frequenti e devastanti eventi estremi come uragani, tempeste, inondazioni, siccità prolungate, ondate di calore e di gelo in ogni parte del globo. Esistono però una serie di “hotspot” dove le temperature sono più elevate e le conseguenze di questi eventi meteorologici estremi sono particolarmente gravi.
I dati oggettivi
Tra tutti i fenomeni studiati dalla scienza il riscaldamento globale di origine antropica – altrimenti detto AGW (Anthropogenic global warming) – è uno di quelli che raccoglie più consensi.
– Più del 99% degli scienziati è d’accordo sull’origine umana del cambiamento climatico
– tra i ricercatori specializzati in climatologia e meteorologia il consenso è del 100%.
D’altronde i dati a disposizione sono evidenti:
– Il nostro pianeta dall’era preindustriale ad oggi si è riscaldato di 1,1 gradi Celsius, a causa della combustione di combustibili fossili, della deforestazione e dell’uso non sostenibile delle risorse.
– La concentrazione attuale di anidride carbonica (420 parti per milione) è la più alta di qualsiasi altro momento da almeno 2 milioni di anni;
– le concentrazioni di metano (1866 parti per miliardo) e protossido di azoto (332 parti per miliardo) sono le più alte di qualsiasi altro momento da almeno 800.000 anni.
– Tra il 1901 e il 2018 il livello medio globale del mare è aumentato di 0,20 metri, ma a partire dal 1971 la crescita è andata accelerando e dal 2006 l’aumento medio annuo è triplicato rispetto ai primi 70 anni del ‘900.
Le cause e gli effetti del climate change
Il cambiamento climatico è causato dal riscaldamento globale dell’atmosfera terrestre per effetto dell’aumento di concentrazione dei gas serra (anidride carbonica (CO2), metano, protossido di azoto, ecc.) che trattengono parte delle radiazioni infrarosse del Sole.
Gli ultimi anni sono stati i più caldi da quando sono iniziate le registrazioni delle temperature.
La crescita della temperatura sta causando lo scioglimento dei ghiacci nei Poli e sulle montagne, portando all’innalzamento dei mari e a riserve sempre più scarse di acqua dolce.
Le temperature più elevate hanno un effetto diretto sulla salute umana e di tutti gli altri esseri viventi, animali e vegetali compresi, accelerando la desertificazione di interi territori che non sono più adatti alla vita.
Siccità, carenza idrica, incendi boschivi ma anche inondazioni, frane e tempeste devastanti sono fenomeni diventati più frequenti in zone prima temperate, come l’Europa. Essi causano grossi problemi agli insediamenti umani, all’agricoltura, al patrimonio boschivo e alla biodiversità.
Non va meglio nei mari e negli oceani che, assorbendo la CO2 diventano più acidi e caldi, rendendo difficile la vita ai pesci e a tutti gli altri organismi marini.
Quali sono le aree più colpite e i soggetti più a rischio
Le zone che storicamente avevano un clima più caldo, come il Sahel, con l’aumento delle temperature stanno diventando sempre più inabitabili.
In generale si può dire che i Paesi più poveri del mondo siano più vulnerabili agli effetti avversi dei cambiamenti climatici in quanto non hanno le risorse necessarie per mettere in atto strategie efficaci di mitigazione.
Spesso inoltre si trovano in zone soggette a uragani, cicloni e inondazioni, come per esempio l’Africa Sub-Sahariana e l’Asia meridionale. Questo nonostante siano anche i Paesi che meno hanno contribuito al riscaldamento globale, avendo poche industrie.
Parlando dei soggetti più a rischio, l’aumento degli eventi climatici estremi ha impatti particolarmente gravi sulla vita milioni di donne e di ragazze, che costituiscono la maggioranza delle persone povere o a rischio povertà.
Basti pensare al loro ruolo nell’agricoltura.
Si stima infatti che nel mondo la forza lavoro femminile impiegata in questo settore sia intorno al 43%, con picchi di oltre il 50% in Asia e Africa.
Va da sé che, a fronte di disastri ambientali, sono proprio le donne e le ragazze a maggior rischio di povertà, insicurezza alimentare e sanitaria, migrazione.
La crisi climatica aumenta il lavoro domestico e di cura, gravando le ragazze di ulteriori responsabilità come l’approvvigionamento dell’acqua, la manutenzione dei raccolti e la cura dei bambini.
Quando una comunità è colpita da disastri naturali che mettono a rischio i mezzi di sussistenza le famiglie possono attuare strategie di adattamento dannose per le bambine e le ragazze: dai matrimoni precoci all’abbandono scolastico, fino allo sfruttamento sessuale e la tratta.
Per questo, come ha detto Reem Alsalem, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne e le ragazze, il cambiamento climatico oggi rappresenta “il moltiplicatore di rischi più rilevante con impatti di vasta portata sulle forme nuove o già esistenti di disuguaglianze di genere. Non è solo una crisi ecologica, ma fondamentalmente una questione di giustizia, prosperità e parità di genere, intrinsecamente legata e influenzata dalla disuguaglianza strutturale e dalla discriminazione“.
Le azioni e i progetti a tutela dell’ambiente
Per scongiurare gli scenari più catastrofici la comunità internazionale si è impegnata a mantenere al di sotto di 2 °C l’innalzamento della temperatura globale attraverso politiche di riduzione delle emissioni e decarbonizzazione.
Particolarmente importante è la protezione delle foreste pluviali, veri e propri polmoni verdi, e la riforestazione delle aree boschive incendiate.
L’impegno di Terre des Hommes a tutela dei soggetti più deboli e dell’ambiente
Negli anni Terre des Hommes si è impegnata in vari progetti che hanno l’obiettivo di mitigare l’impatto dei cambiamenti climatici sulle popolazioni più vulnerabili.
Tra queste per esempio ci sono le comunità rurali del Sud-Est dello Zimbabwe, dove la desertificazione ha ridotto la disponibilità d’acqua e cibo per gli uomini e gli animali.
Con il progetto Seeds for the future stiamo incrementando la produzione agricola e l’accesso all’acqua. Ne consegue che ciò migliora la qualità della vita delle bambine e ragazze che tradizionalmente si occupano di andare a prendere l’acqua per le faccende domestiche.
In questo modo non fanno più troppe assenze a scuola e hanno migliorato il loro rendimento.
Se vuoi sapere di più sull’impatto dei cambiamenti climatici sulle bambine e le ragazze leggi il nostro Dossier Indifesa, dove potrai anche scoprire l’impegno di molte giovani attiviste per il clima.
Infatti è necessario sottolineare come ogni bambina e ogni bambino ha diritto a crescere in un ambiente non inquinato e a un clima sicuro.
Per questo Terre des Hommes, in occasione della COP28, ha ribadito che le bambine e i bambini devono essere ascoltati per qualsiasi decisione politica sia presa per affrontare i cambiamenti climatici. Essi infatti possono dare un contributo importante per la vita sul nostro pianeta negli anni che verranno.
E’ possibile sostenere le attività di Terre des Hommes per mitigare l’impatto dei cambiamenti climatici sui bambini più vulnerabili e per promuovere l’attivismo giovanile facendo una donazione una tantum o ricorrente. Grazie per il tuo prezioso aiuto!