Il disagio psichico negli adolescenti - Terre des Hommes Italia

Disagio psichico negli adolescenti, come riconoscerlo e affrontarlo

Il disagio psichico degli adolescenti in Italia è un fenomeno crescente e complesso. Negli ultimi anni, e ancor più dopo la Pandemia di Covid19 e l’aumento pervasivo dell’utilizzo dei social media, si è registrato un importante aumento dei casi di disturbi mentali e comportamentali tra i giovani nel nostro Paese.

Cosa si intende per disagio psichico?

Il disagio psichico è una condizione di malessere mentale che può manifestarsi attraverso una vasta gamma di sintomi emotivi, comportamentali e fisici.
Non si limita necessariamente a disturbi mentali diagnosticabili, ma può includere qualsiasi forma di sofferenza psicologica che comprometta il benessere e l’equilibrio emotivo del ragazzo o della ragazza.
L’Organizzazione Mondiale della sanità definisce la salute mentale ”come stato di benessere emotivo e psicologico grazie al quale una persona può sfruttare al meglio le proprie capacità cognitive ed emozionali, stabilire relazioni soddisfacenti con gli altri e partecipare in modo costruttivo ai mutamenti dell’ambiente” (OMS 2019).
In quanto diritto tutelato dalla Convenzione Onu sull’Infanzia e l’Adolescenza, la salute mentale è da considerarsi un bene che va curato e garantito dal concepimento all’intero arco della crescita della persona (AGIA, 2022).

Disagio psichico in infanzia e adolescenza: i numeri del fenomeno

Secondo l’Organizzazione internazionale per le Migrazioni, nel mondo un individuo su sette tra i 10 e i 19 anni soffre di disturbi mentali.
In Europa, ben 9 milioni di adolescenti sono alle prese con problemi di salute mentale, segnati principalmente da depressione, ansia e disturbi comportamentali.

Sebbene in molti casi una diagnosi precoce e interventi tempestivi modifichino in modo significativo la prognosi, possono anche avere esiti invalidanti e proseguire in età adulta.

Nel panorama italiano, negli ultimi 10 anni si è osservato il raddoppio degli utenti seguiti nei servizi di neuropsichiatria infanzia e adolescenza (NPIA) e, secondo l’ultimo rapporto del gruppo CRC, si valuta che nel nostro Paese disturbi neuropsichici dell’infanzia e dell’adolescenza, in forme e dimensioni diverse, colpiscano dal 10% al 20% della popolazione dei minori di età, ovvero quasi 2 milioni tra bambini e adolescenti da 0-17 anni, con una netta prevalenza del genere femminile.

Le cause del disagio psichico

Le cause del disagio psichico nell’infanzia e nell’adolescenza nel nostro Paese possono essere molteplici e spesso correlate tra loro. Tra le principali:

  1. Pressioni scolastiche e sociali: gli adolescenti italiani affrontano una significativa pressione per quanto riguarda il rendimento scolastico, che può portare a stress e ansia. La competizione e le aspettative elevate da parte delle famiglie e della società possono esacerbare questi sentimenti.
  2. Famiglia e relazioni interpersonali: Le dinamiche familiari difficili, come conflitti tra i genitori, separazioni o divorzi, possono influire negativamente sul benessere psicologico dei giovani. Inoltre, le relazioni con i pari, incluse esperienze di bullismo e cyberbullismo, sono fattori critici.
  3. Impatto dei Social Media: L’uso estensivo dei social media può contribuire a sentimenti di inadeguatezza, ansia e depressione. La comparazione continua con gli altri e l’esposizione a contenuti negativi possono danneggiare l’autostima degli adolescenti.
  4. Pandemia di COVID-19: La pandemia ha avuto un impatto significativo sulla salute mentale dei giovani, causando isolamento sociale, interruzioni scolastiche e preoccupazioni per la salute propria e dei propri cari.
  5. Migrazione e guerra: una categoria particolarmente a rischio sono i minori non accompagnati arrivati nel nostro paese per le rotte migratorie avendo dovuto abbandonare il proprio paese e talvolta la propria famiglia a causa di guerre o povertà

