Come ogni gemellaggio che si rispetti anche questo prevedeva scambi di visite da un Paese all’altro ma il Covid-19 ha reso ancora più arduo questo traguardo, che comunque gli studenti sono riusciti a raggiungere, sebbene solo virtualmente, il 19 maggio scorso.
Nei mesi precedenti le classi si erano scambiate presentazioni registrate dagli studenti, così a Rinascita si è studiato la storia della Palestina, approfondendola attraverso le testimonianze di ragazzi palestinesi che vivono in Italia, e a Gerusalemme Est i ragazzi si sono avvicinati alla lingua e alla cultura italiana sulle piattaforme online.
L’incontro è stato possibile dopo molti rinvii, al termine di un anno difficile, durante il quale per lo più le scuole palestinesi a Gerusalemme Est hanno funzionato in regime di DAD e gli studenti di Rinascita in regime di semi-presenza.
Il giorno dell’incontro gli studenti e le studentesse della 2C di Rinascita e gli studenti delle due sezioni della 7° classe della scuola Hassan al Thani di Gerusalemme avevano una gran voglia di comunicare il loro vissuto e di conoscere la vita dei loro compagni, malgrado il fatto che molti studenti palestinesi hanno dovuto collegarsi senza webcam. Questo perché i dispositivi digitali utilizzati dai ragazzi palestinesi per partecipare alle attività didattiche attraverso la piattaforma digitale messa a disposizione dal Ministero dell’Istruzione Palestinese, sono spesso condivisi con gli altri membri della famiglia e le connessioni internet disponibili nelle case non sono sempre funzionanti.
L’incontro infatti si è svolto nel bel mezzo di una situazione molto difficile per gli studenti palestinesi, poiché per settimane la vita della comunità palestinese di Gerusalemme Est, in particolare del quartiere di Sheikh Jarrah, dove si trova la scuola Hassan Al Thani, è stata sconvolta quotidianamente da attacchi dei coloni sostenuti dalle forze di sicurezza israeliane e dove alcune famiglie palestinesi sono minacciate di espulsione dalle loro case.
Il racconto degli studenti e dell’insegnante palestinese che parlavano di blocchi, aggressioni e violenze ha fatto sorgere spontanea la domanda di un ragazzo di Rinascita che ha chiesto: “Ma perché qui in Italia non si parla di fatti tanto gravi?”. Nessuno ha saputo rispondere…
Poi la conversazioni è approdata su temi del vissuto quotidiano di tutti gli studenti del mondo: gli orari scolastici, l’organizzazione della vita quotidiana, i trasporti, la mensa (che esiste in Italia ma non in Palestina) e l’incontro si è chiuso con la promessa di sentirsi e vedersi ancora utilizzando tutti i mezzi possibili.
Non c’è pace senza gustizia
Meno di un mese prima, il 24 aprile, gli studenti, insegnanti e genitori della scuola Rinascita avevano celebrato la “Giornata della Pace”, un evento radicato nella storia e nei valori di inclusione e tolleranza di questa scuola, fondata come “Convitto Rinascita” nel dopoguerra, a Milano, da personalità che avevano partecipato attivamente alla resistenza contro il regime fascista.
L’evento si è svolto online per le restrizioni dovute alla pandemia e ha incluso 11 laboratori organizzati in “stanze” gestite da altrettanti relatori, dove il tema della pace veniva declinato in forme diverse.
Anche Terre des Hommes ha partecipato alla giornata con una stanza dal titolo “Non c’è pace senza giustizia”, gestita dalla coordinatrice del progetto di gemellaggio, che ha parlato della storia recente della Palestina, ponendo l’accento sull’impossibilità di raggiungere accordi di pace fra Israele e Palestina senza il rispetto e l’attuazione dei diritti all’autodeterminazione della popolazione palestinese, la fine dell’occupazione e il superamento di ogni forma di discriminazione e apartheid.
Il laboratorio ha incluso anche l’intervento di una studentessa palestinese che ha raccontato la traversie vissute dalla sua famiglia e da lei stessa, dopo l’espulsione nel 1948 dal villaggio di Maliha, nei pressi di Gerusalemme, ad opera degli israeliani.
Il gemellaggio fra Rinascita e le scuole palestinesi di Gerusalemme Est, della durata di tre anni, si propone di creare nel corso degli anni un legame continuativo fra studenti e insegnanti palestinesi e italiani. Un legame che rappresenta una opportunità fondamentale sia per gli studenti italiani e palestinesi, che avranno la possibilità di condividere esperienze e conoscenze, di superare barriere linguistiche e culturali e di guardare oltre i propri confini, sia per i loro insegnanti, che potranno osservare come i processi inclusivi vengono applicati in contesti profondamente diversi e condividere pratiche e strategie didattiche ed educative.