L'ergastolo del dolore. Il primo episodio del podcast Respiro

L’ergastolo del dolore. Il primo episodio del podcast Respiro

 

L’ergastolo del dolore. Il primo episodio del podcast RespiroĀ 

 

ā€œParadossalmente per me era normale vivere un clima di tensione e violenza in casa, perchĆ© per noi era la quotidianitĆ ā€. A raccontare la sua storia di tragedia e riscatto ĆØ Giuseppe Delmonte, il primo testimone del podcast Respiro, che raccoglie sei storie degli orfani di femminicidio e delle famiglie che si sono prese cura di loro.

Ideato da Terre des Hommes e scritto da Roberta Lippi, il podcast racconta di tragedie spesso annunciate, precedute da anni di violenze fisiche e psicologiche, che i bambini hanno vissuto in una normalitĆ  tossica e distruttiva.

PerchƩ gli orfani di femminicidio sono orfani due volte: hanno perso la mamma e il papƠ, suicida o in carcere, ma anche la loro capacitƠ di sognare una vita normale e felice. Quando si spengono i riflettori sul drammatico fatto di cronaca, chi resta deve affrontare un lungo calvario, psicologico, legale e spesso anche economico per ritrovare una qualche forma di normalitƠ.

Giuseppe ĆØ rimasto orfano il 26 luglio del 1997, quando sua madre Olga ĆØ stata uccisa per strada a colpi d’ascia dall’ex marito. Aveva 18 anni.

ā€œQuando perdi tua mamma cosƬ sei condannato all’ergastolo del dolore…”Ā dice ā€œPer 25 anni non sono riuscito a parlarne con nessuno, era come non fosse mai accadutoā€

E invece Olga ĆØ stata uccisa davvero in quella drammatica giornata, nonostante avesse cercato di ricostruirsi una vita con i suoi figli, anzi forse proprio per quello, perchĆ© molti crimini domestici avvengono quando la donna cerca di allontanarsi. Olga aveva anche denunciato più volte l’ex marito alle forze dell’ordine ā€œma il comandante dei carabinieri le aveva risposto che non potevano fare nulla finchĆ© lui non faceva qualcosaā€ racconta Giuseppe ā€œquello stesso comandante ĆØ venuto poi a portarmi la notizia della morte di mia madreā€Ā 

In quegli anni non c’erano ancora le leggi sullo stalking e sul femminicidio, nessuno ha aiutato Giuseppe, ā€œnessuno si ĆØ mai domandato se io avessi un tetto sulla testa, se potevo mantenermi da solo… Zero, completamente. L’unica persona che si ĆØ fatta viva dopo 3 giorni, allucinante, ancora il funerale non era stato fatto, ĆØ stato il direttore della banca perchĆ© mia madre aveva aperto un mutuo per pagare il bilocale dove vivevamo, quindi il direttore della banca ĆØ venuto a dirmi ā€œadesso che non c’è più sua mamma e lei non lavora chi lo paga il mutuo?ā€

CosƬ Giuseppe ha dovuto affrontare tutto da solo. Dopo 25 anni di rimozione, fatica e silenzio adesso non vuole più stare zitto; solo 5 anni fa grazie a un bravo psicologo – che ha dovuto pagare di tasca sua – ĆØ riuscito a rielaborare l’accaduto. Oggi Giuseppe ha 45 anni,Ā  ĆØ un affermato strumentista di sala operatoria e dice ​”Il mio lavoro mi ha salvato, ma non per tutti ĆØ cosƬ, il mio grido ĆØ perchĆ© si intervenga subito, gli orfaniĀ  hanno bisogno di un supporto immediato”

Ascolta la storia completa su spreaker e su tutte le piattaforme

Il podcast Respiro ĆØ realizzato nel quadro del progetto omonimo per la presa in carico degli orfani di femminicidio, promosso dalla cooperativa Irene 95Ā  in partenariato con: Az. ospedaliero-universitariaĀ  Policlinico di Bari-Giovanni XXIII, Centro Famiglie Catania, Cestrim onlus, CISMAI, CIPM Sardegna, Consorzio CO.RE, Progetto Sirio, Save The Children, Terre des Hommes, Centro Antiviolenza Thamaia, Koinos coop.sociale, Associazione Sinapsi e selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertĆ  educativa minorile

Ā 

Ā 

 

 

condividi con i tuoi amici

Leggi anche