Manosfera: cos’è e da dove nasce. Dal mito della virilità alla misoginia strutturata
Il termine manosfera è la traduzione italiana di “manosphere”, che deriva dalla combinazione delle parole inglesi “man” (uomo) e “sphere” (sfera).
Un neologismo che inizia a circolare nei primi anni 2000 per riferirsi alle comunità online che parlano di interessi maschili, con contenuti che, nel tempo, si sono radicalizzati verso la difesa dei diritti dei maschi, l’esibizione del machismo e una critica feroce alle idee femministe.
L’origine del termine da una teoria sui lupi (che si rivelò sbagliata)
Uno dei concetti di base della manosfera è quello del “maschio alfa”, una teoria derivata da uno studio degli anni ’30 sul comportamento aggressivo dei lupi maschi condotto nello zoo di Basilea e resa famosa negli anni ’70 da un libro che ebbe un enorme successo.
L’autore David Mech si rese presto conto che i lupi in libertà si comportano in modo molto differente, evitando ove possibile l’aggressività e privilegiando la collaborazione tra i membri della famiglia, che costituiscono il suo branco. Chiese al suo editore di ritirarne la diffusione, ma era troppo tardi.
L’idea che esistano dei “maschi alfa” in natura anche tra gli esseri umani, si era già diffusa e serviva per spiegare o giustificare il predominio dei maschi (in particolare di quelli più virili) sulle donne e la tendenza all’utilizzo della violenza per l’affermazione della propria virilità.
L’esaltazione del “maschio alfa” nel cinema
Il mondo del cinema e dello spettacolo ha utilizzato a mani basse questa teoria per esaltare caratteristiche come la promiscuità sessuale maschile, la competizione sfrenata, la necessità di vincere e dominare ad ogni costo, interpretate da uomini avvenenti o con fisici massicci scolpiti. Il video The Myth of the Alpha Male ne ripercorre efficacemente le tappe.
Manosfera: il luogo dove si costruisce l’immagine dell’uomo vittima delle donne
Partendo quindi da un’immagine idealizzata del maschio dominatore, gli uomini (e più spesso i giovani e adolescenti) che frequentano la manosfera trovano una riprova sociale che le idee e l’immagine che hanno del genere maschile siano corrette.
Così, forti delle conferme avute dal gruppo, producono contenuti che denunciano le discriminazioni delle quali – a dir loro – sarebbero vittime delle rivendicazioni femministe e delle politiche per la parità di genere.
Alcuni finiscono per escludere dalla loro vita le relazioni con le donne, altri com’è il discusso caso degli incel, che si dichiarano vittime di una società che negherebbe loro l’accesso a ciò che ritengono un diritto: una relazione sessuale o sentimentale “per colpa” del ruolo emancipato delle donne.
Altri ancora diffondono strategie e tecniche per aumentare la virilità e sedurre le donne che, secondo una loro visione soggettiva e mai verificata, sarebbero attratte solo dai “maschi alfa”.
Linguaggio d’odio: ciò che accomuna il popolo della Manosfera
Tutti sono accomunati dall’uso di un linguaggio d’odio verso le donne in generale, ma ancor di più verso quelle che hanno successo: donne in politica, attrici, studiose, influencer. Secondo il “popolo” della Manosfera, una donna che ha successo ha usato il proprio corpo per ottenere favori, raccomandazioni o si è servita di conoscenze altolocate per arrivare dov’è. Il merito e la capacità reali di una donna non sono neppure contemplati nella loro visione.
Molte affermazioni smaccatamente maschiliste vengono poi normalizzate e si fa ricorso al sarcasmo per esprimerle in maniera fintamente scherzosa: stereotipi come “la solita donna che non sa parcheggiare” e che “farebbe meglio a stare in cucina” sono molto comuni. La tipica risposta a chi fa notare che si tratta di un luogo comune? “Ma allora non si può dire più niente!”
Come promuovere modelli positivi di mascolinità e relazione
La promozione di modelli positivi di mascolinità e relazione con gli altri è possibile e deve cominciare in famiglia.
Un bambino che ha un esempio positivo nel padre crescerà convinto che donne e uomini facciano parte del genere umano e abbiano pari diritti. Sarà facilitato a instaurare relazioni basate sul rispetto e sulla comprensione delle esigenze dell’altro.
Anche la scuola ha un ruolo importante, soprattutto per quegli alunni e alunne che vengono da famiglie complesse, dove sono presenti conflitti, violenze e prevaricazione maschile.
Qui, sono particolarmente utili i programmi di educazione sessuo-affettiva, grazie ai quali i ragazzi e le ragazze possono sviluppare competenze emotive, relazionali e sociali basate sul rispetto e sulla parità di genere, ma anche riconoscere comportamenti negativi o pericolosi come la violenza, gli stereotipi e le discriminazioni.
Cosa fa Terre des Hommes contro l’odio e la discriminazione di genere
Terre des Hommes ha incluso l’educazione sessuo-affettiva in diversi progetti rivolti ad adolescenti e giovani, sviluppati in modo partecipativo e con un forte radicamento nei territori.
Per esempio, a Catania, da qualche anno, portiamo avanti un programma di educazione sessuo-affettiva nel quartiere Librino per la prevenzione degli abusi sessuali e delle gravidanze precoci e stiamo organizzando incontri per adolescenti anche in altre città d’Italia.
In Italia abbiamo creato il Network Indifesa, una rete di webradio scolastiche e giovanili con giovani ambasciatori impegnati nell’educazione peer-to-peer per promuovere una riflessione su violenza, stereotipi e discriminazioni di genere e un cambio culturale generazionale.
Attraverso il coinvolgimento attivo dei ragazzi e delle ragazze in tutte le fasi del progetto, il Network stimola gli studenti degli istituti secondari a realizzare programmi radio mirati alla conoscenza e alla riflessione su violenza e stereotipi di genere, bullismo e cyberbullismo.
Se vuoi contribuire a questi progetti perché arrivino a un numero sempre maggiore di ragazzi puoi fare una donazione qui.











