Violenza verbale: quando le parole feriscono come le percosse

Violenza verbale: quando le parole feriscono come le percosse

Ci sono colpi che non provocano lividi o ferite, non si vedono. Non lasciano segni sulla pelle, ma scavano in profondità, dove nessuno guarda: nel cuore, nell’autostima, nella fiducia. La violenza verbale è una forma di abuso invisibile, ma devastante, fatta di parole che umiliano, svalutano, feriscono. Non è semplice da riconoscere per ciò che è: una vera e propria violenza, che colpisce i più vulnerabili, come donne, anziani e soprattutto bambini e bambine. 

Cos’è la violenza verbale e come si manifesta

Viviamo in una società dove il linguaggio viene sempre meno filtrato, dove i toni si fanno esasperati, in nome di quel clamore tanto caro ai social. Un modus che viene replicato anche nei contesti familiari, tra amici, in nome di una cultura che tollera l’offesa, l’urlo, il giudizio. Eppure, bisognerebbe pensare che le parole sono strumenti potentissimi: possono guarire, ma possono anche distruggere.

La violenza verbale si può manifestare in molte forme: insulti, minacce, sarcasmo offensivo, svalutazione costante, manipolazione, discredito. Non serve alzare la voce per ferire: anche il silenzio imposto, il disprezzo sottile o l’ironia velenosa possono minare la dignità di una persona.

Le parole come strumenti di potere e controllo

Chi esercita violenza verbale spesso lo fa per controllare e imporre un dominio sull’altro. Si potrebbe nascondere dietro frasi apparentemente innocue, ma che nel tempo corrodono la sicurezza della persona che viene bersagliata e la sua libertà interiore.

Specialmente nei più piccoli, dove la consapevolezza di sé non è ancora sviluppata, questi atteggiamenti possono diventare cicatrici difficili da cancellare, esattamente come la violenza fisica. Nelle relazioni familiari o educative, poi, dove l’adulto rappresenta un modello, l’abuso verbale assume una gravità ancora maggiore: nega al bambino la possibilità di sentirsi amato, accettato e protetto, ma anche gli insegna un comportamento tossico che potrà replicare una volta adulto ai danni degli altri.

La violenza verbale nelle relazioni familiari, scolastiche e digitali

Molti bambini crescono in ambienti dove la violenza verbale è una pratica quotidiana: diventa un’abitudine espressiva “normale” in cui non ci si rende neanche più conto del male che causa. Può essere il caso di un genitore che urla, umilia o paragona costantemente il proprio figlio ad altri, sminuendo impegno e sforzi.

A scuola, può trattarsi di un insegnante che mette in ridicolo un allievo davanti alla classe o di compagni che prendono di mira chi è più fragile.

Nel mondo digitale, poi, il linguaggio violento trova nuovi spazi: commenti d’odio, insulti, meme denigratori creati e diffusi anche in forma anonima.

Bullismo e cyberbullismo, la violenza verbale è parte del fenomeno

Bullismo, cyberbullismo e violenza verbale sono volti della stessa realtà: anche se, nei primi casi, può esserci più dell’uso delle parole.
Se vuoi saperne di più su questi fenomeni in particolare, puoi leggere i nostri articoli che ne parlano in modo approfondito e specifico:

Gli effetti invisibili della violenza verbale

Le parole offensive, se ripetute nel tempo, diventano come gocce che scavano nella pietra. Nei bambini e negli adolescenti, questo tipo di violenza può lasciare segni profondi, che si manifestano spesso con ansia, depressione, disturbi del sonno, difficoltà scolastiche e isolamento sociale.

Conseguenze psicologiche e sociali sui bambini e sugli adolescenti

Uno studio dell’OMS ha confermato che, sebbene l’abuso verbale non sia misurabile con accuratezza, è comunque un fenomeno pervasivo: i dati riportano che l’abuso emotivo (di cui l’abuso verbale fa parte) è la forma più diffusa di maltrattamento infantile, con una prevalenza del 36,1%.

E la violenza verbale ha effetti psicologici simili alla violenza fisica: il cervello reagisce nello stesso modo a un insulto o a un colpo. I bambini che crescono in contesti verbali aggressivi sviluppano spesso bassa autostima, insicurezza cronica e un senso di colpa distorto, come se meritassero ciò che subiscono.

