Educazione digitale come strumento per proteggere i piccoli - Terre des Hommes Italia

Educazione digitale come strumento per proteggere i piccoli

Educare i bambini alla cittadinanza digitale è essenziale per proteggerli da bullismo, abusi e disuguaglianze. Ecco perché è un diritto da garantire.

La tecnologia è parte integrante delle nostre vite, ancor di più da quando siamo connessi tutto il giorno, tutti i giorni, e non solo noi: la nostra casa, i nostri elettrodomestici, l’auto, persino la porta di casa, viviamo connessi. Per noi adulti, l’accesso alla tecnologia può essere dettato da ragioni prevalenti di lavoro, di informazione, di comodità, ma per bambini e adolescenti l’accesso indiscriminato alla tecnologia può diventare un pericolo invisibile

La cittadinanza digitale è un’espressione che ha acquisito una crescente importanza. Essere consapevoli degli strumenti digitali e usarli con coscienza e in modo etico non è più un’opzione: è un diritto, una necessità, un’urgenza. I rischi online esistono e solo attraverso l’educazione possiamo proteggere le generazioni future. 

In questo scenario, l’educazione digitale diventa un vero e proprio strumento, oltre che di difesa, anche di emancipazione e di inclusione.

Cos’è l’educazione digitale e perché è importante

Educare alla cittadinanza digitale significa fornire a bambini e ragazzi le competenze necessarie per muoversi nel mondo online con sicurezza, senso critico, rispetto di sé e degli altri. Non si tratta solo di sapere usare un dispositivo o un social network, ma di comprendere i diritti, i doveri e le dinamiche relazionali che il digitale comporta.

L’educazione digitale per un mondo di diritti, non di privilegi

L’educazione digitale deve essere garantita a tutti i bambini, senza discriminazioni di genere, etnia, religione o condizione sociale. Nel 2025, nell’era dell’Intelligenza Artificiale, non è più possibile che il cosiddetto digital divide, ovvero la disparità nell’accesso e nell’utilizzo delle tecnologie digitali, in particolare internet e dispositivi connessi, crei emarginazione. 

Terre des Hommes lo ribadisce: “Siamo nati per proteggere i bambini da ogni forma di violenza o abuso, garantire a ogni bambino il diritto alla salute, all’educazione e alla vita senza alcuna discriminazione”. In questo contesto, anche la cultura digitale fa la sua parte e merita grande attenzione, non solo per l’esposizione ai rischi, ma anche per la parità d’accesso alle opportunità, presenti e future, di lavoro ed educazione.

Il sapere è conoscenza e conoscere aiuta a chiedere aiuto

Le competenze digitali non solo aprono le porte alla conoscenza, ma rappresentano una protezione concreta. Un bambino informato è un bambino più sicuro, meno esposto ai pericoli del web e più capace di difendersi, riconoscere e, soprattutto, chiedere aiuto quando si trova esposto a contenuti inappropriati, molestie, o meccanismi di manipolazione. 

Il diritto alla protezione, alla privacy, alla partecipazione

Ogni bambino ha diritto a navigare in rete in sicurezza. Ha diritto alla riservatezza, a non essere tracciato o profilato, a non vedere i suoi dati venduti o utilizzati senza consenso. Ma ha anche diritto a esprimersi, a creare, a partecipare alla vita digitale come cittadino attivo e a farlo in piena sicurezza.

Internet è un’opportunità immensa, ma può diventare un campo minato. I pericoli sono reali, e ogni giorno migliaia di bambini ne fanno le spese.

I principali pericoli della rete

Cyberbullismo: la violenza invisibile

Uno degli abusi più diffusi in rete è il cyberbullismo: insulti, minacce, diffusione di immagini private senza consenso. I danni psicologici possono essere devastanti. Secondo una ricerca dell’Università di Firenze, quasi 1 adolescente su 4 è stato vittima di atti di bullismo online. Il 43% dei giovani che hanno partecipato all’Osservatorio Indifesa di Terre des Hommes e Scomodo nell’ultimo anno ha riferito di essere stato vittima di atti di bullismo anche online.

Adescamento: quando il web nasconde predatori

Adulti che si fingono coetanei per instaurare un rapporto con minori e poi convincerli a incontri o azioni non legali o pericolose. Il cosiddetto grooming online è una minaccia subdola. Le stime sono allarmanti: centinaia di contenuti pedopornografici vengono condivisi nel mondo ogni ora. 

Educare i bambini a riconoscere i segnali e a fidarsi degli adulti di riferimento di riferimento è vitale.