L’impatto della Pandemia sulla salute mentale dei minori

A causa della pandemia di Covid 19 e delle misure messe in atto per contenerla, i bambini e gli adolescenti hanno sperimentato cambiamenti sostanziali negli ambienti di vita, nelle routine quotidiane e nelle reti relazionali, educative e sociali che normalmente favoriscono il neurosviluppo e promuovono la salute mentale.
La necessità di attivare con urgenza interventi sanitari diretti prevalentemente agli adulti e agli anziani ha messo in secondo piano i bisogni specifici dei ragazzi.
Non vi è da stupirsi, quindi, che durante la pandemia sia stato segnalato con forte allarme un crescente malessere emotivo e psicologico espresso da bambini e ragazzi in forme e intensità tra loro molto diverse.

Si stima che il benessere psichico dei minori durante la pandemia sia diminuito di oltre il 10% a livello mondiale.
Durante tale periodo si sono registrati il raddoppio dei bambini sotto la soglia di disagio e un aumento di rabbia, noia, difficoltà relazionali.
Considerando che il 50% di tutti i disturbi mentali emerge entro i primi 16 anni di vita e che le esperienze stressanti vissute durante l’infanzia e l’adolescenza aumentano il rischio di disturbi mentali più avanti nella vita, si può ipotizzare che le conseguenze della pandemia sul neurosviluppo e sulla salute mentale delle nuove generazioni emergeranno sempre di più nei prossimi anni (ISS Rapporto Covid-19 n.43/2020).

Sintomi e manifestazioni del disagio psichico

I sintomi del disagio psichico negli adolescenti possono variare, ma includono spesso:

  • Ansia e depressione: Sentimenti persistenti di tristezza, mancanza di interesse per attività precedentemente piacevoli, eccessiva preoccupazione o paura.
  • Disturbi alimentari: Comportamenti alimentari anomali come anoressia, bulimia o binge eating.
  • Comportamenti autolesionistici: Ferirsi intenzionalmente come forma di gestione del dolore emotivo.
  • Problemi di concentrazione e rendimento scolastico: Difficoltà a concentrarsi e calo delle prestazioni scolastiche.
  • Isolamento sociale: Tendenza a ritirarsi dalle interazioni sociali e familiari.

La sindrome di Hikikomori

In particolare il ritiro sociale degli adolescenti in Italia, noto anche come “sindrome di Hikikomori“, è un fenomeno crescente che coinvolge giovani che scelgono di isolarsi completamente dalla vita sociale e dalle interazioni con il mondo esterno.
Questo comportamento può durare mesi o addirittura anni e ha implicazioni significative per la salute mentale degli individui coinvolti.
Secondo “Vite in disparte”, la prima indagine nazionale condotta dal Gruppo Abele e dall’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR nel 2023 sono almeno 50.000 gli adolescenti in Italia che manifestano forme di ritiro sociale, di cui 44.000 nella sua forma più grave.
67.000 sarebbero invece a rischio di diventarlo.
Tali situazioni sembrano diffondersi sempre di più negli ultimi anni, in parte anche a causa dello sviluppo dei social media, nei quali i giovani hanno la sensazione di trovare un “rifugio” in forme di relazione apparentemente più facili da gestire e controllare, in cui si sentono meno esposti rispetto a quelle reali.
Inoltre, la pandemia e il lockdown hanno amplificato e accelerato l’utilizzo dei mezzi digitali, “sdoganandoli” come sostituto di relazioni in presenza.

Come affrontare il disagio psichico degli adolescenti

Affrontare il disagio psichico degli adolescenti richiede un approccio multidisciplinare e comprensivo che coinvolga genitori, educatori, professionisti della salute mentale e la comunità.
Ecco alcune strategie chiave:

  • Comunicazione aperta: incoraggiare gli adolescenti a parlare delle loro emozioni e preoccupazioni senza giudizi. Creare un ambiente in cui si sentano al sicuro e ascoltati.
  • Empatia: mostrare comprensione e empatia per le loro esperienze, senza minimizzare i loro sentimenti.
  • Attività fisica: incoraggiare l’attività fisica regolare, che è dimostrata essere efficace nel migliorare l’umore e ridurre l’ansia.
  • Riconoscimento dei segnali: essere vigili sui cambiamenti comportamentali, come l’isolamento, cambiamenti nel rendimento scolastico, o alterazioni nell’umore.
  • Consultazione professionale: se necessario, indirizzare gli adolescenti a psicologi, psichiatri o consulenti scolastici per una valutazione e un supporto professionale.
  • Sensibilizzazione: promuovere la consapevolezza sulla salute mentale nelle scuole e nelle comunità per ridurre lo stigma associato a questi problemi.

