Non dimentichiamoci di Haiti - Terre des Hommes Italia

Non dimentichiamoci di Haiti

di Donatella Vergari – Presidente Terre des Hommes Italia

ā€œSono di ritorno dal mio primo viaggio dopo 2 anni di Covid e nonostante la fatica di visitare un paese difficile come Haiti posso dire che nulla ripaga il contatto diretto con lo staff e la possibilitĆ  di coordinare in presenza gli aiuti che stiamo dando alla popolazione colpita dal terremoto del 15 agosto nel Sud del Paese. Vengo dalla vecchia scuola dove ā€œper dirigere bisogna saper fareā€ e in questo nostro lavoro le situazioni cambiano rapidamente, quindi, per capire e fare bene bisogna vedere da vicino cosa succede per poter poi intervenire con efficacia. ƈ stato bello ritrovare il lavoro sul campo, assistere alle distribuzioni di tende, kit igienici e buoni spesa per le famiglie sfollate. In una situazione cosƬ disastrosa, una cosa mi ha profondamente colpita: alcune famiglie contadine che abbiamo visitato hanno accettato di accogliere i bambini abbandonati dai genitori, il cui destino sarebbe solo l’orfanotrofio.

Devo riconoscerlo: in un paese famoso fino all’altro ieri per i cosiddetti ā€œrestavecā€, cioĆØ bimbi abbandonati presso familiari per poter essere sfamati e sfruttati nel lavoro, non mi sarei mai aspettata che famiglie non giĆ  benestanti, ma di per sĆ© bisognose, fossero cosƬ generose da aprire le porte a chi ha addirittura meno di loro. Ecco che Benedicte, 11 anni, ĆØ accolta dalla famiglia di HervĆ© e Curilande, che hanno giĆ  4 figli. Ed Emily, che ĆØ diventata la sorella maggiore dei 2 gemellini della famiglia di Pilorge e che mi mostra orgogliosa ā€œExcellenteā€, il giudizio ottenuto in quinta. Sono 150 famiglie nelle campagne di Les Cayes che accolgono bambini che, per mille motivi, non hanno o non possono contare sulla famiglia biologica. Una però mi ha colpito in modo incredibile: quella di nonna ClĆ©mence, con le treccine tutte inaridite e bianche, che ha tre figlie ormai trentenni che vivono al Nord del paese. Rimasta da sola, vende pile e fiammiferi davanti casa. Da qualche anno ha accolto due bimbi di 7 anni e 3 anni con gravi disabilitĆ . Il più grande ha un deficit abbastanza importante d’apprendimento e frequenta la prima elementare, mentre il più piccolo, con un occhio totalmente chiuso e l’alopecia, non sta mai fermo: continua a girare su sĆ© stesso con il pollice in bocca e non ascolta nessuno. Solo la voce di Nonna ClĆ©mence sortisce qualche effetto su di lui. Ho cercato di prenderlo in braccio, ma si ĆØ divincolato come un’anguilla e ha ripreso subito a roteare. Sono nonna anch’io, ma sinceramente non so se ce la farei in un compito cosƬ arduo e quando le ho chiesto come faceva, ha alzato lo sguardo in alto e mi ha sorriso: ā€œSono con me da due anni e sono migliorati molto, anche il dottore me lo ha dettoā€. Il più grande ĆØ poi corso a prendere la divisa della scuola e me l’ha mostrata con grande orgoglio.

Rivivendo questi momenti penso che queste persone di Haiti si meritino davvero la nostra stima incondizionata e il nostro appoggio. Questo non solo per uscire dalla crisi post-terremoto di oggi, ma anche per vivere in futuro una vita dignitosa e soprattutto fare in modo che i bambini abbiano tutto quello di cui necessitano, in particolare la scuola, ossia l’istruzione necessaria come passaporto per un domani migliore. E sono certa che ci aiuterete in questo!ā€

Se desideri adottare a distanza un bambino o una bambina di Haiti chiama il numero 800.130.130 oppure scrivi a sostenitori@tdhitaly.org

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