Quando la violenza viene normalizzata, il rischio più grande è che venga riprodotta: chi è stato umiliato da piccolo, spesso tenderà a umiliare da adulto, in un ciclo che perpetua la cultura della violenza.

Effetti a lungo termine su autostima, fiducia, capacità relazionali

Un linguaggio violento altera il modo in cui i bambini percepiscono sé stessi e il mondo. Se un adulto ripete “non vali niente”, “sei un fallimento”, “nessuno ti vorrà mai bene”, quelle frasi diventano parte dell’identità del bambino.
Anche da grandi, molte persone portano dentro di sé la voce del proprio aggressore: un dialogo interiore distruttivo, che limita la libertà di vivere pienamente.

Perché nasce la violenza verbale: radici culturali e disuguaglianze

Povertà educativa, disuguaglianza di genere e modelli patriarcali

La violenza verbale affonda le sue radici in contesti dove c’è povertà educativa, dove le disuguaglianze sociali, culturali e di genere costituiscono ancora un problema, dove mancano strumenti linguistici ed emotivi per gestire rabbia e frustrazione. Ma non solo.

La violenza verbale può anche essere una modalità espressiva acquisita, frutto di una cultura patriarcale e autoritaria che non fa necessariamente il paio con la povertà culturale. A volte, gli adulti pensano che certe frasi pesanti vengano dimenticate presto, in realtà possono continuare a muovere i loro effetti negativi per molti anni ancora.

L’importanza dell’ascolto e della prevenzione

Ascoltare è il primo passo per prevenire la violenza verbale, anche perché, come abbiamo detto, non è una forma semplice da individuare.
Quando una persona, specialmente se è un bambino, si sente ascoltato, può raccontare ciò che sta vivendo, chiedere aiuto, interrompere il silenzio. Ma per essere ascoltato deve sapere che le sue parole hanno valore, che esiste qualcuno disposto a credergli.

Scuole, famiglie, centri sociali e associazioni devono collaborare per costruire reti di protezione: luoghi dove la parola non ferisce, ma libera.

Le iniziative di Terre des Hommes contro la violenza verbale

Nei progetti di Terre des Hommes in Italia e nel mondo, emergono spesso storie di bambini che non portano segni visibili, ma che hanno subito violenza attraverso le parole.
Le équipe psicologiche raccontano di bambini che smettono di parlare, di sorridere, di fidarsi, dopo anni di svalutazioni.
Intervenire presto è fondamentale: perché la parola che ferisce può essere trasformata in parola che cura, se si incontra ascolto, empatia e accoglienza.

Terre des Hommes è impegnata ogni giorno per garantire ai bambini e alle bambine una vita libera dalla violenza, dallo sfruttamento e dalla discriminazione.
Tra le azioni più significative:

  • Campagne di sensibilizzazione per promuovere un linguaggio rispettoso e consapevole, anche online.
  • Laboratori educativi dove si impara a riconoscere la violenza verbale e a rispondere con l’ascolto e la gentilezza.
  • Progetti di supporto psicologico per bambini e adolescenti vittime di violenza emotiva.
  • Programmi per prevenire l’hate speech e il bullismo verbale in rete, insegnando ai giovani a usare le parole come strumento di pace e non di esclusione.

Le situazioni di rischio e abuso si sviluppano più facilmente dove i bambini non si sentono liberi di far sentire la propria voce. È proprio da quella voce che deve partire il cambiamento.

Cambiare il modo in cui parliamo è il primo passo per cambiare il mondo

Essere consapevoli che le situazioni di rischio si possono limitare, che alcune violenze possono essere evitate, è molto importante e deve essere la motivazione che promuove un impegno personale nella società in cui viviamo.

Ecco come puoi agire anche tu:

  • Riconosci la violenza verbale. Se una parola ti ferisce o ferisce qualcuno, soprattutto se è una bambina o un bambino, non è “solo uno scherzo”.
  • Parla e denuncia. Rompere il silenzio è fondamentale per fermare l’abuso.
  • Educa con l’esempio. Le parole che scegli ogni giorno costruiscono o distruggono ponti. Scegli la gentilezza come linguaggio universale.

Scegli di usare le parole per costruire un mondo più giusto, più umano, più uguale. 

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