Isolamento e dipendenza: hikikomori in aumento

Oltre agli abusi, l’uso scorretto e non mediato della rete può portare a isolamento sociale, problemi di autostima, disturbi del sonno e della concentrazione. I più piccoli, soprattutto, rischiano di sostituire l’interazione reale con una realtà virtuale distorta e filtrata.

Il ruolo della scuola e delle famiglie

Proteggere i bambini nel digitale significa educarli, accompagnarli, essere presenti. E questo compito spetta prima di tutto agli adulti: insegnanti, genitori, educatori.

Occorre introdurre l’educazione digitale nei curricula scolastici. Non bastano corsi di coding, non si tratta di imparare come si sviluppa un sito web: servono percorsi di consapevolezza su diritti, rischi, uso critico delle tecnologie. È necessario formare anche gli insegnanti, affinché siano guide autorevoli e preparate.

La famiglia è fondamentale ma il patto educativo va esteso alla comunità

Spesso i genitori sono i primi a non avere un’educazione digitale adeguata alle sfide del nostro tempo. Così a volte finiscono per avere comportamenti online pericolosi come lo sharenting che possono danneggiare i loro stessi figli, o non hanno gli strumenti e le conoscenze per seguire le attività dei figli quando sono online, considerando che spesso lo sono per molte ore al giorno. Oppure, semplicemente, non hanno tempo a sufficienza.

Tuttavia, il ruolo dei genitori è assolutamente cruciale. Bisogna essere capaci di instaurare un dialogo con i figli che possa portare a una moderazione dell’uso della tecnologia, pur senza limitare l’educazione digitale. Cosa significa? Significa porre dei limiti di tempo, necessari, spiegati e rispettati.

Un vero patto educativo, nel quale coinvolgere anche la scuola e la comunità della quale la famiglia fa parte: nonni, parenti, amici, babysitter e chiunque segua i ragazzi. La coerenza, in questo campo, è tutto. 

Proposte per una cultura digitale equa e inclusiva

Garantire a ogni bambino il diritto all’educazione digitale significa costruire una società più giusta, tollerante, sicura. Ma perché questo accada, servono azioni concrete.

1. Infrastrutture e accesso per tutti

Non possiamo parlare di inclusione digitale se milioni di bambini non hanno accesso a una connessione stabile, a dispositivi adeguati, a spazi digitali sicuri. Occorre investire nell’equità digitale, affinché nessun bambino resti indietro per povertà o marginalizzazione.

2. Educazione strutturata e permanente

L’educazione digitale deve diventare materia trasversale e permanente, un percorso continuo e adattato alle diverse età. Deve riguardare le competenze tecniche, ma anche l’etica, la sicurezza, la relazione.

3. Coinvolgimento dei bambini e delle bambine

Come sottolinea il decalogo di Terre des Hommes, “mettiamo bambini/e e ragazzi/e al centro: ascolto, coinvolgimento e co-progettazione di regole condivise”. Educazione digitale significa anche dare voce ai bambini, ascoltare i loro bisogni e farli partecipare alla costruzione delle soluzioni.

4. Regole chiare per le piattaforme digitali

Le aziende tecnologiche devono essere chiamate alle loro responsabilità. È necessario stabilire normative che obblighino al rispetto dei diritti dei minori: strumenti di parental control efficaci, algoritmi trasparenti, segnalazioni rapide e un’assistenza dedicata. Terre des Hommes ha formulato delle proposte di modifica della normativa vigente per una maggiore protezione dei minori online.

5. Cooperazione internazionale e politiche pubbliche

La sfida è globale. Le istituzioni, nazionali e internazionali, devono collaborare per creare un ecosistema digitale etico, accessibile e sicuro per tutti i bambini del mondo. L’educazione digitale deve entrare nelle agende politiche, come diritto universale.

Un diritto da proteggere, una sfida da accogliere: il Network Indifesa

Educare i bambini alla cittadinanza digitale è oggi un atto politico, etico e umano. Significa prepararli alla vita, difenderli dalla violenza, renderli protagonisti del loro futuro. È un diritto che dobbiamo garantire, un impegno che ci riguarda tutti. 

Anche per questo è attivo il Network Indifesa di Terre des Hommes fondato su partecipazione, coinvolgimento, protagonismo giovanile, educazione tra pari e innovazione. I temi affrontati sono anche quelli legati alla sicurezza digitale come cyberbullismo, adescamento, corretto uso dei social network.

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