Il lavoro di Terre des Hommes per il disagio psichico degli adolescenti

Di fronte a preadolescenti e adolescenti che non vogliono più andare a scuola, che non escono di casa, che ricorrono a giochi online per farsi delle amicizie, interventi di tipo esclusivamente clinico e sanitario non sono sufficienti.
Essi devono essere integrati da altre forme di sostegno continuativo, sia per i minori che per le loro famiglie.
Per dare una risposta a queste esigenze Terre des Hommes ha dato vita a ReSTARS, un progetto realizzato in stretta collaborazione con medici e psicologi delle Unità Operative di Neuro-Psichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (UONPIA) dell’ASST Santi Paolo e Carlo di Milano, servizi territoriali dove bambini, adolescenti e famiglie possono trovare professionisti specializzati per ricevere un aiuto, senza dover arrivare a recarsi in ospedale o a un ricovero.

Tra gli interventi individuali vi sono:

  • la Pet-therapy
  • l’attivazione di un operatore di rete e/o uno psicologo,
  • il sostegno alla famiglia,
  • l’accompagnamento del ragazzo o della ragazza a laboratori di arteterapia, danzaterapia, musicoterapia,
  • laboratori/attività più dinamiche, aperte anche a ragazzi/e del quartiere, come difesa personale, rap, writing, animazione sportiva in piazza.

Oltre che con le UONPIA, si collabora con scuole, servizi sociali, centri di aggregazione giovanile e altri servizi.
Ad oggi ReSTARS ha accompagnato 19 minori con percorsi individualizzati e ha permesso a oltre 80 ragazzi e ragazze di sperimentarsi in attività di socializzazione con il supporto e la facilitazione di personale educativo qualificato.

Il supporto alla salute mentale degli adolescenti migranti

La salute mentale è centrale anche nel lavoro che Terre des Hommes dedica al supporto dei Minori Stranieri Non Accompagnati.
Attraverso il progetto FARO, la Fondazione offre assistenza psicologica ai ragazzi e ragazze che giungono soli in Italia, via mare o dai confini di terra.
Le criticità che un minorenne appena sbarcato/a può presentare sono infatti molteplici: dissociazione, stato catatonico, disorientamento, panico, isolamento, stato di costante allerta dato dalla paura, angoscia e molto altro…

In linea con le indicazione dell’Inter-Agency Standing Committee (IASC) l’attività in banchina subito dopo lo sbarco si propone di:

1. Trasmettere senso di sicurezza rispetto al luogo in cui il migrante si trova;
2. Offrire orientamento chiaro al migrante circa: procedure di sbarco, stakeholder che intervengono, servizi di base accessibili;
3. Supportare il migrante in caso di separazione erronea da famigliari (per ricostruzione senso sicurezza);
4. Individuare vulnerabilità psicologiche gravi;
5. Accompagnamento in ospedale in caso di trasporto del minore solo o donna con bambino;
6. Ove necessario referral dei casi con medico.

Una volta che i minori migranti sono trasferiti in Hotspot o centri di accoglienza, il lavoro può essere costruito su una base temporale più lunga e dunque è possibile svolgere una gamma più ampia di attività psicosociali.
Tra queste c’è l’osservazione delle dinamiche tra gruppi di ragazzi di etnie differenti; individuazione comportamenti asociali o pericolosi; intercettazione vulnerabilità specifiche di singoli; ascolto e incontri individuali di supporto psicologico; referral ai servizi di salute pubblica per casi con profili di patologie gravi.

Vuoi sostenere i programmi di Terre des Hommes a favore di bambini e adolescenti? Puoi fare una donazione o devolvere il tuo 5×1.000 nella prossima dichiarazione dei redditi.

condividi con i tuoi amici

Leggi anche