Naufragio di Crotone. Inaccettabili le parole del Ministro Piantedosi

Naufragio di Crotone. Inaccettabili le parole del Ministro Piantedosi

Chiediamo al governo italiano e all’Unione Europea di assumersi le loro responsabilità

La Rete Associativa AOI definisce inaccettabili queste parole, con cui il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha commentato il naufragio a ridosso della costa crotonese in cui hanno perso la vita 60 persone: “La disperazione non può giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli”. Queste affermazioni evidenziano la totale incomprensione del fenomeno migratorio.

Il dramma umanitario che si è consumato nel mare davanti a Steccato domenica scorsa è il risultato della mancanza di vie legali e sicure per l’accesso alla protezione internazionale nel contrasto della tratta di essere umani e insieme di una strategia autorevole dell’Europa per l’accoglienza e l’integrazione dei migranti. Occorre affrontare le cause di queste fughe disperate per la vita, che sono conseguenza di carestie, fame, conflitti e guerre. Basta colpevolizzare i migranti e le ong che cercano di salvare vite in pericolo.

Indebolendo la capacità dei soccorsi in mare, a partire dalla cancellazione dell’operazione Mare Nostrum, si è contribuito a generare la situazione di emergenza umanitaria nel Mar Mediterraneo.

“Chi è morto, è disperso o per fortuna è disperatamente staro salvato sulle coste crotonesi è fuggito dalla guerra o da paesi dove la democrazia non è più tutelata, come l’Afghanistan e l’Iran. Non possiamo avere una doppia morale: sostenere le donne e i giovani iraniani che protestano contro il regime e poi lasciarli morire nel Mediterraneo. Manca una strategia nella politica estera dell’Italia e dell’Europa. Ci vuole un senso civico, umanitario e di responsabilità: non ci sono persone irresponsabili che mettono a rischio la loro vita e quella dei propri figli. Ma ci sono genitori che tentano di salvarla” – dichiara Silvia Stilli, Portavoce AOI

Chiediamo al governo italiano e all’Unione Europea di assumersi le loro responsabilità, di adottare politiche e azioni concrete per garantire il soccorso, la protezione e l’accoglienza di migranti e rifugiati e di investire nell’aiuto pubblico allo sviluppo, affinché tragedie come quella dello scorso weekend non si ripetano più.

 

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